In un’isola senza nome - quest’isola non esiste, galleggia in un tempo non definibile e in uno spazio infinito - vivono soltanto loro due: un animale di ghiaccio e di luce, e un fiore del mare.
Non vedo l’ora di leggerti, c’è un piccolo spazio per me nella tua immensità? La tua anima è grande. La tua è avvolgente. Riconoscono il respiro del vento e ci ragionano attraverso. A cosa serve essere buoni e nobili in questo mondo, nel lavoro, nelle relazioni, nelle passeggiate? La gentilezza fa bene a chi la pratica. Ricevere cattiverie fa male, si pensa ragionando sul momento con l’istinto; quando interviene la lucidità - “la ferita più prossima al sole” - accade che la cattiveria viene lavorata, pulita, diventa un modo per rendere più forte la gentilezza.
A questo serve l’equilibrio, a essere grandi danzando tra il bene e il male. Riconoscono il respiro del vento e ci ragionano dentro. Ho paura che ciò che esprimo possa risultare fuori luogo. Le persone con le quali sei te stessa sono quelle che ti permettono di essere te stessa, che ti permettono di risultare anche inadeguata, anche sbagliata, che ti permettono di risultare fuori luogo, che è un posto raro; poter fare ciò che vuoi vuol dire poter fare te stessa, devi fare ciò che sei. Siamo sullo stesso livello sopraffino e parliamo la stessa lingua. Tirami fuori la poesia. Sai piangere, perché bisogna saperlo fare, potrai sorridere, e anche questo bisogna saperlo fare. Ho paura di risultare noiosa. Non ti hanno permesso di essere noiosa. Non mi hanno permesso niente. Permettitelo adesso, non esiste più ciò che non è stato, né esiste ciò che sarà. Esisti tu quando sei libera. Mi perdo: errare mi è necessario per trovare persone, momenti, sensazioni, cose. Errare è doveroso per trovare sempre me stesso, ancora me stesso.
Eh, de na dì mi seu perdira. Eh, da un giorno mi sono perso, anch’io. Quanto costa la serenità dello spirito? La nostra vita non finirà mai, la ricerca è la vita. Libera il tuo spirito, senza perdere contatto con le cose: la luce l’hai già ferita nascendo. Vai in giro a cercare la potenza del buio, che con quattro lettere - quattro - scrive l’immenso. La libertà è immensa. La libertà che non è frivolezze, ma certezze. Resta sempre chi è libero di andarsene. In un mondo che gira con un fare non ancora definibile, non definibile per te quando senti che gira diversamente da come vorresti facesse, vorresti girasse più simile a te, l’unico superpotere è la sensibilità, pericolosa e infinita come l’utilizzo di tutti i superpoteri. Ferite, glorie, storie di sangue, di carne, e di cielo.
La gentilezza, dicevamo. Sono grata se un passante ha un’accortezza nei miei confronti, se una figlia ha uno sguardo di comprensione con una madre, se un passante dice ciao al viandante che aspetta passi chiunque lo riconosca come essere umano: ci si può incrociare per una frazione di secondo e dare vita al tutto, che poi se ne va da solo, dove crede, per ogni cosa. La gentilezza e la sensibilità. La sensibilità è anche una condanna, necessaria fino a quando non ti riconosci, fino a quando non sei consapevole di ciò che sei. Poi rimarrà ancora una condanna, ma scoprirai come possa essere dolce, scoprirai come tu voglia essere esattamente come sei: ti ferisci, gioisci come non mai, pensi di chiuderti per sempre nel tuo posto, ma lei ti trova ancora e ti richiama ad essere te nel mondo. Ancora è una parola che amo: attendere, costruire, camminare a passo lento sotto il temporale, chi vuole amare resiste e non se ne va finché un arcobaleno. Questo è il mondo dal quale proveniamo, un mondo di attese inesplorate.
La vita è attesa, tu sei irreale. L’irreale è l’inatteso, l’improvviso, una similitudine e un’affinità. La bellezza è inattesa. Cerco un viaggio lontano ma vicino, lungo, semplice, proprio, mio, dove per naturalezza di cose possa amare l’infinito e assaporarlo. L’improvviso è eterno e ha tutti i tempi. Siamo in balìa del cielo. L’acqua che scorre si sente fluire e si sente viva, travolge andando incontro piano. Cerco la danza con lo spirito delle persone affini al mio, l’animale di ghiaccio e di luce può ferire il fiore del mare perché così vanno le cose ma se la ferita racconta la verità - il bacio della benedizione e della maledizione - deve essere accolta. La figura del lupo è la figura della bellezza: ti sbrana e ti coccola. Scrivo come mi piace essere. La cosa più pura e genuina del mondo è porre ad offerta la propria essenza. Piano e forte, forte e piano, un tempo unico. Tremi e ti attorcigli mentre il tuo sangue scorre come l’acqua segnando alcuni punti di fuga.
L’animale di ghiaccio e di luce ha le radici in un suolo che non esiste, il fiore del mare ha le radici nell’orizzonte. Di nuovo la paura. Esci fuori dal letargo, fatti coraggio e scopri l’esistenza. Raccontami, mostrami le tue ferite, dammi le tue paure e non avere paura, io so avere paura. La paura è il sentimento con cui i cani comunicano in maniera opposta, ringhiando prima di fidarsi del tuo profumo. La paura è più difficile da gestire della gioia, ma capirsi nella paura è una conquista immensa. Avere delle bolle nere significa mettere a fuoco la sensibilità e non bruciarsi. La notte può infiammare il giorno che arriverà? Amo guardare quello che la notte lascia in luce al giorno, come lo fa, amo il primo silenzio, che è sempre l’ultimo.
“Nessuna eterna clemenza ci perdonerà per aver sprecato l’alba”. L’attenzione è una forma d’amore. Ma cos’è una forma d’amore? Un abbraccio, un mare, una montagna, una mostra, una passeggiata, gli occhi, il profumo, la pelle, sorridere, brillare, piangere, cadere, proseguire. L’incipit dell’amore è importante come quello di un racconto: non si può risolvere nelle prime pagine - indefinite da leggere - ma è chiarificatore; una pagina per volta, senza tralasciare parole, punti, virgole. L’amore è la lezione dello stare nel mondo, per decifrare le regole dello starci. Sfogliare le pagine, leggere il racconto delle foglie. Continui a notare tutto, i tuoi occhi così grandi come il tuo cuore, soffi sul fiume e ti fai bacino che raccoglie. Sussurrare. L’amore puro va sussurrato. Sussurrato va il mondo che non esiste ancora, con parole e i gesti nuovi, inesistenti anch’essi. Inventiamo una nuova lingua.
Ci sono due che stanno cadendo nello stesso sogno: uno dei due dice che lo sa, uno dei due dice ti accompagno. Tutto quello che deve accadere accadrà. Ciò che deve trovarti, ciò che devi trovare: questo incontro avverrà al momento esatto, quel momento che esiste già nell’attesa di rivelarsi. Ancora la bellezza, dove nasce? Il lavorio, il dolore, accettare, nascondere, attaccare, difendersi, solitudine, essere, consapevolezza. Il dolore è per anime giganti, pronte a sopportare tutto, capaci di guardare il serpente di quell’attimo, vedere dove sta, tenerlo nello sguardo per non farsi mordere. Sfidarlo, il dolore si impara così. Come la bellezza, proprio come la bellezza. La capacità di stare nel dolore e trarne energia è una questione poetica. Salva ancora te stessa.
Cura, sguardo delicato, vuoti enormi: solo queste persone possono andare a toccare la sacralità dell’esistenza. Vedere il tremendo e farlo dolce. La luna grande tiene compagnia al cielo quando questo non vede sé stesso, quando pensa di essersi perduto. Con la luna il cielo impara ad osservare sé stesso, e le nuvole sono soltanto il principio della libertà. Tieni tra le mani, annusa, accarezza. Cogli un fiore e dai un bacio. Scrivo tra le tue righe di vento. Il fuoco può essere ghiaccio, il ghiaccio può essere fuoco: una danza violenta, una lotta dolce, prendi le misure per non farti male, esplora il linguaggio altrui e staccane un pezzetto, masticalo, sentine il sapore, sa di carne o sa di niente, digerisci e aggiungi una carezza.
In un’isola senza nome - quest’isola non esiste, galleggia in un tempo non definibile e in uno spazio infinito - continueranno a vivere soltanto loro due: un animale di ghiaccio e di luce, e un fiore del mare.