La musica è un lavoro.
È un mantra che sentiamo ripetere da sempre.
Durante la pandemia si è reso ancora più evidente quanto i musicisti siano privi di tutele e riconoscimento, tante manifestazioni sono state fatte per puntare i riflettori su un problema che riguarda migliaia di persone.
Ma niente è cambiato. Il mondo della musica ha tanti problemi, uno di questi è la scarsità di associazioni di categoria e l'assenza di un "sindacato di musicisti", capace di farsi portavoce e collettore di tanti professionisti del settore. I musicisti si ritrovano spesso in difficoltà nel muoversi tra contratti, diritti d'autore, creative commons e affini.
Tempo fa, durante un master in un'accademia ho conosciuto Emanuela Teodora Russo, avvocato e membro di Note Legali.
Cos'è Note Legali?
Note Legali è un’associazione di promozione sociale nata a Bologna nel 2006 con lo scopo di tutelare e migliorare la professione del musicista, informare gli artisti sui propri diritti e doveri e fornire loro una serie di attività.
È possibile, ad esempio, avere una prima consulenza informativa di base con Avvocati esperti del settore o accedere a decine di convenzioni (marcature temporali, assicurazioni…), oltre a beneficiare dell’attività a tutela e sostegno della “categoria”.
Da quanti membri è composto il team? Siete tutti avvocati?
Lo staff è composto attualmente da 8 persone di cui 5 avvocati che si occupano principalmente della consulenza, della redazione di articoli e della formazione on line e in aula; abbiamo chi si occupa di elaborare il repertorio per il recupero compensi del Nuovo Imaie (una delle attività più corpose dell’associazione), abbiamo poi una social media manager e chi cura i rapporti con i soci e si occupa dell’amministrazione.
Com'è nata l'idea di creare un'associazione del genere?
L’idea è nata da un gruppo di avvocati (anche musicisti) esperti in Diritto d’Autore e Legislazione dello spettacolo e di operatori del settore, con lo scopo specifico di approfondire determinate tematiche molto spesso ignorate, al fine di migliorare la professione del musicista.
I fondatori si resero conto di una difficoltà nel reperire informazioni certe sui propri diritti e in generale sulle regole di questo ambiente, oltre al fatto che molti dei musicisti che ancora non svolgono l’attività a livello professionale non sempre possono permettersi una prima consulenza anche di base. La conoscenza dei propri diritti consente di svolgere la propria professione in modo più informato e consapevole.
I musicisti si lamentano di non avere tutele ma spesso fanno fatica a comportarsi come dei professionisti, non si informano su come “mettersi in regola” e spesso non conoscono i propri diritti. Quali sono i casi più assurdi che NL ha dovuto affrontare?
Purtroppo mi sento di condividere ciò che dici!
A prescindere dalle difficoltà intrinseche di conoscere le regole del settore di cui parlavamo prima, in tutti questi anni non ho potuto fare a meno di notare la scarsa volontà dei musicisti, e in generale degli operatori del settore, a sentirsi e fare categoria, e quindi anche conoscere i propri doveri in qualità di musicisti ma di cittadini in primis.
Il periodo del Covid-19 ha aperto dei vasi pandora inimmaginabili facendo emergere tutte le crepe e distorsioni di un settore così frammentato che è difficile far comprendere all’esterno.
Di casi assurdi potrei elencartene a bizzeffe, da chi ti chiede consulenza su un contratto già firmato per “sapere che cosa ha firmato” (spoiler: c’è poco o niente che si possa fare a quel punto), a chi ha “scoperto” a fine carriera di non aver abbastanza contributi previdenziali versati e di non poter andare in pensione.
Quali sono le più grandi lacune dei musicisti in tema di diritti e doveri connessi al proprio lavoro?
Sulla scorta della mia esperienza, per quanto possa sembrare paradossale, trovo che la più grande lacuna dei musicisti sia immaginare che la loro attività rappresenti anche e soprattutto un lavoro.
Al netto di chi suona per hobby, se si vuole trasformare questa passione in un lavoro bisogna entrare nella forma mentis per cui sia importante, come per qualsiasi altro lavoratore, conoscere e riconoscere il valore di ciò si sta facendo, l’importanza della formazione sui propri diritti e doveri e il rispetto dei ruoli altrui.
Se siamo i primi disposti a fare i furbi per trarne vantaggio non possiamo poi lamentarci se questo comportamento diviene poi la regola cui tutti si attengono, a detrimento dell’intero settore.
In cosa consistono i vostri corsi online? Quanto costa iscriversi a uno dei vostri corsi?
I corsi online di Note Legali rappresentano una guida di base per orientarsi efficacemente nel mondo del music business. I percorsi didattici attualmente disponibili offrono una panoramica degli aspetti che ogni musicista dovrebbe conoscere per affrontare la propria attività con maggiore consapevolezza: dalle figure principali dell’industria musicale, ai diritti d’autore e connessi, dal mondo della discografia a quello dell’editoria, dalla previdenza agli aspetti fiscali.
I corsi di Note Legali sono articolati in video lezioni in streaming - fruibili in qualsiasi momento dalla piattaforma dedicata - tenute dal presidente dell’Associazione Andrea Marco Ricci, utilizzando un taglio semplice e chiaro ed un linguaggio adatto a tutti.
Cos'è il nuovo IMAIE?
Nuovo IMAIE è un’associazione senza scopo di lucro, di proprietà della categoria, gestita dagli artisti stessi. È una collecting che intermedia i diritti connessi per gli artisti interpreti ed esecutori, ossia raccoglie, su mandato degli artisti, i proventi derivanti dalla utilizzazione delle loro interpretazioni fissate in registrazioni fonografiche o opere cinematografiche e assimilate.
I diritti d’autore connessi in campo musicale raccolti da Nuovo IMAIE sono due:
il diritto di comunicazione al pubblico – il vecchio diritto di diffusione – che permette all’artista di ricevere un equo compenso ogni volta che la registrazione fonografica viene diffusa in radio, in tv e in pubblici esercizi;
il diritto di copia privata per uso personale, che è il diritto che ha il consumatore di fare tutte le copie che vuole di un prodotto che ha legittimamente acquistato per un uso personale e che viene retribuito alla categoria, trattenendo una parte del prezzo di acquisto delle periferiche o delle memorie di massa.
Durante la pandemia il nuovo IMAIE ha distribuito aiuti economici ai propri associati, qual è stato il vostro ruolo? Le iscrizioni sono aumentate o diminuite durante i mesi più duri del lockdown?
La pandemia è stato un evento straordinario che ha impattato sugli artisti e sul mondo dello spettacolo in maniera tanto improvvisa quanto profonda, con degli strascichi che solamente ora stiamo iniziando a intravedere.
Il Nuovo IMAIE è stata la prima realtà ad attivarsi per aiutare i propri iscritti istituendo immediatamente un contributo per i residenti nella zona rossa e successivamente un bando a ristoro delle occasioni lavorative perse in seguito alle prime chiusure.
Questi contributi si sono rivelati manna dal cielo nell’aiutare gli artisti a mitigare gli effetti di un periodo difficilissimo.
Negli anni successivi, l’istituto ha continuato un progressivo sostegno in favore degli iscritti che sono vertiginosamente aumentati durante quel periodo, sono quasi raddoppiati fino ad arrivare agli attuali 27 mila. Quello che contraddistingue infatti il Nuovo IMAIE rispetto ad altre collecting è l’attività mutualistica per i propri associati e mandanti.
La sensazione diffusa dopo il Covid è che si sia verificata un’impennata di grandi eventi, come reazione ai mesi di isolamento, ma dall’altra parte le scene locali siano rimaste orfane di tante piccole realtà che non sono sopravvissute a mesi di restrizioni. A Milano e dintorni hanno chiuso dei luoghi che erano storia e garanzia di una programmazione musicale sempre aperta a nuovi talenti. Questo ha avuto inevitabilmente ripercussioni su tante band che ne hanno pagato le conseguenze, ritrovandosi improvvisamente senza posti in cui suonare.
Far parte di Note Legali ti consente di avere un quadro più chiaro della situazione? Esiste una sorta di report sullo stato di salute della musica in Italia?
È una sensazione che provo anche io, e probabilmente è più di una sensazione. Tu citi Milano ma il discorso può essere allargato ad altre città; credo che tra le grandi regioni forse solo l’Emilia-Romagna infatti si sia contraddistinta per una politica organica e sistematica a sostegno del mondo dello spettacolo, con particolare attenzione ai Live Club.
Note Legali è in costante rapporto con le associazioni più rappresentative in ambito di musica dal vivo, siamo dunque a conoscenza delle più importanti iniziative del settore alle quali molto spesso collaboriamo. Rispetto ai grandi eventi tenutisi in Italia negli ultimi anni la percezione è che si cerchi di massimizzare i profitti a discapito di una visione di prospettiva sul medio lungo periodo, probabilmente anche sull’onda del periodo pandemico ma non solo.
È una visione a mio parere cieca e che va a tagliare le gambe a quelle dimensioni più piccole ma fondamentali per coltivare le attuali e prossime generazioni di artisti ma anche di pubblico, perché quando l’esperienza dal vivo diventa da un lato insostenibile per gli artisti e le maestranze e dall’altro inaccessibile per il pubblico, il risultato è che sempre meno persone potranno permettersi di organizzare live e sempre meno persone di fruirne.
Per rimanere aggiornati sui numeri degli eventi e sulla situazione dello spettacolo dal vivo in Italia, consiglio di sbirciare sul sito di Siae l’annuario dello spettacolo; qui ad esempio troviamo un report sul 2022 presentato lo scorso anno alla Milano Music Week.
Cosa ti auguri per il futuro? Quale sarebbe l’obiettivo ideale da raggiungere per migliorare la situazione dei musicisti in Italia?
Gli anni di pandemia sono stati un acceleratore verso ciò che si sentiva da tempo ma che si pensava sarebbe arrivato soltanto in un futuro molto ipotetico, ossia il fallimento di un sistema che necessita di un riordino sistematico attraverso una riforma con cognizione di causa della Legislazione dello spettacolo.
Viviamo e lavoriamo in un settore che non conosce i reali numeri delle persone impiegate a vario titolo nella filiera, dove il lavoro in nero impera dilagante e in assenza (salvo rarissimi casi) delle più basilari tutele sociali ma anche degli oneri cui un lavoratore sarebbe tenuto; il tutto in un clima di sfrenata concorrenza e con l’ansia di rincorrere un mondo che va molto più veloce di quanto le istituzioni riescano a recepire (vedi l’intelligenza artificiale e affini).
Il mio augurio per il settore è da un lato la reale presa di coscienza della categoria dei lavoratori dello spettacolo di essere e fare parte appunto di una categoria e dall’altro lato che questa consapevolezza si tramuti in un’unità cui le istituzioni non potranno sottrarsi per accogliere e normare una riforma che se ha visto comunque dei passi avanti appunto negli anni pandemici, pare essersi ultimamente arenata.