La percezione di una terra incontaminata, un luogo dal quale provengono le anime. Un sogno ad occhi aperti. Guardare i quadri di Antonella è restare senza fiato, stupiti, è entrare nei suoi dipinti, nel suo mondo, nella sua realtà; che poi altro non è che un mondo sognato da tutti, un paradiso terreste o la terra dell’età dell’oro. Un mondo reale e immaginato allo stesso tempo, vissuto e idealizzato, di una natura incontaminata, viva e palpitante, dove lo spettatore diventa attore in un palco che riesce a travalicare i confini del quadro stesso. Ci immergiamo tra i colori che sembrano profumare, fiori che emanano il loro odore, foglie d’erba calpestate. È come osservare, distesi tra l’erba tutto quello che ci circonda e respirare l’odore, l’odore dei fiori metabolizzato dai colori che usa: fiori viola, odori caldi e sensuali, gialli, per un odore fresco, celesti per la raffinatezza… bianchi ricordo dell’odore del talco. E il cielo, che diffonde la luce, attraverso la quale, il mondo prende realtà. Una realtà che quasi puoi toccare: fiori dai petali delicati come veli, quasi impalpabili; fiori di più spesso seducente velluto. Fiori che bramano il cielo. Chiaroscuri appena percettibili, inganni dell’occhio in un tutt’uno, proprio come nella natura: ti abbassi a sentire l’odore di un fiore, socchiudi gli occhi e… ecco che si susseguono sogni, ricordi, visioni.
Un inno alla vita e alla vitalità; un inno alla natura che travalica qualsiasi tempo e qualsiasi luogo a volerci raggiungere. Anche i bordi sono dipinti e non incorniciati, in un invito al più che resta al di fuori. Fuori dallo sguardo, fuori dal momento. Le vibrazioni che ci raggiungono ci regalano pace e serenità. Anche quando una sferzata di vento muove i petali, fa ondeggiare i fiori, tutto è composto. È lo stupore del mondo. La serenità, la piacevolezza, e nello stesso tempo la forza e la prorompenza, creano un equilibrio, un’armonia che ci lascia stupiti ad ogni colpo d’occhio. È come se la brezza ogni volta facesse mutare il quadro, ondeggiare i fiori e farli tornare al loro posto, alla musica antica delle vibrazioni. E così i colori: forti e delicati, riescono ad amalgamarsi e compenetrarsi e dare vita a nuove sfumature di vita ogni volta nuovi dettagli. E allora ecco che iniziano nuove visioni, nuovi frammenti di vita si compongono. Nuovi ricordi dell’anima. Sensazioni che ci riportano a Monet ad un mondo possibile. Ecco, quindi, le ninfee che galleggiano in laghetti di acqua pura. Acqua altro elemento che ci collega ad un mondo ultrasensibile, fatto di vibrazioni, proprio come le onde, come la parola mamma. Il trittico diventa un vero capolavoro, i fiori sembrano ondeggiare, muoversi, respirare.
La natura reclama la sua purezza. I tutù attendono le loro ballerine, trasportati dal vento che ne spoglia le trame di tulle e organza; vivono e ballano la loro musica. E allora ecco che l’anima del tutù vive del ballo e del suo ricordo, vive dell’anima della ballerina che lo aveva indossato poco prima. O forse era una fata? Mi domando io. I tutù si fondono con i fiori, nascono da essi, veli come petali e fiori che si avviluppano ad esso, come due anime concordi.
È l’anima di Antonella tra sogno e realtà, tra ricordo e passione. Una donna forte e dolce, dove le due caratteristiche si compenetrano e non contrappongono, dove l’anima umana estrae una donna, che va al di là dei canoni odierni dell’apparire. Antonella trova forza e ispirazione nel suo essere. Un essere che ha bisogno del sogno come realtà, come i bambini. Ma il mondo esiste proprio perché sappiamo immaginarlo e viverlo. E in quel momento l’artista ha il potere magico della creazione. Il quadro vive una vita sua, grazie ai sentimenti e alle emozioni che riesce a suscitare negli spettatori, attraverso loro continua la sua vita parallela. E allora ecco mille mondi possibili, mille vite vissute, tutti i sogni possibili. Lo sguardo privilegiato dell’artista diviene voce e immagine degli altri; diviene la vista di ricordi ormai dimenticati dall’umanità. Ecco i privilegi che Antonella ci concede di vivere. Antonella ci dimostra che nel mondo non c’è ancora posto per le anime sensibili e sognatrici; ad esse è concesso un posto privilegiato, uno sguardo dove troviamo la magia nella natura.
La sua anima ci rimanda le vibrazioni percepite forse in modo inconscio, immagini che si susseguono e sembrano provenire da luoghi reali e ben precisi, da quei luoghi con i quali lei è connessa, che la sua anima non ha e non vuole dimenticare. La sua ricerca iconografica è quindi, prima di tutto personale ricerca spirituale, connessioni con le vibrazioni ancestrali, studiate e misurate (in Bovis) nei suoi quadri. Un richiamo verso la spiritualità, emozioni che coinvolgono tutta la nostra sfera della sensibilità. Ci riportano ad essere anime pure.
Le emozioni ci coinvolgono sempre, non ci lasciano mai indifferenti, ed ora possiamo anche indossarle in preziosissimi foulard in seta o seta e cashmere, dipinti a mano dall’artista. Un dettaglio unico e raro dal quale non ci si vuole mai staccare. Sembra quasi ridarci quelle stesse vibrazioni, che curano la nostra anima. I colori entrano nelle trame della seta, si fondono con essa, non a caso Antonella ha scelto la seta più pregiata, quella di Como; produzione serica storica, una nostra eccellenza amata in tutto il mondo.
I suoi quadri sono cercati e ricercati, come un’attrazione magnetica che scaturisce alla vista dei soggetti. Le sue mostre hanno sempre un grande successo, visitate anche da critici d’arte come Duranti; riscuotono l’approvazione incondizionata del pubblico che acquista i suoi quadri. Non solo in Italia, ma anche in America, a Miami, o chissà in quale altro luogo, per sentirsi perennemente a casa.