La signora doveva essere piuttosto eccentrica, ma certo non le mancavano passione, energia e determinazione. Con 20mila franchi, peraltro non suoi ma del marito, comprò due isolette disabitate nella parte svizzera del lago Maggiore e ne fece un giardino botanico trasferendovi piante esotiche che portava dai suoi numerosi viaggi. Buon sangue non mente e lei, a quanto si dice figlia illegittima dello zar Alessandro II Romanov, imperatore di tutte le Russie, aveva ereditato, se non i soldi e il potere, sicuramente il decisionismo e la risolutezza del suo lignaggio. Fu costretta ad allontanarsi da San Pietroburgo quando aveva 16 anni perché ammalata di tubercolosi, ma a Napoli si riprese benissimo e nel giro di una decade aveva già collezionato e archiviato due mariti e tre figli. Però solo quando, nel 1881, ad impalmarla fu il ricco ufficiale angloirlandese Lord Richard Fleming, barone di Saint Léger, la venticinquenne Antoinette poté cominciare a pensare in grande. E appena 4 anni dopo acquistò le deserte isole di Brissago, allora conosciute come isole dei conigli, e vi si trasferì insieme al terzo marito.
Se la baronessa amava suonare il piano, collezionare arte e passare il tempo in compagnia di uomini belli e prestanti, la sua passione più grande era però il giardinaggio. E dell'isola maggiore fece il suo regno fatato. Palme da dattero e da cocco, eucalipti, fiori esotici, bambù originari dalla Cina e dal Giappone, alberi del pepe, piante carnivore americane e piante del caffè, avocado, cotone e ricino. Il clima particolare delle isole, caratterizzato da estati calde e soleggiate, primavere e autunni piovosi e inverni secchi in cui raramente le temperature scendono sottozero, permisero alla baronessa di creare un parco ricchissimo, dove la signora riceveva artisti, poeti, scrittori e musicisti.
Oggi l'isola grande, o di San Pancrazio, 25.568 metri quadrati, permette di fare con una semplice passeggiata un tour botanico intorno al mondo. Dalla terrazza dei profumi si raggiunge la serra delle piante tropicali e, dopo pochi passi, ci troviamo in Cina. Giusto il tempo di uscire dalla foresta di bambù e si arriva in quella australiana, per poi spingersi fino al Sud Africa e infine sorprendersi in Sud America.
Una gita originale, come chi l’aveva inventata, che comincia da Ascona, distante poco più di 3 chilometri, dove un battello conduce alle isole di Brissago (la seconda isola, piccolissima, ha vegetazione autoctona) con 20 minuti di navigazione.
Peccato che per la signora baronessa non furono tutte rose e fiori. Nel 1897 il Lord suo marito la abbandonò a causa, si dice, delle sue scappatelle erotiche e della sua eccessiva propensione alle spese pazze e alle imprese commerciali rischiose. Persino la figlia fuggì di nascosto una notte con l'aiuto del padre che la aspettava sull'altra riva del lago. Comunque, Antoinette continuò ad ospitare sull'isola artisti e letterati, tra cui James Joyce, il quale, però, non sembrò essere colpito positivamente dalla baronessa, tanto che parlò di lei come di una donna che aveva seppellito ben sette mariti (ad abundantiam!) senza versare una lacrima. E nel suo Ulisse si sarebbe ispirato proprio a lei per descrivere la maga Circe. Ma forse la signora, una volta rimasta sola, corse un po' troppo la cavallina perché nel 1927, ormai senza soldi, fu costretta a vendere le sue isole e il suo magnifico giardino e a finire i suoi giorni all'ospizio San Donato di una vicina località.
Il parco, comunque, finì nelle mani di un ricco commerciante tedesco di origini ebraiche, Max Emden, che mantenne la stessa filosofia edonistica della vita sull'isola. Lui costruì un bellissimo palazzo sulle rovine della casa della baronessa e organizzò feste libertine e naturiste nello splendido giardino all'insegna del motto: 'Anche vivere è un'arte'.
Adesso tutto appartiene al Canton Ticino che, previo biglietto, permette di visitare quell'incanto a partire da aprile fino a novembre. Il palazzo, invece, è diventato un ristorante, come turismo comanda, con alcune camere al piano superiore.
Se le isole di Brissago, insieme ad Ascona e Locarno, sono i punti più bassi della Svizzera, a soli 192 metri sul livello del mare, basta un trenino a cremagliera da Locarno e la successiva funivia per arrivare a Cardada, 1340 metri, e godersi al fresco il paesaggio dei laghi, insieme a quello delle montagne, tra cui spicca la Punta Dufour, nel massiccio del monte Rosa, la vetta più alta dell'intera Svizzera. Certo, gli aspri monti che fanno da cornice alla valle stridono con la tranquilla atmosfera cittadina che si respira nei vicoli di Ascona, affollati di ristoranti, e nella bella piazza di Locarno dove ogni anno a luglio si organizzano concerti rock e ad agosto si svolge un seguìto festival del cinema. Per non parlare della turrita Bellinzona, i cui castelli, patrimonio Unesco, fanno da sentinella alle sue stradine antiche dove ogni sabato si svolge un colorato mercatino.
E per chi cerca di accontentare anche il palato ci sono sempre i grotti, piccole locande rustiche disseminate nelle valli. Tra i più votati ce n'è uno che si chiama grotto Maggini ed è sperso in mezzo al nulla. Per arrivarci da Locarno si prende la storica Centovallina, un trenino a scartamento ridotto che si arrampica nelle gole selvagge in mezzo ai boschi fino a Domodossola. Una volta arrivati a Intragna bisognerà chiedere per trovarlo, ma poi ci sarà Fabio con il suo grembialone ad accoglierci per servire polenta e funghi o magari risotto con luganega. Delizie antiche anche per palati moderni.
I romanticoni hanno poi la possibilità di fermarsi a dormire sull'isola di Antoinette e vivere come lei l'esperienza di restare da soli la sera tra le piante esotiche, circondati dalle placide acque del lago e dai picchi alpini. Ma non si pensi di essere completamente soli: le spoglie della baronessa riposano nel suo giardino incantato e vegliano sulla pace di tutta la valle.