Vorrei iniziare questo racconto, insieme a voi, parlando di Cori, un comune italiano nella provincia di Latina, si tratta di un paese disegnato su una collina circondato dai Monti Lepini nord-occidentali.
Fin dall’antichità la sua posizione intermedia tra la pianura pontina e i castelli romani è risultata fondamentale per la crescita socioeconomica, culturale e enogastronomia di questo centro urbano e del suo territorio.
In questo viaggio racconteremo la riscoperta della viticultura e la valorizzazione di due vitigni principi della zona, ovvero il Nero buono e il Bellone.
Le prime notizie storiche di presenze umane sull’attuale sito della cittadina di Cori risalgono a circa 3300 anni fa.
La viticultura, l’agricoltura e la pastorizia sono sempre state gli elementi fondamentali nella vita quotidiana della popolazione di Cori. Infatti, ancora oggi la maggior parte delle famiglie posseggono un appezzamento di terra da coltivare, in cui utilizzando le tecniche agricole tradizionali, tramandate di padre in figlio, producono ottimi prodotti della terra, che sapientemente trasformati danno vita ad eccellenze enogastronomiche apprezzate sui mercati Italiani ed esteri.
La vigna e la trasformazione delle uve in vino sono una di queste eccellenze.
Il territorio dedicato alla coltivazione della vigna, risulta essere una sorpresa, perché in esso si hanno molteplici tipologie di terreno, questo porta a una grande differenziazione del prodotto finale.
Un'altra caratteristica importante è data dalla diversa altitudine dei vigneti, che varia da 100 metri a 300 metri sul livello del mare.
La composizione del terreno va dal vulcanico, all’argilloso e al sabbioso. I terreni vulcanici della zona pedemontana, danno ai vini bianchi una sensazione di sapidità gustativa. I terreni argillosi che hanno la caratteristica di trattenere gli elementi nutritivi e l’acqua utile, si prestano molto bene per la produzione di vini rossi strutturati con un tannino persistente ma non aggressivo. Ultimi ma non meno importanti sono i terreni sabbiosi che non trattengono né acqua né umidità e questa caratteristica permette di dare un’ottima acidità ai prodotti finali. Essi si trovano soprattutto nella parte più bassa del territorio, dove vengono prodotte uve per vini bianchi o rossi utilizzati successivamente per la vinificazione di spumanti tramite il metodo Martinotti-Charmat o tramite il metodo classico.
Per quanto riguarda i vitigni inizio a parlare del Bellone che è un vitigno a bacca bianca, molto antico ma riscoperto negli ultimi trent’anni dal panorama vinicolo ed enologico nella zona del basso Lazio. A livello ampelografico, ovvero della morfologia fisica della pianta, troviamo delle caratteristiche ben precise che distingue il bellone dalle altre varietà. Una caratteristica che risulta visibile a prima vista è la grandezza medio-grande dei grappoli che hanno una forma cilindro- conica. Gli stessi acini sono medio-grandi e con una buccia spessa e ricca di pruina. I vini che scaturiscono dalle uve di questo vitigno, presentano una struttura importante con un bouquet caratteristico di fondi di miele e pesca.
L’altro vitigno di cui voglio parlarvi è il Nero buono. La sua storia parte da lontano ed è radicato al terreno che lo fa crescere in un ambiente ideale. Nel comune di Cori, questo vino, viene chiamato ancora come una volta “Nero buono di Cori”, questo per ribadire e confermare il legame che c’è con la storia di questi prodotti e gli abitanti di Cori. Il grappolo si presenta compatto di grandezza media, gli acini sono medio piccoli.
Entrambi i vitigni danno ottimi risultati in svariate tipologie di vinificazione producendo dei vini ottimi al livello qualitativo.
Il Nero buono si dimostra più complesso al livello olfattivo e di colorazione rubino con sfumature violacee, dovute al passaggio in barrique che lo migliorano rendendolo un prodotto unico e riconoscibile in tutta Italia e con, l’interesse suscitato negli ultimi anni, si fa notare anche nel resto del mondo.
Il Bellone ha dimostrato in fase di vinificazione un’ottima versatilità sia vinificato normalmente, sia per la realizzazione di spumanti e passiti.
Alcune realtà enologiche stanno provando a fare un piccolo passaggio in barrique che sta dando ottimi risultati.
Cori quindi si dimostra come un piccolo tesoro degli Appennini del basso Lazio, ricco di scorci, templi romani e chiese intrisi di storia legati affettivamente e culturalmente alle persone del luogo, ma anche di grande interesse per tutti i turisti che desiderano trascorrere una giornata diversa nel centro storico e/o scegliendo di recarsi in uno dei tanti locali caratteristici presenti nel comune per degustare ottimi vini e cibi della tradizione, tutti rimarranno stregati dai sapori e dalla bellezza di Cori.