Metà giugno 2023, l'Italia conquista il suo secondo podio di fila in Nations League, posizionandosi al terzo posto, come già fatto nell'edizione dell'anno precedente, a seguito di un entusiasmante match contro la nazionale olandese. Un cammino, quello della nazionale azzurra negli ultimi anni da montagne russe. Prima all'apice con la vittoria degli europei, poi giù fino al punto più basso, con la seconda mancata qualificazione ai mondiali. Dall'esito non molto dissimile da quello della nazionale maggiore, è quello degli Azzurrini. Dopo uno spumeggiante cammino ai mondiali condotto dalla nazionale under 20, il nostro sogno si infrange in finale contro il muro uruguagio. Un calcio italiano che stenta ancora a prendere il volo, ma comunque foriero di ottime notizie per il futuro avvenire.
18 giugno 2023, l'Italia di Roberto Mancini supera l'Olanda per 3-2 nella finale per il terzo quarto posto della UEFA Nations League. Azzurri subito in vantaggio con il gol di Dimarco, cui si accompagnerà poco dopo il raddoppio di Frattesi. Un'Olanda spenta nel primo tempo, ma che prova a rimettersi subito in corsa nel secondo, con il gol al 68esimo di Bergwijn, che accorcia le distanze. Non c'è neanche il tempo di esultare per gli olandesi, che 4 minuti dopo arriva subito la risposta di Chiesa per il 3-1 Italia. All'89esimo, su una disattenzione della difesa azzurra, Wijnaldum trovatosi da solo di fronte la porta di Donnarumma, confeziona il secondo gol per gli Orange, fissando il risultato finale sul 3-2 per l'Italia. È podio per gli Azzurri. Dopo il terzo posto dell'edizione della UEFA Nations League 2022, la nostra nazionale conquista la medaglia di bronzo anche in questa occasione, posizionandosi alle spalle di Croazia seconda e della Spagna campione.
Un calcio, quello italiano, dall'andamento molto stravagante negli ultimi anni, capace di passare in un momento da grandi imprese a clamorose débâcle. Dal 2017 a oggi il percorso della nazionale è stato un'altalena di emozioni. Prima la tragedia della mancata qualificazione ai mondiali di Russia 2018 contro la Svezia, dopo 60 anni. Insuccesso cui fece poi seguito la magia delle notti di Euro 2020. Agli europei si presenta una squadra, ora guidata dal Ct Roberto Mancini, che non si regge su singoli campioni, di cui era pur sempre piena, ma che fa invece perno su di un collettivo stratificatosi nel corso degli anni. Tra i membri di quel gruppo spiccavano soprattutto i nomi di Gianluigi Donnarumma, insignito poi del premio di miglior giocatore della competizione, Lorenzo Insigne, reduce dalla sua miglior stagione con la maglia del Napoli e soprattutto quello di Federico Chiesa, autentico trascinatore della nazionale di quell'europeo, che a suon di giocate da capogiro, trascinò i nostri fino alla finale.
Quale miglior palcoscenico se non lo stadio di Wembley per l'ultimo atto di questo grande cammino europeo, iniziato l'11 giugno a Roma e che ora vede in finale, nella partita decisiva l'Italia darsi battaglia contro i padroni di casa dell'Inghilterra per la conquista dell'ambito trofeo. Un finale avvincente degno, di quanto visto nel corso del torneo, che vede alla fine gli uomini di Mancini avere la meglio sugli 11 di sua maestà, all'esito di una lotteria dei rigori, da cardiopalma. 53 anni dopo l'Italia è di nuovo sul tetto d'Europa. Un risultato storico quello della nostra nazionale, che ridà lustro e blasone al nostro calcio, e che ora si posiziona al quarto posto nel ranking FIFA.
Come ben sappiamo tutto purtroppo giunge a termine. All'euforia post europei, farà purtroppo seguito una campagna di qualificazione ai mondiali magra di soddisfazioni, culminante poi in un'altra disgrazia. L'Italia dopo 90 minuti di sofferenza contro la Macedonia del Nord, è fuori dal mondiale, per la seconda volta di fila. Record negativo assoluto per gli Azzurri.
«Il calcio è strano, il calcio è strano» direbbe Fabio Caressa, famoso telecronista Italiano. Una Nazionale oramai stanca, satura di successi e forse un po' in là con l'età, vede il suo ciclo chiudersi, forse con la pagina più nera della nostra storia. Il passo falso alle ultime qualificazioni mondiali resta una ferita aperta e dolorosa, ma che non deve fare venir meno quanto di buono fatto dagli Azzurri nel corso di quest'anni. Ora però tocca ricominciare. Si riparte soprattutto dai giovani, ai quali sarà affiancata l'esperienza dei senatori. Dall'arrivo di Roberto Mancini come commissario tecnico della nazionale, targato 28 maggio 2018, sono stati tantissimi i giovani che hanno visto aprirsi loro per la prima volta le porte della nazionale maggiore. Ben 57, per la precisione, sono stati i nuovi esordienti sotto la guida del tecnico marchigiano, partendo da Matteo Politano e Zaniolo, fino ad arrivare a Frattesi, Retegui e infine in ordine di tempo Buongiorno, classe 1994 del Torino. Nazionale in cerca di una nuova identità, che può certo ben sperare nei giovani prospetti Azzurrini dell'under 20 vicecampione del mondo.
Azzurrini secondi solo all’Uruguay, fermati solo dal gol di Luciano Rodriguez, che allo scoccare del 90esimo manda in paradiso la celeste. Primo campionato del mondo under 20 per gli uruguagi. Una competizione, quella appena conclusasi, che tuttavia regala all'Italia la sua prima finale in questo torneo, mai gli Azzurri si erano spinti così avanti. Non certo il risultato sperato, ma questo torneo parla chiaro, il calcio azzurro è in ripresa. Casadei capocannoniere del torneo con 7 reti, insignito del premio di MVP della competizione e Despalnches premiato con il guanto d'oro come miglior portiere del torneo. Non solo premi individuali, ma anche una grande prestazione di gruppo, caratterizza questa cavalcata azzurra.
Collettivo dai nomi molto promettenti. Oltre i già citati Casadei e Despalnches, figurano soprattutto il numero 20 Pafundi, autore di un'autentica prodezza su calcio di punizione contro la Corea del Sud, Prati pilastro del centrocampo azzurrino e Baldanzi reduce da una buona stagione con l'Empoli e dalle ottime prestazioni in nazionale, autore di due gol e due assist. Di traguardi in Nations League e ai Mondiali under 20, non fa però seguito una buona comparsa dei nostri agli Euro Under 21. Italia fuori ai gironi alle spalle di Francia e Svizzera con soli 3 punti all'attivo. Certo una buona rosa quella azzurra ma che non riesce a impressionare. Tra i nomi che più saltano all'occhio di quegli 11 titolari, troviamo: Gnonto, giovane prospetto del Leeds United, Sandro Tonali, che negli ultimi giorni è divenuto il giocatore italiano più pagato della storia, Destiny Udogie, promessa della difesa dell'Udinese, e Parisi ottimo terzino dell'Empoli.
Siamo in un momento di forte rivoluzione per il calcio italiano, in cui ai vecchi idoli delle folle, si fa ora spazio a giovani promesse. Un calcio che sia in campo nazionali che di club coltiva molto, ma che purtroppo stenta ancora a prendere il volo. Alla mancanza di trofei, si accompagna quantomeno un nuovo spirito ed un gioco rivitalizzati da una nuova generazione di astri nascenti, forse anche un po' acerba per il grande salto, ma comunque ambasciatrice di futuri successi. Il nostro, è sicuramente un paese dalle innate doti calcistiche, cui però fa seguito negli ultimi anni, una scarsa valorizzazione del prodotto interno. Con i club nazionali sempre più pronti a investire su giovani comete o giocatori già formatisi da altri campionati, il problema da anni resta sempre lo stesso.
Tra scarso minutaggio, mancati investimenti e trasferimenti proibitivi all'estero i nostri giovani fanno fatica ad emergere. La serie A non è un campionato per giovani, lo dicono i numeri: dei 38 nuovi esordienti nella stagione 2022/23 solo 11 sono italiani. Dato allarmante per i nostri Azzurrini e non tanto per gli stranieri che trovano sempre più spazio nelle nostre fila. A queste brutte notizie, segue però un gioco spumeggiante e divertente, offerto dalle Nazionali. Azzurri dalla poca freddezza, forse dettata dalla giovane età e inesperienza, ma pur sempre capaci di esprimere un ottimo gioco, come visto ad esempio in semifinale contro l'Olanda. Questi gli ultimi messaggi provenienti dalle selezioni nazionali, che sanno di vero e proprio schiaffo morale per i club di Serie A. Club che dovrebbero essere stimolati a investire e a regalare maggiore minutaggio ai nostri giovani del tricolore, sull'onda di quanto già fatto questa stagione da Empoli, Sampdoria, Monza e Juventus. La nostra è una grande nazione piena di talento, il quale va però coltivato e valorizzato, se non si vuol restare al punto di partenza.