Lo skateboard ha radici antiche e profonde nella cultura urbana. La sua storia ha i natali nell'era del surf negli anni Cinquanta e Sessanta in California, quando i surfisti cercavano modi per replicare la sensazione di surfare anche in città, quando nell’oceano c’era assenza di onde. Nel film Lords of Dogtown, film del 2005 che parla di un gruppo di giovani skater, vediamo i protagonisti utilizzare questi rudimentali skateboard per surfare le piscine vuote delle case californiane in inverno.
Tuttavia, è negli anni Settanta e Ottanta che lo skateboard ha veramente preso piede, diventando un fenomeno globale. I giovani delle città hanno abbracciato questa disciplina sportiva come una forma di espressione e di sfida alle convenzioni sociali.
Negli anni Novanta, lo skateboard è entrato in una nuova fase di evoluzione con l'arrivo di skatepark e zone costruite appositamente per questa attività. Questi spazi sono diventati punti di riferimento e di aggregazione per le comunità di giovani locali, promuovendo un senso di appartenenza tra i ragazzi skater e offrendogli un luogo sicuro, creato appositamente per loro e per permettergli di esplorare la propria creatività.
Oltre agli appositi skatepark dove ci sono halfpipe e rampe un altro modo, più improvvisato, di fare skateboarding è girare per le zone delle città e compiere le varie acrobazie utilizzando l’urbanistica cittadina, saltare intere scalinate o gradini, scivolare su muretti o panchine, tutto è concesso finché la fisica lo permette.
Uno dei modi in cui lo skateboard sta influenzando la riqualificazione urbana è proprio questo; attraverso la trasformazione di spazi urbani inutilizzati o trascurati in autentiche opere d'arte e palestre a cielo aperto. Molti skater sono noti per essere creativi e visionari, e spesso vedono il potenziale in luoghi che altri potrebbero considerare semplici zone grigie abbandonate di cemento. Questo modo alternativo di vedere le città ha portato alla nascita di skatepark unici e spazi per utilizzare lo skate che integrano armoniosamente il design cittadino e l'arte.
Un esempio notevole di questa trasformazione è il livello più basso del Centre Undercroft, il Southbank, a Londra. Usata da oltre quarant’anni dagli skater, questa zona sottostante il Royal Festival Hall, era destinata a essere demolita. Tuttavia, la passione e la determinazione degli skater locali hanno portato a una lunga battaglia legale che si è conclusa con il riconoscimento del valore culturale e artistico dello spazio, portando le autorità legali a volerlo addirittura allargare per dare ulteriore spazio a questa disciplina. Oggi, l'Undercroft è uno dei luoghi più iconici per lo skateboard e l'arte urbana, attirando skater da tutto il mondo.
Oltre a trasformare e riqualificare gli spazi fisici abbandonati, lo skateboard offre anche una soluzione alla crescente sfida della mobilità urbana sostenibile. Con il crescente problema della congestione del traffico cittadino e le preoccupazioni ambientali, sempre più città stanno cercando modi alternativi di spostamento. Lo skateboard, insieme ad altre forme di mobilità sostenibile come il monopattino e la bicicletta, sta emergendo come una soluzione pratica ed ecologica; infatti, si vedono sempre più gruppi di giovani utilizzarlo come mezzo di trasporto per muoversi più agevolmente nello spazio cittadino. Nel corso degli anni, inoltre, insieme al monopattino e alle biciclette, sono stati sviluppati anche skateboard elettrici che offrono una modalità di trasporto ancora più efficiente e poco faticosa.
Nonostante i vantaggi elevati, c'è ancora molto lavoro da fare per garantire che lo skateboard sia accessibile a tutti nelle aree urbane. Le infrastrutture dedicate, come gli skatepark, sono spesso limitati e non disponibili ovunque, ci vogliono investimenti di tempo e soldi notevoli, e questo può creare disuguaglianze nell'accesso a questa attività da paese a paese e da città a città.
Per affrontare questa sfida, è necessario che le città smettano di vedere lo skateboard e gli skater come antagonisti dei luoghi pubblici in quanto disturbatori della quiete ma come protagonisti della vita culturale ed ecologica delle stesse, e che si impegnino a costruire più spazi per gli skate accessibili e sicuri. Questi luoghi potrebbero inoltre diventare zone di aggregazione sociale e culturale trasversale, adatte a fare educazione ai ragazzi che purtroppo non riescono a riceverne una a casa.