Napoli battuto 3-0 da un immenso Verona. Il messaggio è chiaro: il processo di trasformazione sarà più lungo del previsto.

17 agosto 2024. Tracollo del Napoli al Bentegodi. Al triplice fischio è una sentenza: Verona 3 Napoli 0. Azzurri affondati dai gol di Livramento e Mosquera. Una squadra dismessa, quasi rassegnata quella intravista nei 90 minuti di Verona. Figlia di una stagione precedente da psicodramma. Non solo i limiti tecnici di alcuni reparti, ma ciò che soprattutto preoccupa è la totale mancanza di reazione della squadra nel corso dell'Intero match . “Un gruppo che si è sciolto come neve al sole”. Così Conte nel post gara, sull’atteggiamento dei suoi ragazzi. Al termine dei 90 minuti, risulta anacronistico parlare già del Napoli di Antonio Conte. Troppo presto per sparare a zero sull’operato del neotecnico leccese. Non si tratta certo un buon inizio, ma di tempo per sistemare le cose ce n'è, eccome.

La parola chiave è Rivoluzione. Nuove idee, nuova squadra, nuove ambizioni. La trasformazione azzurra parte soprattutto dall’area tecnica. Dopo l’addio di Spalletti e la rovinosa stagione dell’anno scorso, gli Azzurri ripartono da Antonio Conte. Allenatore dal palmarès gravido di successi, e dal curriculum internazionale. Questa l’identikit del tecnico leccese 4 volte campione di italia. Con l’arrivo di Conte ,sospira ora per le via della città partenopea un rinnovato vento di cambiamento. Un gioco diverso,un rinnovato modulo e nuovi interpreti. Il Napoli da tempo abituato al modulo del 4-3-3, dovrà adesso assimilare un più maneggevole ed equilibrato 3-4-2-1, marchio di fabbrica del tecnico salentino. Alla base della sua idea di gioco, vi è un uso di sapiente di esterni a tutta fascia, in grado di fornire sia un supporto difensivo che una spinta offensiva, Il tutto coadiuvato da un centrocampo dotato di forza e resistenza, in grado di sostenere il tipo di gioco richiesto.

Uno stile di gioco certamente eccentrico, ultra-offensivo e caratterizzato per il suo alto voltaggio, il tutto frutto della coesione dei reparti di difesa e centrocampo. 6.5 milioni di € a stagione e un contratto triennale. Questi i numeri dell’accordo per portare il tecnico leccese al Napoli. Numeri a cui si somma la promessa di un ampio margine di manovra sul mercato della squadra. Antonio Conte non vuole certo una rosa lunga, per questa prima stagione azzurra, priva di impegni extra campionato, ma una squadra con definite coppie in ogni ruolo, in grado di ben adattarsi al nuovo gioco. Alla base del mercato estivo voluto dal neotecnico azzurro, vi è la richiesta di giocatori prestanti e resistenti, in grado di reggere un gioco noto per il suo pressing ultra - offensivo.

Obiettivo del club azzurro, è quello di rilanciarsi in campionato, sfruttando il mancato piazzamento nelle coppe europee della stagione precedente, in un anno che impegnerà come non mai le big di serie A sul palcoscenico continentale. Per fare ciò, è stata messa in piedi una campagna acquisti faraonica. Oltre 100 i milioni spesi, per rinfrescare e rinforzare la rosa, da parte del club partenopeo. Il tutto spalmato fra gli acquisti di Romelu Lukaku, alla sua quarta apparizione in Italia, per 30 milioni dal Chelsea, di Scot Mctominay per 30 milioni dal Manchester United, di Alessandro Buongiorno dal Torino per 35 milioni; di Billy Gilmour dal Brighton, per 14 milioni; di Rafa Marin dal Real Madrid per 12 milioni e di David Neres dal Benfica per 28.Tra questi figura anche il cartellino di Leonardo Spinazzola, il solo della lista ad essere arrivato nel capoluogo campano da svincolato a parametro zero.

Snodo fondamentale dell’estate azzurra e di tutto il progetto di trasformazione della squadra, passa però dai senatori della squadra. Insindacabili richieste del nuovo allenatore, sono la permanenza del campione georgiano: Kvaratskhelia, e del capitano Giovanni Di Lorenzo, che dopo un’estate di tumulti, sembra ora pronto a riprendersi la piazza azzurra. Discorso diametralmente opposto invece quello di Victor Osimhen. rimasto al Napoli. Dopo una serie di trattative fallite in estate. l’Attaccante nigeriano oramai fuori dalle mire di Antonio Conte, e dal progetto tecnico azzurro, attende movimenti da parte della società e dell’allenatore. Allenatore che in caso potrebbe ancora aprirgli le porte dello spogliatoio.

In attesa di ciò, gli azzurri orfani del proprio bomber corrono ai ripari. Suggellato l’accordo con il Chelsea, il Napoli volta pagina.

Sarà Romelu Lukaku, la nuova colonna portante dell’attacco partenopeo. Giocatore che da sempre è oggetto dei desideri di Antonio Conte.

Archiviata la sessione acquisti, è ora di scendere in campo. Alla débacle della prima giornata, fa seguito un ottimo match disputato in casa contro la compagine del Bologna. Gli azzurri vincono 3-0. In gol il capitano Di Lorenzo, che si getta definitivamente alle spalle un’estate da separato in casa con il club. Chiudono poi la pratica un immenso Kvaratskhelia e il Cholito Simeone, su assist del neoacquisto David Neres, che sulla fascia inventa calcio. Uno spirito ritrovato quello degli azzurri, riprodotto poi contro il Parma. Gli azzurri al termine di un match da cardiopalma, strappano i 3 punti contro gli Emiliani, e si portano alla vigilia della pausa nazionali a meno 1 dalla vetta.

Un gruppo che sembra aver ritrovato fiducia e stimoli, fa ora sognare i propri tifosi. Occhio a restare coi piedi per terra. La stagione è ancora lunga, ed il Napoli un cantiere a cielo aperto. Tanti i nuovi innesti, ben 7 i nuovi acquisti del club. Il talento certo non manca. Una squadra frutto di incontro tra passato e futuro. Un organico restaurato ma non del tutto. Già perché molti sono gli artefici di quel miracolo chiamato scudetto, ancora presenti in rosa. Una squadra nuova, quella si presenta davanti ai nostri occhi, ma che ancora cerca la sua identità nelle giocate dei suoi campioni. Come intravisto nei 3 match appena trascorsi, ancora molte sono le lacune da colmare, e le idee da chiarire. La partita contro il Verona prima ed il primo tempo contro il Parma poi, ne sono una riprova. La difesa è il gran neo della squadra in tal senso. Di sicuro troppo presto per poter già parlare del Napoli di Antonio Conte. La squadra è ancora alla ricerca della propria dimensione, in uno scontro tra vecchi automatismi e nuove posizioni. Di lavoro ce ne è, ma il tempo non manca.

Sarà Antonio Conte l’uomo giusto al momento giusto?