Nel mondo contemporaneo spesso caratterizzato da ritmi frenetici e dal costante raggiungimento di nuovi obiettivi, conoscere la filosofia cinese può essere utile per ritrovare il benessere e la serenità interiore. In particolare, la dottrina taoista, che ebbe origine attorno al IV o V secolo a.C., è una filosofia ispirante per la sua propensione all’equilibrio interiore, all’armonia e alla semplicità della vita. La sua idea portante fa riferimento al concetto di Dao 道, traducibile con “la via”, “il sentiero” o “la sostanza di ogni cosa che esiste”.
Tra i pensatori taoisti più importanti c’è sicuramente Laozi 老子 ovvero il maestro Lao, a cui è stata attribuito il Daodejing 道德經 (Libro della Via e della Virtù) ovvero l’opera taoista più conosciuta e che risale al 400 a.C. Un altro filosofo taoista di estrema importanza è Zhuangzi 庄子, ossia il maestro Zhuang, fautore dell’opera omonima il Zhuangzi 庄子 risalente al periodo degli Stati Combattenti (476-221 a.C.).
Vivere con naturalezza
Uno dei concetti preponderanti del taoismo è il termine Ziran 自然 che nel cinese moderno significa “natura”. La naturalezza di cui ci parla il taoismo fa riferimento proprio alla capacità di seguire il proprio Dao con disinvoltura e senza sforzo. Tutte le cose dovrebbero infatti concordare con la loro Via, il che simboleggia un modo libero e spontaneo di vivere la vita. Pertanto, affinché l’uomo ottenga questa condizione egli dovrà seguire un ritmo naturale, essere libero da egoismi e desideri e apprezzare la semplicità.
Inoltre, un metodo per coltivare lo ziran è quello di praticare il “digiuno della mente”, ovvero di svuotarla dai troppi pensieri. Secondo il taoismo la pratica più semplice per liberare la mente è sicuramente la meditazione da seduti, detta mingxiang 冥想. Un altro genere di meditazione in grado di svuotare la mente è la meditazione camminata, ossia di un tipo di pratica contemplativa spesso praticata in Cina e in Oriente. Solitamente per dare i suoi massimi benefici andrebbe svolta nei pressi di luoghi naturali, alberi e lontano dal frastuono della città. Gli effetti della pratica meditativa sull’uomo, al di là delle diverse tipologie di pratica, condurranno all’attivazione dell’energia vitale anche detta qi 氣.
Imparare il non-agire
Il termine Wu wei 無爲 è il secondo concetto portante del taoismo. Mentre wei sta per ogni azione intenzionale, wu significa “non c’è”, “senza” pertanto il termine è comunemente tradotto come “non azione, azione senza sforzo, non interferenza”.
Praticare il Dao è sempre più decrescere. Decrescere al di là del decrescere, fino all’attingere al non-agire. Non far nulla, e non v’è nulla allora che non si compia.
(Daodejing)
Tra gli esempi di condotta umana presenti nelle opere taoiste si narra che anche gli imperatori dell’antica Cina, affinché il loro regno mantenesse la pace e vivesse in armonia, avrebbero dovuto servirsi del wuwei. Il termine è anche spesso utilizzato nell’espressione paradossale wei wu wei 爲無爲 ovvero “azione senza azione, agire senza sforzo.” Negli antichi testi questo concetto è spesso associato al modo in cui l’acqua fluisce attraverso gli ostacoli in modo armonioso e senza porre resistenza.
Integrare lo yin e yang
Il successivo concetto appartenente al pensiero cinese è quello dello yin 阴 e dello yang 陽. Si tratta di due qualità antitetiche presenti anche nell’essere umano che possono essere bilanciate con diverse pratiche. Yang è l’energia maschile che crea e motiva, lo yin è l’energia femminile che nutre, sostiene e armonizza. Grazie all’equilibrio tra questi due opposti è possibile generare salute nel cosmo, sulla terra, nella società e tra gli esseri umani. Il saggio, colui di cui parlano sia il Zhuangzi che il Daodejing possiede entrambe le virtù dello yin e dello yang. Quando egli è calmo e fermo è una cosa solo con lo yin, quando è in movimento fluisce con lo yang. L’insegnamento da trarre da questi due concetti è che l’uomo necessita di entrambe queste due polarità per vivere una vita armoniosa, felice e sana.
Imparare la quiete della mente
Uno degli insegnamenti più profondi del taoismo, che accomuna varie filosofie orientali è imparare a coltivare una mente calma. Quando impariamo a essere quieti e ci liberiamo dai pensieri del passato e del futuro, in quel momento l’universo si dispiega e noi facciamo conoscenza di uno stato di pace e rilassatezza.
Infatti, ciò che conta davvero per un uomo saggio è la pace della sua mente. Piuttosto che battersi a tutti i costi per raggiungere il successo egli gioisce per le piccole semplici cose della vita. Ecco perché un uomo così si sentirà appagato anche semplicemente contemplando un corso d’acqua e non avrà bisogno di divenire “imperatore” del mondo intero. Ovvero gli basterà imparare a governare la sua mente per trovare la felicità dentro di sé, senza dover necessariamente occupare incarichi sociali di estrema importanza.
Ecco infatti le parole di Zhuangzi quando il Re di Wei 魏 voleva proporgli di divenire il primo ministro di Chu: «Andatevene non mi corrompete […] Preferisco la gioia della mia libera volontà».
Coltivare la propria visione interiore
Un uomo saggio è in grado di cercare la verità dentro se stesso e attraverso l’osservazione della natura circostante. Essendo consapevole di sé, egli non si lascia influenzare dalla società, dal pensiero altrui o dai preconcetti del mondo.
Un uomo saggio è in grado di cercare la verità dentro e fuori di sé. […] Un uomo di questo tipo non andrà mai dove non ha la volontà di andare, non farà mai ciò che non desidera. Sebbene il mondo possa lodarlo e dirgli che ha trovato qualcosa di importante, lui guarderà in modo disinteressato e non girerà la sua testa; anche se il mondo potrebbe condannarlo e dirgli che ha perso qualcosa, lui guarderà il modo sereno e non presterà attenzione. Per lui gli elogi e le colpe del mondo non sono una sconfitta o un guadagno.
(Zhuangzi)
Una persona di questo genere, con una mente libera non si preoccupa di quello che gli altri gli dicono, questo perché egli si focalizza solo sulle cose realmente importanti e rimuove la sua attenzione dai pensieri limitanti e secondari.
Il saggio di cui narra Zhuangzi è un uomo felice perché è in grado di utilizzare il suo intuito interiore, ovvero il suo sé più profondo come ancora che gli consentirà di non farsi influenzare dagli eventi esterni. Questo è ciò che gli permette di seguire il corso degli eventi con un atteggiamento centrato e solido.
Sebbene questi concetti possano stridere con la nostra idea di successo e fama, il taoismo ci insegna a comprendere che ognuno ha un suo Dao, e che per raggiungere la felicità dovremmo semplicemente imparare a capire quale esso sia, piuttosto che seguire le tendenze e le mode della società.
È un messaggio forte, che parla di un risveglio spirituale importante da svolgere prima di tutto all’interno di noi stessi.
Essere felici seguendo il proprio fato
Per concludere, completiamo con un idioma taoista estrapolato dall’Yi Ching 周易 che dice: 乐天知命,故不忧 letian zhiming gu bu yo, ovvero «Sii contento con ciò che ti dona il fato e sii libero dalle preoccupazioni».
Si tratta di un invito ad affidarsi al proprio destino mantenendo una visione ottimistica dell’esistenza, ovvero imparare a vivere secondo la via spirituale del Dao. Piuttosto che resistere al suo flusso, bisogna lasciare che esso prenda il suo corso naturale: questo è il vero significato di seguire il proprio fato, la propria via. E quando non si è a conoscenza del prossimo passo, quando non si sa quale sia l’azione giusta da intraprendere, bisognerà praticare il non agire. Questo significa affidarsi al corso degli eventi e confidare nel futuro con serenità e accettazione. Infine, è proprio nel trovare l’equilibrio tra l’agire e il non agire, tra l’attendere e l’essere attivi che si trova la chiave in grado di farci stare bene.