C’è un principio buono che ha creato l’ordine, la luce e l’uomo, e un principio cattivo che ha creato il caos, le tenebre e la donna.

(Pitagora)

Con tanti maschilisti in circolazione non è il caso di prendersela con Pitagora (570 a.C.) che oggi sarebbe, facendo un rapido calcolo con i suoi numeri-feticcio, un matusa. Poi, magari, i discepoli del filosofo, che pare non abbia scritto una riga, hanno riferito male. Tuttavia, come sfizio, si può notare che sono sempre donne le candidate prescelte dall’associazione senza fini di lucro Guido Levi Lighting Lab, il cui slogan è Luce ai giovani talenti, per illuminare uno spettacolo al Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano: un’iniziativa concreta che permette ad aspiranti disegnatori luce sotto ai trent’anni di misurarsi con il lavoro in teatro, affiancati da un grande professionista, in versione tutor. Oggi Pasquale Mari.

Claudia Dastoli, nel 2021, Silvia Vacca, nel 2022, e ora Giulia Bandera che il 15 luglio firmerà il suo primo progetto luci per un’opera lirica sui generis con la direzione d’orchestra di Jonathan Webb, la regia di Luca Fusi e le scene di Carlo Sala.

E c’è anche Lucia Ferrero, altra candidata del Guido Levi Lab, che si cimenterà con le luci di Il combattimento di Tancredi e Clorinda di Claudio Monteverdi e Il campanello di Gaetano Donizetti in cartellone il 29 luglio al Chigiana International Festival and Summer Academy (Teatro dei Rozzi di Siena, nell’ambito del corso di canto di William Matteuzzi, con la regia teatrale di Cesare Scarton e la coreografia di Francesca Duranti).

“Abbiamo raccolto il testimone del lavoro di Guido Levi, non solo per onorarne la memoria e la visione professionale, ma per portare avanti percorsi da lui avviati per i quali si è sempre speso con generosità”. Così si presenta il Guido Levi Lighting Lab, fondato per ricordare Guido Levi, scomparso nel 2019, a favore dei giovani aspiranti lighting designer, mestiere che l’associazione definisce con chiarezza: “Il lighting designer è responsabile della scenografia delle luci. In stretta collaborazione con il regista e lo scenografo e, in caso di spettacoli musicali, anche con il direttore d’orchestra, coro e musicisti, progetta gli effetti per creare un’atmosfera corrispondente alla drammaturgia dello spettacolo. È un lavoro artistico e tecnico”. Guido Levi, che collaborò, per citarne pochi, con Pier’Alli, Herzog, Ronconi, Claudio Abbado, Grüber, dell’artista aveva i tratti romantici: era nato e cresciuto nella luce africana, a Leopoldville. Inoltre, il buio lo affascinava.

Il Guido Levi Lab tiene a ribadire che le iniziative dell’associazione sono concrete perché i componenti non hanno voglia di essere scambiati per retori perdigiorno. Ecco, allora, alcune delle cifre e delle notizie che ci comunicano: “Negli anni si sono presentati alle selezioni una cinquantina di candidati e quindici le hanno superate. Alla call di questa edizione hanno partecipato 21 candidati per il 90% donne, tra cui anche una francese residente a Parigi dove frequenta la Paul Poiret School, una delle più importanti d’Europa. Hanno passato la selezione per curriculum vitae solo 8 di loro e, di queste, 4 hanno passato i colloqui per arrivare al contest, novità del 2023. Tra le 4 finaliste due si sono piazzate a (quasi) pari merito.

Silvia Vacca, talento GLLL 2022, subito dopo l'esperienza dello scorso anno ha lavorato - retribuita - al Teatro Due di Parma per quattro mesi, è poi stata chiamata dal regista Vincent Boussard per riprendere l'opera Rita in un allestimento completamente nuovo al Teatro dell'opera di Tour. Nel frattempo il Cantiere di Montepulciano l'ha ingaggiata per l'edizione di quest'anno a firmare le luci di un'opera, questa volta come lighting designer. A tutte le finaliste è offerto un corso da RM Academy (RM Multimedia), uno dei sostenitori, per formarsi sugli strumenti/software di illuminotecnica di ultimissima generazione che conferirà loro un diploma. Gratuiti, vitto e alloggio”.

Pasquale Mari, il famoso e premiato lighting designer e direttore della fotografia che ha illuminato quasi tutti gli spettacoli di prosa di Mario Martone e vanta una duratura collaborazione con Marco Bellocchio (sua la fotografia di L’ora di religione, Buongiorno, notte, Il regista di matrimoni), sarà il tutor di Giulia Bandera, talento 2023: “Ho aderito di slancio alla proposta del Guido Levi Lighting Lab di accompagnare una giovane disegnatrice luci al suo primo impegno professionale, per una semplice ragione: è l'occasione che avrei voluto avere agli inizi della carriera sul finire degli anni 80 del 900 quando in Italia le figure professionali che firmavano le luci di scena si contavano sulle dita di una mano e Guido Levi era già una di queste. Il lavoro si apprendeva essenzialmente a bottega o ce lo si inventava, crescendo insieme ai propri compagni in un gruppo di teatro. Che oggi la luce sia oggetto di studio e applicazione, nell'ambito di un cantiere culturale come quello di Montepulciano attraverso l'attività del GLL, è motivo di soddisfazione per tutto il mondo dell'illuminazione scenica e impegna ciascuno di noi a farne un'occasione preziosa per chi si accosta al nostro mestiere”.

Nicola Sani, direttore artistico dell’Accademia Musicale Chigiana di Siena, una delle principali istituzioni del contesto internazionale dedicata all’alta formazione, al perfezionamento professionale e all’avvio alla carriera dei giovani talenti in ambito musicale, accoglie con gioia Lucia Ferrero, secondo talento 2023: “L’Accademia Chigiana nel 2015 ha dato vita a uno straordinario festival internazionale, il Chigiana International Festival and Summer Academy, erede delle Settimane Musicali Senesi avviate nel 1939. Il festival, della durata di due mesi, è il primo in Italia nel suo genere ad essere interamente prodotto da un’accademia e costituisce un dinamico e innovativo laboratorio di creazione e produzione musicale al più alto livello artistico e tecnologico.

L’edizione 2023 del festival, che ogni anno ha un diverso indirizzo tematico, è intitolata Parola, si svolge dal 6 luglio al 2 settembre e al suo interno ha un focus contemporaneo dedicato a un importante compositore del nostro tempo: l’edizione 2023 sarà incentrata sulla figura di Luciano Berio. La Chigiana ha avviato una proficua collaborazione con il Guido Levi Lighting Lab, con cui condivide le finalità di sostegno alla nuova professionalità giovanile e alla produzione in ambito teatrale e del teatro musicale. È un grande piacere questa collaborazione, anche nel ricordo di una delle più importanti figure del teatro degli ultimi decenni, Guido Levi, insuperato maestro della luce e del light design, che ha costituito un riferimento unico per i suoi contemporanei e per le generazioni future e con cui, per la mia attività di compositore e di direttore artistico ho avuto in più occasioni l’onore di collaborare, ricordandone, oltre alle straordinarie qualità professionali, l’immensa umanità”.

A Cristina De Michele, consulente pedagogica, consigliera del Guido Levi Lighting Lab, chiediamo di raccontare le caratteristiche dell’associazione.

Si dice che Guido Levi Lighting Lab sia speciale.

Quello che a noi interessa è riuscire a offrire delle esperienze in campo professionale che permettano ai candidati di sviluppare alcuni aspetti che possano portare alla comprensione del proprio desiderio. Quando abbiamo fatto il contest alcuni ci hanno detto: “Non ho superato la prova, ma questo lavoro mi piace, lo voglio fare e grazie di avermi dato l’opportunità di averlo capito”. Si tratta di entrare nella costruzione professionale di questi giovani e giovanissimi, alcuni hanno 19 anni, e stare con loro in una posizione di ricerca. Quello che a me piace del Guido Levi Lab è che non è solo una proposta formativa sul campo, non è una versione riveduta e corretta di una formula di stage, ma è un’esperienza dove tutti cercano le strategie migliori, i posti migliori e di promuovere una visione di riferimento del mondo del lavoro che tenga conto delle persone e non soltanto delle prestazioni e delle possibilità lavorative.

Come funziona?

Ogni anno cerchiamo una o più occasioni per dare ai candidati l’opportunità di firmare una regia luci di uno spettacolo in cartellone a un festival o in una stagione teatrale, affiancati da un tutor che li accompagni. Una loro creazione! La creatività è diversa dall’avere delle competenze tecniche: non può essere insegnata a scuola e deve trovare i luoghi in cui può essere sviluppata. L’operazione è interessante perché non ci sono proposte simili che permettono di fare questo. Si tratta sempre di lavorare su cose tecniche, acquisire competenze, informarsi su una determinata tecnologia, ma con noi metti al lavoro la tua creatività. Esplora, cercala, discutila con dei professionisti del settore che sono a tua disposizione: mi sembra un’occasione irripetibile. Nel mondo del lavoro non si trova generalmente un’opportunità di questo genere.

Ci sono più ragazze, perché?

Me lo sono chiesta anche io. Non lo so. Sono contenta, comunque, perché per una donna è sempre più difficile trovare la giusta collocazione nel mercato del lavoro.

Conosceva Guido Levi?

Sono stata sua testimone di nozze, ma non sapevo che fosse un professionista affermatissimo a livello internazionale. Era un uomo silenzioso, avevamo un’intesa con gli sguardi, nei piccoli gesti, una relazione molto empatica, senza parole. Una cosa particolare che non ho mai sentito con nessun altro. Raethia Corsini (sposata con Levi n.d.r.) mi ha coinvolto perché ho una radicata competenza nel terzo settore e, quindi, in qualche modo ho messo la mia conoscenza a disposizione dell’idea. Inoltre sono una collaboratrice esterna di Bicocca Università nell’ambito delle scienze della formazione e tengo lo sguardo su alcuni aspetti del percorso formativo, sicuramente non quelli tecnici ma quelli di funzionamento della formazione.

Faccio un esempio: quest’anno abbiamo fatto il contest, abbiamo scelto una sola candidata, ma ho insistito molto sul fatto che si dovesse fare una restituzione articolata a tutti quelli che avevano partecipato perché la valutazione non era soltanto ammesso o no, ma: “Che cosa abbiamo visto noi, che cosa abbiamo capito? Che cosa è stato per te, come ti sei sentito? Che cosa hai compreso in questo piccolo momento?”. Provo a presidiare alcuni snodi del processo formativo che riguarda anche sapersi muovere in un ambiente lavorativo, stare in relazione con il gruppo di lavoro.

Non sono soltanto le luci, ma il rapporto con gli altri, la gestione della dimensione emotiva. Il lavoro in teatro chiama alle emozioni, alla partecipazione ed esserne consapevoli è una crescita che va al di là: “Ho fatto la regia luci ma ho anche capito come si sta in relazione a un regista, allo staff tecnico, come mediare le proposte, come portare le mie idee e cercare di condividerle, come discutere della proposta creativa”.

Il talento da solo…

Può non bastare. A maggior ragione se sei molto giovane. Un’altra cosa interessante è il collegamento con le accademie (Guido Levi Lab quest'anno ha siglato una convenzione anche con l'Accademia Belle Arti di Perugia n.d.r.) e il lavoro sul campo. Abito il mondo universitario e mi accorgo che spesso c’è una distanza fra quello che viene insegnato e la sua pratica. Noi avviciniamo teoria e pratica, con qualcosa che abbia senso per loro che sia bello per la produzione.

Ha seguito Montepulciano?

Ho seguito l’anno scorso la parte finale della messa in scena. Ho conosciuto i tutor. I tutor sono persone adulte ed è intrigante come entrano in relazione con i giovanissimi. Professionisti che hanno vissuto il mondo della luce per decenni si mettono in gioco affiancando queste ragazze acerbe, con il desiderio e la gioia di condividere esperienza e conoscenza. Il tutor non insegna, ma stimola, si confronta, non trasmette una conoscenza in maniera classica. Sostiene, sollecita anche dimensioni critiche, momenti di crisi. Garantisce la sua presenza e il suo supporto professionale e umano. Il fatto che siano degli uomini di una certa età, con una consolidata esperienza professionale, produce un incontro molto particolare fra generi e generazioni su come si concepisce una professione che, da quel che ho capito, oggi si costruisce nelle accademie ma che nella storia si è costruita sul campo. Con che attenzione questi professionisti, dalle centinaia di spettacoli e opere alle spalle, si approcciano alle ragazze per orientarle, per accompagnarle.

È molto bello, poetico.