Voi, innanzitutto, cari rifugiati, siete segno e volto di questa speranza. C’è in voi l’anelito a una vita piena e felice che vi sostiene nell’affrontare con coraggio circostanze concrete e difficoltà che a molti possono sembrare insormontabili. Quando vi viene data la possibilità, ci offrite parole indispensabili per conoscere, comprendere, non ripetere gli errori del passato, cambiare il presente e costruire un futuro di pace.
(Papa Francesco, “Una nuova rotta di umanità”)
Il ruolo educativo dei musei è sempre più quello di unire le persone creando percorsi d’inclusione, contribuendo a ricordare le radici comuni per superare contrapposizioni e porre le basi per una pacifica convivenza. I Musei rappresentano oggi una preziosa opportunità d’incontro, spazi aperti per dialogare e imparare a rispettarsi nelle reciproche differenze.
La complessità della vita contemporanea e le forti disuguaglianze sociali, confermano che è giunto il momento di mettere al centro la persona. Attraverso percorsi educativi alla diversità culturale potremmo difendere le garanzie democratiche, il rispetto dei diritti umani e garantire la salvaguardia della dignità e dell’incolumità di tutti. Esplicitando la ricchezza delle differenze, potremmo superare le barriere del pregiudizio.
All’interno dei Musei Vaticani esiste il Museo Etnologico, Anima Mundi, un luogo d’incontro tra civiltà e culti antichissimi: uno spazio in cui preziose testimonianze tornano a raccontare eventi lontani, storie di uomini e di divinità perduti nel tempo. Nato per volontà di Pio XI nel 1927 è custode di più di 80.000 opere provenienti da tutti i continenti. Trasferito nell'attuale sede all'interno del complesso dei Musei Vaticani nel 1973, il museo ha avviato un progetto di completo rinnovamento. Attualmente sono aperte al pubblico le sezioni Oceania - Australia - Africa e Americhe, la sezione Asia sarà presto allestita.
Nel settembre 2019, il giorno dell’inaugurazione delle prime sezioni, Papa Francesco ha detto: «Mi piace pensare che quello che oggi inauguriamo non sia semplicemente un museo, nella sua concezione tradizionale. Ho trovato infatti appropriato il nome scelto per questa collezione: Anima Mundi. Penso che i Musei Vaticani siano chiamati a diventare sempre più una 'casa' viva, abitata e aperta a tutti, con le porte spalancate ai popoli di tutto il mondo, deve anche sentire che la 'sua' arte ha lo stesso valore ed è curata e conservata con la stessa passione dei capolavori del Rinascimento o delle immortali sculture greche e romane».
Il Museo Etnologico Vaticano Anima Mundi, ha intrapreso una nuova, entusiasmante fase della sua storia, mostrando il suo spirito di apertura, tolleranza e collaborazione con tutte le culture e credenze del mondo anche attraverso una trasformazione dei suoi spazi espositivi più aperti, luminosi, trasparenti e accessibili.
Lo scorso febbraio si è svolta una visita importante con un gruppo di richiedenti asilo e rifugiati accompagnati da alcuni volontari del Centro Astalli, MarieLou Thomas e Chiara Compostella che si occupano di formazione linguistica in un’ottica più generale d’integrazione.
Il folto gruppo ha iniziato la visita nel Laboratorio di Restauro Polimaterico incontrando con curiosità e interesse la squadra tutta al femminile, delle sette restauratrici che da molti anni si prendono quotidianamente cura delle collezioni. L’incontro con il museo li ha veramente entusiasmati, è stata un’esperienza di profonda empatia anche per noi assistere alla commozione di uno dei ragazzi più giovani di fronte ad un costume maschile della società poro della popolazione Mende, uno dei più grandi gruppi etnici della Sierra Leone. Abbiamo riconosciuto nei sui occhi lo stupore e l’orgoglio di vedere con quanta cura fossero esposti i costumi tradizionali a lui così familiari. A partire dalla condivisione delle informazioni sui materiali costitutivi delle opere abbiamo avviato uno scambio fruttuoso e utile a tutti. Attraverso il dialogo con loro abbiamo condiviso e approfondito molte informazioni sull’utilizzo rituale di alcune maschere e speriamo si siano sentiti, seppure per poco tempo, a casa.
Questa forte esperienza ci ha fatto sentire parte di un progetto più ampio capace di promuovere il diritto alla cultura come fattore di cittadinanza e integrazione sociale e ci ha spronate ad indagare in che modo le istituzioni oggi, deputate alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio, si stiano attivando al fine di contribuire ai processi d’integrazione delle comunità immigrate.
È necessario creare maggiori opportunità di scambio e di confronto tra i diversi attori impegnati in questo ambito, proporre modalità e strumenti innovativi per la progettazione di percorsi educativi: scuola-museo-territorio in chiave interculturale. Una vera sfida: una scommessa da vincere insieme.
Il Presidente del Centro Astalli, Camillo Ripamonti ci ricorda che: «il Papa in tutti i suoi discorsi sui rifugiati ribalta la prospettiva invitando tutti a considerare le persone rifugiate non come un problema da risolvere, ma come un dono per le città in cui arrivano. Come tutti, anche i rifugiati offrono la ricchezza delle proprie storie, delle proprie culture e appartenenze religiose. Il loro contributo può rendere migliori le nostre comunità, ma il processo è lungo e necessita ascolto e incontro. Basta sentirsi parte di un noi sempre più grande».
Il Centro Astalli, Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, è un’organizzazione cattolica internazionale, attiva in 57 nazioni, la cui missione è accompagnare, servire e difendere i diritti dei rifugiati e degli sfollati. Il suo obiettivo principale è quello di contribuire a promuovere una cultura dell’accoglienza e della solidarietà, a partire dall’incontro diretto con i rifugiati e dalla tutela dei loro diritti fondamentali dal 1981 nella sede italiana del Jesuit Refugee Service – JRS offre servizi di accoglienza e integrazione a chi arriva in Italia in fuga da guerre e violenze, non di rado anche dalla tortura.
Svolge anche attività di sensibilizzazione al dialogo interreligioso. I principali ambiti d’intervento sono: la didattica nelle scuole, le lezioni e i seminari per gruppi di universitari italiani e stranieri, i corsi di aggiornamento e formazione per i volontari e per gli altri operatori del settore. Periodicamente vengono organizzati anche incontri pubblici dedicati ai temi al centro del dibattito culturale e politico in materia di immigrazione e asilo.
L’integrazione dei rifugiati: una strada ancora lunga da percorrere, un processo che si innesca fin dalle prime fasi di inserimento ma che necessita, per essere efficace e duraturo, di orientamento e supporto. In tal senso la scuola di italiano del Centro Astalli nel 2022 ha rappresentato un presidio sociale per molti che, oltre a trovarsi nella condizione di imparare una nuova lingua, hanno avuto bisogno di uno specifico accompagnamento formativo.
Accompagnare, servire e difendere. Purtroppo la questione dei percorsi d’inclusione richiede ancora molto impegno da parte di tutte le istituzioni competenti, attraverso una cabina di regia pubblica in grado di costruire soluzioni concrete e accessibili. Con il Tavolo Asilo e Integrazione, il Centro Astalli nel corso del 2022 ha contributo alla stesura del Piano Nazionale Integrazione, che ad oggi purtroppo rimane lettera morta.
Grazie al Centro Astalli e a tutte le persone che promuovono i suoi valori e le sue finalità, grazie a Cecilia De Chiara, Alessandro Cinti, Chiara e MarieLou, per aver organizzato questa visita ai Musei Vaticani non smetteremo di impegnarci con Voi per promuovere il diritto alla cultura come fattore strategico di cittadinanza e di integrazione sociale.