Tutti perdiamo continuamente tante cose importanti. Occasioni preziose, possibilità, emozioni irripetibili. Vivere significa anche questo. Ma ognuno di noi nella propria testa sì, io immagino che sia nella testa, ha una piccola stanza dove può conservare tutte queste cose in forma di ricordi. Un po' come le sale della biblioteca, con tanti scaffali. E per poterci orientare con sicurezza nel nostro spirito, dobbiamo tenere in ordine l'archivio di quella stanza: continuare a redigere schede, fare pulizie, rinfrescare l'aria, cambiare l'acqua ai fiori. In altre parole, tu vivrai per sempre nella tua biblioteca personale.
(Haruki Murakami)
Coltivare e proteggere la propria biblioteca personale è un’attitudine innata. Le prime tracce di archivi risalgono all’epoca dei Sumeri nel III millennio, i Babilonesi scrivevano su pietra, gli Assiri su tavolette di argilla, gli Egiziani usavano come supporto il papiro e la pergamena. Da millenni tutti i popoli riconoscono l’importanza dei documenti raccolti, intesi come testimonianze tangibili dell’attività umana.
L’Associazione “Amici per Palazzo Callori”, promuove da diversi anni numerose attività per la Conservazione e Valorizzazione dell’Archivio Storico Callori di Vignale nel Monferrato, un patrimonio documentale di grande pregio. L’archivio racconta molto di un territorio straordinario, unico nel suo genere che si snoda tra colline e boschi, la coltivazione della vite nelle sue varietà consente una produzione vinicola pregiata. Le potenzialità di questo territorio così ricco di biodiversità lo hanno reso dal 2014 Patrimonio Mondiale Unesco, un raro modello d’interazione positiva e proficua tra l’uomo e il suo ambiente.
La nostra idea nasce a seguito della mostra “Memorie Ritrovate” allestita nel 2016 all’interno del Palazzo Callori, grazie alla collaborazione dell’Amministrazione Comunale di Vignale con la famiglia Callori e la Fondazione Piemonte dal Vivo. In quell’occasione era stato individuato un percorso espositivo che consentiva di indagare e far rivivere la memoria del Monferrato e di altre aree del Piemonte, attraverso documenti e mappe messi a disposizione dai Callori e provenienti dall’Archivio storico di Alessandria, utilizzando fotografie e oggetti appartenenti alla famiglia.
(Gianfranco Callori, Presidente dell’Associazione “Amici per Palazzo Callori”)
L’iniziativa ha avuto un grande successo sia i termini di afflusso di visitatori sia per la capacità di dar vita ad altri eventi collaterali legati al tema della mostra, quali concerti, presentazioni di libri e valorizzazione delle tradizioni locali. In previsione della riapertura di Palazzo Callori, abbiamo ritenuto importante fondare un’Associazione che si facesse promotrice di iniziative, in collaborazione con la Regione Piemonte e le Istituzioni locali.
All’interno del Palazzo Callori pregevole simbolo del comune monferrino, costruito su fondamenta di origine medievale, si è formato il primo nucleo significativo del fondo. Il Palazzo, si presenta oggi come un’imponente costruzione in mattoni e tufo, con due corpi di fabbrica uniti da scalinata a rampe incrociate in facciata e antiche cantine in arenaria. All’interno vi sono molte sale e saloni decorate dal celebre architetto Filippo Juvarra e dalla sua scuola; in particolare, il salone centrale presenta un soffitto affrescato con gli stemmi della famiglia Callori che, originaria di Asti, si trasferì a Vignale nell’XI secolo. Dal 1976 la proprietà appartiene alla Regione Piemonte che ne ha curato il restauro.
Oltre ad essere uno scrigno di antiche memorie di elevato valore artistico e scientifico, l’archivio è anche un valido strumento per comprendere e raccontare la bellezza del presente, un bene culturale con una valenza giuridica che conserva la memoria di tutti i cittadini e della collettività, ci ricorda Flavia Callori di Vignale che con l’associazione “Amici per Palazzo Callori” organizza conferenze e incontri per rivelarne i valori e la vocazione.
A lei chiediamo, quali sono state le motivazioni che l’hanno spinta a iniziare questo percorso sul giacimento storico e come si compone il fondo.
Sicuramente la consapevolezza dell’eredità culturale da conservare e la responsabilità di non lasciarlo all’oblio ma piuttosto condividerlo. Infatti, l’archivio è un bene da conservare per tramandare la memoria della comunità ma anche una responsabilità di non disperderlo. Con l’Associazione ci impegniamo molto, cercando di renderlo una realtà dinamica, legata ad ogni aspetto anche della vita quotidiana del territorio.
(Flavia Callori di Vignale)
L’intero fondo è composto da circa 400 raccoglitori contenenti migliaia di documenti, disegni a grafite e a penna, acquerelli, piante, mappe, libri, manoscritti e preziosi cabrei che ricoprono un arco temporale di quasi 600 anni.
Del fondo fanno parte anche alcune pergamene pregevoli e una sezione iconografica di disegni e progetti architettonici per palazzi, ville e giardini di Vignale e Casale. Inoltre, una curiosità, vi sono conservati documenti del ‘600 relativi al dazio sul vino e alcune etichette storiche dell’800 con lo stemma e il monogramma dei Conti Callori di Vignale. Queste ultime riguardano la produzione di Grignolino e di un ottimo Spumante denominato “Vignale Superiore”. Le carte raccontano e documentano anche le relazioni con la cittadinanza di Vignale, con i Comuni vicini e con famiglie: Pico Gonzaga, Balliani, Ricci, Piossasco e molti altri. Ne deriva una trama di legami e di percorsi, una sorta di reticolato, che ci auguriamo possa aprire nuove strade alla ricerca archivistica e non solo.
Speriamo a breve di poter avviare, un’articolato progetto per la catalogazione e digitalizzazione di tutto l’archvio, al fine di rendere accessibile il suo contenuto a tutti gli studiosi anche online.
(Flavia Callori di Vignale)
Fanno parte dell’Archivio Storico anche due antiche tavole plumbee in buono stato di conservazione. In origine le tavole erano tre, ma purtrtoppo la terza è andata distrutta a causa del contatto con l’involucro in legno che la custodiva. La prima tavola riporta un’incisione in alfabeto runico-gotico e la data dell’anno 525 e sembra riguardare l’elezione del Re Vitige da parte del popolo longobardo. La seconda, in caratteri latini è datata 721, riguarda la donazione fatta da Liutprando, re dei Longobardi, del feudo di Paciliano ad Alberico De Pik (poi Pic poi Pico). Le preziose tavole confluirono nel patrimonio dei Callori di Vignale tramite i matrimoni con la famiglia dei Conti Pico-Gonzaga d’Uviglie e la loro eredità. Soggette a varie perizie per verificarne l’autenticità, la loro datazione rimane incerta, a fronte dell’ipotesi che si possa trattare di falsi storici di epoca umanistica.
Le preziose lamine furono oggetto di furto nella seconda metà del Novecento. La denuncia ai carabinieri di Vignale riporta infatti: «…Risultano asportati dal suddetto palazzo i seguenti oggetti: (I) Lastra di piombo (cm. 25x20 ca) incisa in caratteri “runici”: Trattasi di documento Longobardi di notevole interesse storico…». Fortunatamente furono ritrovate presso un privato nel 1986, ad opera dei carabinieri, e oggi sono conservate presso l’Archivio Storico di Alessandria insieme al fondo versato a titolo di deposito volontario dal Conte Ranieri Callori nel 1975.
Grazie Flavia per il vostro impegno. Il patrimonio archivistico e librario meriterebbe più risorse e investimenti in progetti che includano la tutela e valorizzazione delle nostre identità comuni. Sono molte, ad oggi, le Associazioni nate su iniziative spontanee, che tentano di salvare l’immenso patrimonio archivistico italiano, pubblico e privato, a livello locale o regionale, sperando nell’aiuto delle Istituzioni, come avviene con maggiore sensibilità per i monumenti o le opere d’arte.