Vieni, primavera, vieni
a svelare la bellezza del fiore
celata nel bocciolo
tenero e delicato.
Lascia cadere le note
che porteranno i frutti,
e passa con cura il tuo pennello
d’oro di foglia in foglia.(Rabindranath Tagore, Scintille)
Le parole di Rabindranath Tagore in questa meravigliosa poesia racchiudono l’essenza della primavera, la stagione della bellezza che si offre generosamente, del risveglio della natura dopo il sonnacchioso periodo invernale.
È il tempo dell’uscita dagli inferi di Persefone, sposa di Ade, governatore dell’oltretomba, che dopo avervi trascorso i sei mesi autunnali e invernali, ritorna in superficie da sua madre Demetra e col suo camminare fa rifiorire la Terra.
Nel mito greco si racconta che Persefone, figlia di Zeus e Demetra, mentre raccoglieva dei fiori insieme alle sue compagne, figlie di Oceano, dal prato fiorito spuntò un bellissimo narciso e volle raccoglierlo. Ma dalla radice del narciso si aprì una voragine da cui emerse Ade che la portò via negli inferi per sposarla, contro la sua volontà. Persefone mangiò svogliatamente un frutto che le venne offerto negli inferi, ignara che facendolo sarebbe rimasta lì per l’eternità. Demetra, dea dell’agricoltura e della fertilità, disperata per il rapimento della figlia, impedì i raccolti. Zeus intervenne e, visto che Persefone non aveva mangiato per intero il frutto, propose un accordo che Demetra approvò. Persefone avrebbe trascorso sei mesi con Ade e sei mesi con la madre sulla terra. Demetra allora accolse con gioia il periodico ritorno della figlia sulla Terra, facendo rifiorire la natura in primavera e in estate.
La primavera è quindi la stagione dell’esplosione della natura con i suoi variopinti fiori che allietano l’animo. È anche il tempo della rinascita e della realizzazione di quei progetti e sogni incubati durante l’inverno, spinti dall’energia vivificante della natura, nostra maestra di vita.
Un periodo dell’anno che viene celebrato in tutto il mondo con svariati riti di purificazione e rinnovamento spirituale che simboleggiano il trionfo della luce sull’oscurità.
Risale all’antico Egitto, circa 4700 anni fa, la più antica celebrazione della primavera Sham el Nessim che letteralmente significa “annusare la brezza”. Le sue origini sono antiche quanto l’Egitto stesso, al tempo dei faraoni questa festa si chiamava Shamo che significa “rinnovo della vita” e simboleggiava l’inizio della creazione. Successivamente la parola shamo fu modificata nel termine copto shamm “olfatto o respirazione” e venne aggiunta la parola nessim “brezza”. La prima celebrazione viene datata nel 2700 a.C. il primo lunedì dopo la Pasqua copta. Strettamente connessa all’agricoltura, al tempo del raccolto, alla fertilità, i riti praticati vennero poi inclusi nei riti pasquali cristiani.
Secondo gli annali di Plutarco, durante questa festa veniva onorato l’intero pantheon delle divinità egizie con l’offerta di lattuga come simbolo di speranza, di pesce salato che simboleggiava per gli antichi egizi la fertilità e il benessere, di cipolle come amuleti contro il malocchio.
L’usanza di dipingere le uova, così diffusa in molti paesi, è in origine una pratica egizia. Nella cosmogonia egizia infatti l’uovo ha un significato importante poiché simboleggia la Fenice, il mitico uccello di fuoco, che prima di morire preparava un nido a forma di uovo, si adagiava al centro e si faceva incenerire dai raggi solari. Dalle sue ceneri nasceva poi l’uovo dal quale la Fenice riprendeva vita in una partenogenesi infinita. Le uova decorate venivano appese nei templi e donate agli amici.
L’arrivo della primavera risveglia delle forze vivificanti che spingono l’uomo a riconnettersi con i ritmi della natura e con i suoi spiriti che emergendo dalla terra si innalzano nell’atmosfera, protesi verso il cielo. Ma è anche il momento in cui forze disequilibranti arimaniche premono per corrompere le anime pure e ostacolare la rinascita spirituale.
L’anima dell’uomo si rispecchia nella natura, si fonde con tutto quello che sboccia e germoglia e inizia a fruttificare quello che ha elaborato nel periodo freddo, proprio come un albero. Ma le forze oscure spingono subdolamente l’uomo verso i bassi istinti come l’avidità, le brame del potere e dei sensi.
Il compito dell’uomo è opporsi e vincere la corruzione di Ahrimane, restando fermo ed eretto grazie all’intelletto, all’amore per l’arte e la bellezza. L’essere umano deve considerare il piano fisico e quello spirituale come due aspetti in continuo scambio, senza separazione, affinché lo spirito possa compiere la sua missione.
La primavera è governata da Mercurio, il dio alato munito della sua verga attorno alla quale si intrecciano i due serpenti a simboleggiare la metamorfosi, il mescolarsi dei 4 elementi in un vortice energetico infinito. L’acqua surriscaldata sale in alto e il vento primaverile la spinge giù sotto forma di pioggia a corroborare e fecondare la terra. L’uomo è spinto a partecipare a questo movimento con la sua coscienza, consapevole di essere parte di questo processo. Così l’uomo viene sospinto a stare nella natura, a respirare a pieni polmoni l’aria profumatissima e ad assorbirla nel corpo e nello spirito.
Hai mai notato un albero che sta nudo contro il sole, com'è bello? Tutti i suoi rami sono delineati, e nella sua nudità vi è una poesia, vi è una canzone. Ogni foglia è andata e sta aspettando la primavera. Quando arriva la primavera, riempie di nuovo l'albero con la musica di molte foglie, le quali nella giusta stagione cadono e vengono soffiate via. E questo è il modo in cui va la vita.
(Jiddu Krishnamurti)