Lo sguardo di Walter Veltroni nel racconto di Pio La Torre, tra realtà e ricostruzione storica in un docufilm, denso di ricordi e testimonianze di amici e colleghi che l’hanno conosciuto e stimato. Ora tocca a noi – Storia di Pio La Torre, scritto da Walter Veltroni e Monica Zapelli, (in anteprima alla 17ª Festa del cinema di Roma e poi in proiezione speciale a Palermo, il 12 dicembre 2022), ricostruisce per la prima volta l’incredibile percorso del segretario del Partito Comunista siciliano, fino a quel lontano 30 aprile 1982, giorno in cui fu ucciso a Palermo.
Da allora sono trascorsi 40 anni, da quando due moto, con alcuni uomini con il casco e armati di pistole e mitragliette, affiancano l’auto con cui La Torre e Rosario Di Salvo si stavano recando alla sede del partito, e sparano a bruciapelo uccidendo il segretario del Pc e il suo fedele autista.
È la frase “Ora tocca a noi” che Pio La Torre (Palermo,1927), riferisce all'amico Emanuele Macaluso, storico dirigente del Partito Comunista Italiano, pochi giorni prima di essere ucciso insieme a Rosario Di Salvo, da cui prende il titolo il docufilm diretto da Walter Veltroni, prodotto da Gianluca Curti e Santo Versace per Minerva Pictures, insieme a Rai Documentari (andato in onda il 16 dicembre su Rai Tre) e Luce Cinecittà, con il contributo di Rai Teche, realizzato da Minerva Pictures.
Un racconto confidenziale e giornalistico con autorevoli testimonianze prima fra tutte quella del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che apre il documentario, e a seguire quelle dell’attuale Procuratore Capo di Palermo Maurizio De Lucia, l’ex capo della Squadra Mobile di Palermo Francesco Accordino, la figlia di Rosario Di Salvo, Tiziana di Salvo, e il figlio di Pio, Franco La Torre, presente anche alle proiezioni.
Interviste inedite condotte da Veltroni stesso a politici, familiari, amici e uomini di cultura, tra le quali quelle del compagno di partito Emanuele Macaluso, visibilmente affranto e commosso, e quelle del regista Giuseppe Tornatore. Preziosi documenti d’archivio e frammenti dei telegiornali dell’epoca, come il palpitante discorso di La Torre dopo l'omicidio di Piersanti Mattarella e le rivelazioni del collaboratore di giustizia, Salvatore Cucuzza, che riproduce il quadro dei mandanti dell’eccidio, identificati nei boss Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Antonino Geraci.
A fare da fil rouge immagini di fiction con attori che raccontano brevemente l’infanzia, la gioventù e l’impegno nel partito e in Parlamento di Pio in Sicilia, con la partecipazione straordinaria della palermitana Silvia Francese,(nel ruolo di Giuseppina Zacco, la moglie di Pio La Torre) nipote del giornalista Mario Francese, assassinato a Palermo da Leoluca Bagarella la sera del 26 gennaio del 1979.
Veltroni riesce a delineare l’aspetto intimo, storico e istituzionale di un uomo, che ha dedicato la sua intera esistenza combattendo contro la mafia, per i diritti dei più deboli e bisognosi contro lo sfruttamento dei ricchissimi proprietari terrieri. Un impegno politico che Pio La Torre comincia con l’iscrizione al Partito Comunista nell’autunno del 1945 e la costituzione di una sezione del partito nella sua borgata, Altarello di Baida a Palermo, la prima delle tante.
Nel suo Ora tocca a noi, il regista romano, ex leader del Partito Democratico, non ritrae semplicemente l’iter di Pio la Torre, ma soprattutto la sua interiorità, il suo coraggio e principalmente come si è giunti all’approvazione dell’attuale Legge Rognoni-La Torre, che introduce il reato di associazione mafiosa, e la norma che prevede la confisca dei beni e del patrimonio ai mafiosi.
Promosso nell’ambito del progetto formativo antimafia dal centro studi Pio La Torre, Ora Tocca a noi ha permesso anche un confronto e un dibattito insieme al regista, anche tra gli studenti delle scuole e delle carceri in collegamento, insieme al procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia e a Vito Lo Monaco, entrambi intervistati da Veltroni nel docufilm.
La missione del “Centro Educativo Pio La Torre”, nato ad Alcamo nel maggio del 1986 su iniziativa di Ino Vizzini, deputato regionale, è quella di valorizzare l’eredità ideale e politica trasmessa da Pio La Torre, che a parer del primo Presidente del Centro, l’ing. Francesco Artale, “il Patrimonio lasciato da Pio La Torre […] appartiene a tutti i lavoratori, alla gente onesta, a tutti quelli che lottano e operano contro la mafia e contro lo sfruttamento, a tutti quelli che lavorano per una Sicilia libera e produttiva e per un mondo senza missili e senza guerre”.