Il musicista e produttore veneto presenta il suo nuovo brano contro la guerra e a sostegno della liberazione di Julian Assange. Un punto di svolta artistica che evolve istanze del suo The War Is Not Over verso un un electro-pop di ricerca cantato in italiano. Registrato in analogico insieme a Nick Muneratti, Alberto Stocco e Riccardo Nicolin.

Mike 3rd: musicista, produttore, docente, uomo di studio, amante dell’arte e di diversi generi: dalla musica classica, alla lirica, al rock, al jazz, all’avant-punk.

Era il 2020 quando dopo il primo lookdown hai pubblicato un EP Quarantini, dove suoni, scrivi, canti e registri tutto da solo. Da allora cosa è successo?

Un montón de cosas! Come si dice in spagnolo. Dall’inizio del 2020 ad oggi sono stati due anni densi di difficoltà: lavorative per ragioni che ben potete immaginare ed altresì familiari, per la lunga malattia che ha portato via mia madre lo scorso aprile e che in famiglia abbiamo dovuto fronteggiare in tempi non facili. Un evolversi di tinte forti, contrastanti, di speranze, di sogni ad occhi aperti, di idee ed illuminazioni che venivano inesorabilmente risucchiate in un vortice di emozioni nel quale era difficile mantenere lucidità. In tutto questo non ho smesso di studiare, lavorare a nuove composizioni, creare. La musica e la mia famiglia sono stati i punti saldi che mi han permesso di non perdermi più di quanto abbia in realtà fatto.

Oggi siamo in un momento di espansione, nonostante gli scenari cupi della politica, sembra esserci molta vitalità artistica, in questo contesto c'è 500.000 Je Suis: parlaci di questo nuovo brano.

Il concetto alla base di 500.000 Je Suis nasce durante una session in studio nel corso della quale lavoravo con il collega produttore Andrea Effe a delle canzoni dei Fish on Mars, una interessante band slovena. Parlavamo della guerra in corso, dell’ipocrisia dilagante, della storia recente ed anche di alcune discutibili pubblicazioni di colleghi famosi. Prima fra tutti quella cosa inascoltabile ed inguardabile di Rise Up di quel che rimane dei Pink Floyd.

Ci tengo a precisare che i Pink Floyd sono uno dei miei primi e più profondi amori, che li ringrazierò per sempre per la loro musica, ma quella cosa non è nemmeno la loro ultima versione a tre. Ad ogni modo, 500.000 Je Suis eredita il secco NO alla guerra del mio precedente The War Is Not Over spostando però l’attenzione a scenari recenti che (purtroppo) dimostrano che negli ultimi 100 anni non abbiamo imparato nulla anzi, che siamo sempre più proni a farci prendere in giro dai poteri che comandano questo mondo.

500.000 Je Suis ti vede per la prima volta cantare in italiano.

Sì, il primo ed è il primo in cui canto da baritono nella mia musica dopo anni di studio. Al di là del testo che è senza dubbio forte, è un brano per me molto importante, segna una svolta nel mio linguaggio.

Una figura poliedrica come si posiziona in un contesto dove ogni comparto della vita è specializzato?

Onestamente non mi posiziono, rifuggo serenamente i posizionamenti guidato dall’istinto. Se dovessi fare una citazione famosa direi “me ne frego”. Ad ogni modo, faccio come sempre, quel che mi piace e cerco di farlo nel modo migliore e con onestà intellettuale.

Ciò che “mi piace” si è arricchito molto negli ultimi anni e così, in questo nuovo brano, ho prestato molta attenzione alla parte vocale, alla meravigliosa ricchezza della lingua italiana, ad una eccellenza che amo col cuore, la Lirica, la ragione peraltro che mi ha portato ad usare la lingua italiana nella mia musica. Ci tengo a precisare che non ho usato aiuti tecnologici come “autotune” o altro! Quello che ascoltate sono la mia voce, la mia chitarra, unite ai suoni di grandi musicisti italiani indipendenti come Nick Muneratti (basso), Alberto Stocco (batteria), Riccardo Nicolin (percussioni).

In un mondo dove la guerra è in ogni dove - dal pianerottolo al continente - ha ancora senso muoversi verso la pace?

La pace è uno stato di presa di coscienza, di consapevolezza del proprio essere, è dentro ognuno di noi, non dobbiamo muoverci verso essa. Ognuno di noi è pace, il problema è che ci si dimentica di esserlo perché veniamo manipolati ripetutamente dai mezzi di disinformazione di massa. Ma il vento sta cambiando.

Cosa vuol dire pace?

Questa è una domanda alla quale è difficile rispondere in modo sintetico. Oltre il significato riportato nei dizionari, penso che “pace” implichi l’essere consapevoli che tutti siamo espressione di una unica coscienza che ha generato quel che sperimentiamo attraverso i sensi. Questa coscienza vive l’esperienza attraverso di noi.

La pace, perciò, si identifica con lo stato di consapevolezza che raggiungiamo nel momento in cui capiamo che non esiste la dualità, che non esiste in realtà lo scontro e che questo è frutto di una manipolazione. La contrapposizione, per esempio, del “buono contro il cattivo” (molto cara ai nipoti dello Zio Sam d’oltreoceano) come di mille altre usate anche oggi, è una manipolazione che ci allontana di base dal prendere coscienza del nostro io più profondo.

Quali sono le scoperte, le collaborazioni e le difficoltà che hai affrontato in 500.000 Je Suis?

Questo nuovo brano, come detto in precedenza, arriva dopo anni di studio, di interrogativi, di lavori iniziati e poi per varie ragioni messi in pausa. Le scoperte le ho fatte negli ultimi anni, fin dai tempi di In the Woods. La scoperta prima è stata la mia voce, e di questo sarò sempre grato alla mia insegnante, la soprano Roberta Canzian, che ha avuto un ruolo importante anche nell’arrangiamento di *500.000 Je Suis.

Parlerei poi di conferme, come il piacere di lavorare con altri musicisti e colleghi. Tra questi, oltre ai già citati, una menzione particolare va fatta all’amico produttore Andrea Effe di Capodistria. 500.000 Je Suis è forse la dimostrazione che quando siamo in regia assieme possiamo fare cose molto belle.

La peculiarità del Prosdocimi Recording Studio è la cura del suono e la sua attrezzatura di altissima qualità e in analogico. Per questa tua nuova produzione quali accorgimenti tecnici hai usato?

Ho semplicemente seguito quelli che sono i classici della ripresa audio di alta qualità, o professionale se volete chiamarla così. Sono standard affermati da decenni tra i professionisti del settore. Ho utilizzato attrezzature che ancora pochi studi superstiti hanno a causa della crisi oramai irreversibile del settore. Per gli amanti audiofili, 500.000 Je Suis è stato registrato su nastro 2 con testina a 16 tracce e sistema Dolby SR con in sincronia un ProTools che ospitava gli strumenti “meno esigenti”. Il mix è stato registrato su Studer C37 stereo anch’esso fornito di Dolby SR. Il resto è piacere d’ascolto nella ripresa e gusto personale nella produzione e nel mix.

Dove possiamo ascoltare il tuo brano?

La mia musica in formato digitale (ascolto o download) si può trovare da un paio d’anni solo su Bandcamp, è una piattaforma attenta all’artista e consapevole dell’importanza dell’arte. Le stampe in Vinile o Compact Disc, (quando disponibili), possono essere acquistate sia su Bandcamp che funge da eCommerce che presso case discografiche, tra tutte Ma.ra.cash Records.

A cosa prelude questo brano? Ci sarà un nuovo disco solista?

“500.000 Je Suis” è una nuova “creatura” può essere considerata come il primo punto di svolta importante in una evoluzione che continua. Ci saranno altre pubblicazioni, sicuramente. Sui tempi non posso dare certezze per le ragioni che ha espresso anche Roger Waters anni orsono denunciando la speculazione delle multinazionali della Silicon Valley. In altre parole: lavorare costa, qualsiasi lavoro ha un costo, e se la società pensa che questo debba essere gratis si priva di una risorsa. Nel caso della musica di molte risorse.

Quali domande e quali speranze per il prossimo 2023?

Spero che l’umanità arrivi ad una maggiore consapevolezza, che inizi a celebrare le differenze tra le sue culture invece di combatterle. Spero che dia più spazio alla saggezza e sia meno incline ad essere manipolata dai mezzi di disinformazione di massa.