“Finalmente ce l’abbiamo fatta. La pandemia ci ha rallentato ma ci ha anche dato la forza per creare una edizione eccezionale, ricca di capolavori e di eventi. Il mercato dell’arte deve essere complice con le istituzioni e viceversa. Ora più che mai è importante collaborare per continuare a fare crescere questo evento che ha portato un grande indotto in città attirando importanti collezionisti e direttori di musei da tutto il mondo”.
Il segretario della Biaf Fabrizio Moretti, in conferenza stampa della XXXII edizione al Palazzo Corsini di Firenze con questa dichiarazione ha sottolineato ciò che poi, girando fra gli stand della biennale dell’Antiquariato abbiamo visto. Ovvero che l’esposizione di quest’anno presenta opere d’arte particolarmente interessanti e accompagnate da studi approfonditi.
L'intervallo fra le ultime due esposizioni si è allungato di tre anni a causa del Covid. Questo, però, ha permesso di ampliare studio e ricerca sulle opere in mostra. Il Sindaco Nardella ha sottolineato che "Ci sono almeno venti opere che potrebbero entrare nelle collezioni dei Musei, così come affermato da Vittorio Sgarbi nel suo intervento alla conferenza stampa di presentazione della manifestazione, ma anche dai componenti del prestigioso Vetting internazionale di questa edizione”.
75 gallerie internazionali propongono non meno di 4.500 opere di varia tipologia tutte accuratamente vagliate dall’autorevole Vetting, la commissione scientifica che conta esperti di ogni settore artistico e consente al compratore di acquistare in sicurezza.
Alcuni accenni alle opere degne di un museo.
Umberto Giacometti espone cinque piccole lavagne dipinte ad olio. Le piccole ardesie in esame sono caratterizzate da un’ambientazione serale o notturna, favorita dal supporto scelto appositamente dal pittore, il quale illumina con maestria le scene delle sue taverne con fonti luminose celate agli occhi dello spettatore.
Notturni su pietra simili a questi erano prodotti a Roma da Leonaert Bramer, (Delft 1596 – Delft 1674), che proprio per questa sua abilità fu soprannominato Leonardo delle Notti. Si tratta di un vero e proprio compendio dei temi caravaggeschi, a partire dai soggetti della Buona Ventura, dei concerti, dei giocatori, spesso ambientati in osterie, anch’esse tanto care al Merisi. Non manca neppure la scena sacra della Negazione di san Pietro.
I personaggi che animano le cinque lavagne, vestiti rigorosamente in abiti contemporanei ad eccezione dell’apostolo Pietro, sono musici, soldati, bravi e zingare, ossia le tipiche figure che animavano i bassifondi e le taverne della Roma del tempo. La volontà di richiamare i modelli del Caravaggio risulta evidente. I frammenti di monumenti antichi utilizzati senza pudore, come i tavoli nel Concerto in una taverna e ne i Giocatori di dadi riprendono invece, con una grafia decisamente più spigliata, un topos molto utilizzato.
Il Laocoonte, a grandezza naturale, di circa due tonnellate, iniziato da Vincenzo de’ Rossi nel 1584 per la nobile famiglia fiorentina Della Sommaja, è tornato a Firenze in questa occasione con la Lacoon Gallery di Londra e la W.Apolloni di Roma. A Firenze era nato quasi 4 secoli e mezzo fa. Era l’ultima occasione di far restare nella sua città, acquistandolo, il capolavoro dell’inquieto allievo di Baccio Bandinelli, che fu l’ultimo degli scultori manieristi e al tempo stesso un precursore dell’estremismo espressivo barocco. Pare però che la statua sia irrimediabilmente ripartita per l’estero.
Butterfly porta da Lugano Santa Maria Maddalena in meditazione, olio su tavola del 1640 di Artemisia Gentileschi. La luce è pomeridiana, e lambisce la figura della santa con ombre leggere che raggiungono effetti di sfumato di grande morbidezza.
Fondantico da Bologna espone un Cupido addormentato di Guido Reni(1575-1642), olio su tela. Effigiato a mezza figura, giace completamente nudo e addormentato - ma ad ali spiegate - su di uno spartito musicale aperto. Alle sue spalle il mare. Il dipinto proviene dalla raccolta della nobile famiglia Raggi di Genova ed è di grande bellezza.
La galleria Berardi di Roma ha allestito uno stand che racconta vite straordinarie di artisti italiani del diciannovesimo secolo alla scoperta del mondo. Con quadri che sono appunti di viaggio. Fra gli autori Achille Vertunni e Odoardo Toscani. L’opera più notevole mostrata in questa occasione, per dichiarazione della galleria stessa, è Mina da Fiesole, olio su tela di Juana Romani, modella e pittrice di successo nei salons parigini ottocenteschi, che però finì i suoi giorni in manicomio.
Il premio Lorenzo D'Oro è stato assegnato a Claudio Strinati per il suo contributo alla comunicazione della cultura artistica, che ha sempre tenuto, grazie a lui, un alto livello di divulgazione.
La Biennale si è caricata anche della spesa per il restauro di un’opera, la pala di Durante Alberti La Trinità e i santi Andrea, Maria Maddalena e Cristina e ne ha fatto donazione, durante questo Biaf, alla Cattedrale di S. Sepolcro. È stato un modo di salvare un’opera d’arte valida ma che, per mancanza di fondi pubblici, sarebbe stata destinata ad un deterioramento forse irreversibile.