Cercare la frivolezza per provare a non pensare al disfacimento della società e ai conflitti continui che ci portano ad essere altro da noi stessi. Potrebbe essere questa la chiave per avere una mente più leggera e il cuore meno pesante? Lasciare in fondo a noi stessi la parte che più condiziona il nostro giudizio sul mondo e mettere da parte l’empatia con ogni essere vivente per guadagnare spensieratezza. Riscoprire l’ironia, prendersi in giro e mettersi in gioco per conoscere un mondo che, fino ad oggi, mi era sconosciuto. E come fare ad ottenere questo risultato che potrebbe sembrare irraggiungibile quando sei assolutamente “pesante” proprio come me?
Per qualche settimana, allora, ho messo da parte libri, carta e penna e ho guardato decine di video di ragazze, molto ma molto più giovani di me, che, con in mano ombretti e pennelli trasformano sguardi freddi in languidi occhi da cerbiatte e viceversa, con cipria e correttori rendono pallidi incarnati così rosei da essere degni di Biancaneve, con rossetti e matite dipingono labbra rosse su volti rassegnati alla routine quotidiana. Ebbene sì: l’apparenza supera l’essere ed è molto, molto divertente!
Ovviamente per alleggerire il proprio pensiero molto spesso non basta la teoria ma ci vuole anche una gran dose di pratica. Mi rivolgo allora alla mia trousse: “Che tristezza ragazze!” Trovo solo una matita spuntata, una palette per gli occhi dei colori dell’autunno - e va bene che siamo in stagione, ma insomma - un rossetto marroncino e un mascara pieno di grumi. “Non va bene per niente, ne sono certa”. Mi faccio coraggio, esco e mi dirigo verso il centro commerciale. Entro in una profumeria economica e vengo assalita da parole che non mi dicono granchè: correttore, contouring, eyeliner, skin-care, lipstick, glossy. “Boh, forse dovevo studiare di più!” A questo punto non resta che affidarmi ai sapienti consigli della commessa che mi fornisce il kit base per iniziare gli esperimenti su me stessa.
Sceglie per me i colori che stanno meglio con il mio incarnato, poi mi fornisce una matita occhi viola perché, sottolinea: “Mia cara è sempre bene osare un po’ con lo sguardo”. Probabilmente avrà pensato che vivo fuori dal mondo. Prendo la mia spesa, pago, e torno felicemente a casa con il necessario per non pensare al mondo che è lì fuori. Dentro la mia testa ricordo di aver letto, da qualche parte, che tra i consigli per poter vivere in maniera più leggera c’è quello di evitare le informazioni negative. Benissimo, stop a telegiornali, giornali e siti d’informazione giornalistici. Basta. Adesso ho bisogno di uno specchio e di tutte quelle ragazze che scorrono tra i Reels di Facebook e le storie di Instagram.
Inizio con il correttore. Con il pennello lo spargo sotto gli occhi e lo picchietto con una spugnetta. Picchietto e picchiettare sono verbi molto usati dalle influencer. Bene: occhiaie cancellate. Dopo di che ricordo che prima avrei dovuto sistemare l’incarnato con il contouring, sorta di gioco di chiaro scuri per mettere in risalto i tratti migliori del viso, e cipria. Se non sbaglio. Va bè, non ne faccio una tragedia, e vado avanti. Con la matita nera disegno una linea sottile sulla palpebra mobile per allungare lo sguardo. Sto attenta a non andare oltre la metà dell’occhio verso il naso. Sarebbe imperdonabile! Apro la mia nuova palette di ombretti e si schiude un mondo colorato che mi mette in difficoltà sulla scelta dell’ombretto giusto. Da quel che ho capito il colore scuro va all’esterno dell’occhio, al centro ce ne vuole uno glitterato e verso il naso uno chiaro. Allora, pronta via: scelgo un marrone per l’esterno, un glitter dorato per il centro e un rosa antico per l’interno. Adesso sì che ho uno sguardo profondo. Vado ancora avanti. Metto il mascara sulle ciglia e alla fine scelgo il rossetto sui toni della terra per le labbra. Lascio perdere la matita per il contorno labbra, l’illuminante e la cipria per le gote. Va bene così, in fondo è solo l’inizio. Non voglio diventare leggera tutto di un colpo.
Ed infatti nonostante i buoni propositi, mentre segno gli occhi con la matita, penso alle ragazze iraniane che stanno combattendo la loro guerra di liberazione. Che devono tenere i loro splendidi capelli nascosti dal velo. Che può bastare una ciocca ribelle a condannarle. Penso alle donne afghane che lottano per il diritto all’istruzione. Che vengono represse perché vogliono imparare. Che gridano la loro rabbia mentre noi, dalla parte ricca e occidentale del mondo, abbiamo ogni possibilità di mostrare ciò che siamo e possiamo scoprirci o coprirci come vogliamo. Possiamo apparire colorate o in tono con i colori dell’autunno. Possiamo passare giornate a spiegare ad altre donne come truccare gli occhi o come abbinare i vestiti, quali sono i must-have della stagione e quali i trend da seguire. Tutta la libertà in una trousse o nell’armadio.
Il divario tra queste due realtà è abissale. E anche se oggi ho gli occhi truccati e per un attimo ho avuto la testa più leggera, niente può farmi provare meno empatia verso quelle persone che rischiano la vita per affermare i propri diritti. Quegli stessi diritti che noi qui abbiamo conquistato molti anni fa e che non dobbiamo perdere mai di vista. Anzi dovremmo lottare insieme a loro e pretendere che l’affermazione della femminilità viaggi di pari passo con l’affermazione dei diritti di uguaglianza di tutte le persone. Perché non ci possono essere binari diversi su cui viaggiare, uomo o donna, etero o Lgbtq+, nero o bianco che sia. L’affermazione di un’unica umanità passa dal riconoscimento dei diritti di tutti, nel mondo ricco e occidentale ma anche in quello più lontano da noi, dove ragazze lottano per affermare la loro esistenza, per far sentire forte la loro voce.
Alla fine non sono riuscita ad essere leggera come volevo all’inizio di questo articolo però in questi giorni ho capito alcune cose essenziali: che le amiche novenni della mia piccola sono grandi esperte di make-up grazie ai social, che probabilmente faremmo meglio a recuperare l’uso della lingua italiana che è meravigliosa e che, in fondo, uno sbuffo di cipria non può che fare bene ricordando però, come insegnava il maestro Italo Calvino, che prendere la vita con leggerezza non significa essere superficiali ma “planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.