Nato nel 1959 nella prefettura di Aomori, Nara Yoshitomo è uno degli artisti giapponesi contemporanei appartenenti al filone della Pop Art più popolari in assoluto. Le sue opere sono state esposte nelle più importanti gallerie e nei più prestigiosi musei di tutto il mondo: la mostra Nothing ever happens in particolare, organizzata dal Cleveland’s Museum of Contemporary Art, fece il giro degli Stati Uniti tra il 2003 e il 2004 riscuotendo un enorme successo e incrementando notevolmente la popolarità dell’artista, già famoso a partire dagli anni Novanta.
Nara è noto per le sue opere, principalmente disegni e sculture, raffiguranti bambini e cagnolini in tonalità pastello e dai tratti fumettistici – la testa a palloncino, il naso piccolo e rosso, i grandi occhi dolci –, impegnati in attività solitarie: essi vengono rappresentati mentre giocano in una scatola, leggono un libro o siedono su un vaso. L’apparente semplicità di tali raffigurazioni, immerse a prima vista in un’atmosfera poetica, quasi da sogno, sembra rimandare alle tradizionali illustrazioni dei libri per i più piccoli. Tuttavia, l’innocenza di questi soggetti si rivela ben presto ingannevole agli occhi dell’osservatore: i piccoli protagonisti, dallo sguardo indagatore ricolmo di odio, fumano sigarette, vengono rappresentati nel tentativo di dare fuoco alla coda del compagno a quattro zampe, brandiscono armi, seghe e coltelli.
Un’atmosfera di confusione, tensione e ribellione caratterizza dunque le opere di Nara, il cui fine è quello di rappresentare l’incertezza e la vulnerabilità dell’età dell’infanzia e della preadolescenza, e il male che gli adulti possono causare ai più piccoli con il loro comportamento, scaricando su di essi la loro arroganza e proiettando su di loro la violenza che sono gli adulti stessi spesso a subire. Nelle opere dell’artista giapponese, a discapito dell’apparenza, non sono dunque i bambini i veri aggressori, bensì gli adulti. Nara non vede le armi impugnate dai fanciulli quali potenziali strumenti di aggressione: look at them, ha dichiarato in un’intervista, they [le armi] are so small, like toys. Do you think they could fight with those? I don’t think so. Rather, I kind of see the children among other, bigger, bad people all around them, who are holding bigger knives. L’artista sostiene che le armi impugnate dai bambini che rappresenta siano talmente piccole da sembrare giocattoli, finte armi con le quali non si può certo combattere; egli piuttosto, vede questi bambini circondati da persone adulte e cattive che impugnano armi più grandi e con le quali possono fare loro del male. I piccoli protagonisti, bambini e animali, incarnano in un certo senso la rabbia, l’impotenza e la crudeltà del mondo in cui sono costretti a vivere e da cui faticano a difendersi.
Illustratore ufficiale delle copertine della scrittrice Banana Yoshimoto, Nara deve l’ispirazione ai manga e agli anime della sua infanzia, ai capolavori di Walt Disney, ai graffiti. Anche la musica ha contribuito in maniera determinante alla sua formazione artistica: sembra che il gruppo punk rock dei Ramones in particolare abbia aiutato l’emergere della creatività di Nara e lo sviluppo della sua visione filosofica del mondo, che alcuni hanno sintetizzato in tre punti: vita come isolamento, ribellione come definizione di arte e musica come forma di espressione.