Il Sistema Nervoso Centrale, intracranico, è suddiviso principalmente in due emisferi: destro e sinistro. Questi sono interconnessi da un “corpo calloso” posto in zona centrale. L’emisfero sinistro è detto della parola essendovi aree relativamente più collegate alla funzione linguistica come l’area di Broca e l’area di Wernicke (elaborazione e comprensione del linguaggio). L’emisfero destro è analogico e analitico ed è preposto a tutte le attività motorie e spaziali. È l’emisfero dove più si annidano i numeri e il calcolo.
Di conseguenza anche gli apprendimenti sono situati nei due emisferi cerebrali: a quello sinistro afferiscono le conoscenze umanistiche, a quello destro le capacità matematiche, artistiche e di movimento. Se a sinistra sta Atene a destra v’è Sparta e la Grecia non può fare a meno né dell’una e né dell’altra.
Un po’ così è l’emiciclo parlamentare: se a sinistra sta soprattutto il pensiero, la parola, la prospettiva a destra v’è il calcolo, il bilancio, la struttura. Una differenza fondamentale che ritroviamo anche nei documenti politico programmatici. Per esempio, per limitarci ad un lampo della seconda repubblica, nei documenti di Giuliano Amato v’erano molte parole e pochi numeri (forse quelli delle pagine) e l’esatto contrario trovavamo nei documenti di Giulio Tremonti.
L’uno non è indipendente dall’altro in quanto senza un emisfero l’encefalo muore. Vale lo stesso per l’emiciclo che si legittima per lo più con idee e proposte proprie ma anche e purtroppo, in assenza di “motu proprio”, con la delegittimazione dell’altro.
Al centro dell’encefalo v’è il corpo calloso. Trattasi di un fascio di assoni che interconnette i due emisferi. È la commisura più importante del cervello poiché collega tra loro i quattro lobi (lobo frontale, temporale, parietale e occipitale). Il corpo calloso garantisce quindi il trasferimento d’informazioni tra i due emisferi e il loro coordinamento. Lesioni a questa formazione encefalica “centrale” provocano gravi deficit di coordinamento dei movimenti, dovuti al fatto che la parte destra e la parte sinistra del nostro cervello non sono più in grado di comunicare e, quindi, di lavorare in sinergia. La parola si scollega dal calcolo; la teoria dalla pratica.
Nell’emiciclo parlamentare vi sono formazioni politiche “centrali” che sono fondamentali per far dialogare in modo sinergico destra e sinistra. Lo abbiamo visto di recente con l’elezione del Presidente della Repubblica come il “gruppo misto” che è di fatto un “non luogo” sia stato fondamentale per l’interazione e la mediazione. In realtà questo corpo calloso della politica è il luogo del compromesso mentre le ali estreme sono quelle dell’enunciazione o, per dirla con Greta, del bla, bla, bla. La fatica di trasformare l’enunciazione di principio in articolato legislativo pubblicato in Gazzetta Ufficiale (G.U.) spetta spesso alle diverse forze politiche che abitano il corpo calloso; a chi ha esperienza (calli) di mediazione politica. Se si rimane fermi all’enunciato che proviene da una parte estrema dell’emiciclo senza interazione con l’altra parte non sarà possibile alcuna riforma; alcun ammodernamento dello Stato, alcuna legge in G.U. Lo abbiamo sperimentato con il DDL Zan che è rimasto un DDL (disegno di legge) perché non s’è cercata l’interazione con l’altra parte dell’emiciclo. È venuto meno l’ascolto che i vecchi neurofisiologi allocavano soprattutto nell’area di Wernicke.
Sia nella neurofisiologia come nella politica accade che le funzionalità non siano esattamente circoscritte ad aree ben precise e circoscritte. E troviamo, inaspettatamente, che aree dell’emisfero di destra svolgano funzioni dell’altro emisfero e viceversa. Nessuno si sarebbe aspettato che fosse proprio il tecnico Mario Monti ad introdurre una pesante patrimoniale immobiliare o ridurre i bombardieri F35 ma così fu. Politiche di sinistra fatte a destra e viceversa.
La realtà è che tutti noi siamo sia sinistra, centro e destra. Certo; ci allochiamo in una determinata area politica per identificarci, per non rimanere soli, per tessere comunità ma, parimenti la nostra natura, siamo un tutto fatto di parola, calcolo e interconnessione.
Molti analisti denigrano i “Giovanni dalle Bande Nere” che combattono prima con gli uni e poi con gli altri. Suggerirei un maggior rispetto perché è il Paese che necessita in un determinato momento storico maggior parola e maggior concretezza. Tant’è che l’art. 67 della Costituzione tutela ed afferma che “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato…”.
La democrazia fu sospesa in Italia quando la destra denigrò la sinistra e viceversa al punto che morirono entrambe e il centro abdicò al suo compito di mediazione. Morì la dialettica democratica e il paese si affidò alla dittatura. Assieme alla morte reciproca di destra e sinistra venne meno anche l’enunciazione di Evelyn Beatrice Hall: “Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere.” Insomma, l’encefalo, per sopravvivere ha la necessità di scambiare informazioni tra l’una e l’altra parte e sia l’una anche l’altra parte dovrebbe preoccuparsi della salute reciproca perché solo così può sopravvivere: la parola ha bisogno del calcolo e viceversa. Recentemente, a furor di populismo, l’emiciclo ha deciso non di uccidersi ma dimezzarsi. Ciò lo renderà molto più debole rispetto agli altri poteri (esecutivo, giudiziario, informativo).
Il SNC non può in alcun modo far prevalere altri sistemi sul proprio. Il sistema muscolo scheletrico è cosa diversa dal sistema nervoso e sarebbe cosa grave se non fosse regolato da quest’ultimo.
Il potere giudiziario, governato ad hoc da una parte deviata ed ormai extraparlamentare del potere politico che risale ancora alla Prima Repubblica, conduce inchieste mirate nei confronti di chi rivendica autonomia e ha il dovere di riformare il giudiziario. Non solo. Non avvia inchieste nei confronti di chi va invece protetto, tutelato o proviene dalle proprie file. Questo è un problema se non il problema in Italia. Aveva tentato anche il Capo di Stato Sergio Mattarella a porre rimedio ma comprese ben presto la difficoltà in quanto le correnti dentro la magistratura erano, non solo interconnesse, ma più forti e radicate delle correnti dell’emiciclo partitico. Il potere giudiziario usato soprattutto contro coloro che avevano tentato la sua riforma.
Ancor meno autonomo è il quarto potere definito dell’informazione. Potere che tracima nel denigrare beatamente gli stessi riformatori attaccati dal potere giudiziario. Questi poteri paralleli si credono autonomi ma in realtà sono dipendenti dal vecchio ordine politico che non permetterà mai d’esser riformato per due ordini di problemi: sia perché lo status quo rende (politicamente e non solo) e sia perché creare una nuova mappa mentale è ergonomicamente faticoso. Servono nuove connessioni neurali. Difficilmente comprensibili secondo vecchi schemi interpretativi. La Prima Repubblica detta ancor oggi le regole benché siamo passati dalla macchina da scrivere al 5G.
Facciamo un passo indietro. Ad inizio del 1500 accadde che mentre Antonio Benivieni inizia la pubblicazione dell’anatomia patologica e, quindi, la prima sezione encefalica post divieto ecclesiale a Firenze Nicolò Machiavelli teorizzava che non v’è nulla di più difficile da realizzare, né di più incerto esito, né più pericoloso da gestire, che iniziare un nuovo ordine di cose. Perché il riformatore ha nemici tra tutti quelli che traggono profitto dal vecchio ordine e solo tiepidi difensori in tutti quelli che dovrebbero trarre profitto dal nuovo. Una spiegazione quantomai attuale che dimostra quanto sia difficile riformare il Bel Paese nonostante le conoscenze e le diverse scienze. Quantomai attuale è la dicotomia destra/sinistra che avvantaggia e fortifica sia la destra che la sinistra. Dimenticando come un sistema fisiologicamente sano necessiti di un buon corpo calloso capace d’interconnettere.