Successe tutto nel momento meno prevedibile, direi quasi nel momento meno opportuno. Non che si possa indicare un tempo in cui una rivelazione possa essere prevista o opportuna, ma in un momento di confusione ideologica, di deriva dell’intera società capitalistica, di totale sfiducia nella politica e nelle istituzioni, di assoluta emergenza climatica (per l’essere umano, non per la Natura), di ridimensionamento dell’onnipotenza della scienza e di emergenza sanitaria, tutto ci si aspettava tranne che Lui ci parlasse.
E lo fece al passo con i tempi.
In Jesus Christ Superstar Giuda chiede a Gesù perché scelse di manifestarsi in un’epoca priva di mezzi di comunicazione, che gli avrebbero garantito molta più visibilità.
E Lui l’ha fatto: ha parlato a tutti utilizzando la tecnologia, mandando un messaggio attraverso tutti i social, tutte le piattaforme, tutti i siti web, le televisioni di tutto il mondo e i giornali on line. Ha preso tutti di sprovvista, Vaticano in primis.
Nei giorni seguenti si scrissero fiumi di parole sul fatto che la Chiesa non fosse stata avvertita: vescovi, papi (all’epoca ce n’erano tre), cardinali, persino i parroci di campagna non si capacitarono di essere stati trattati come semplici uomini e non come Suoi umili e fedeli rappresentanti. Altri accusarono uno dei tre papi in carica di aver stimolato la Sua reazione quando il pontefice asserì che “…siamo tutti figli di Dio”, accumunando in questa grande famiglia credenti e non credenti. La conseguenza della nuova rivelazione fu che, come in un domino, ci furono molte “defezioni a catena” nel mondo ecclesiastico, un drastico calo nelle vocazioni e questo non successe solo nel mondo cattolico, ma anche nelle altre dottrine monoteiste. Un’altra certezza che si dissolveva come neve al sole.
Questo fu solo uno dei risultati della Sua comunicazione via web. Il messaggio diceva: “Per me non siete tutti uguali!”
Sulla Terra calò il gelo, nonostante l’aumento delle temperature. Sembrò peggio del primo “lockdown” dell’epoca Covid. Tutto si fermò e non solo dal punto di vista pratico con la chiusura di praticamente tutte le attività umane, ma parve che le menti stesse non sapessero più cosa pensare.
Come non siamo tutti uguali? Non siamo tutti tuoi figli, di fronte al Giudizio Universale non saremo trattati tutti allo stesso modo?
Cominciarono mille speculazioni sul senso della Sua frase, com’è ovvio: sette che avvertivano che “…sulla Bibbia c’è scritto che Dio è il Creatore dell’umanità, ma non ne è il Padre, che è invece Adamo e, come tutti sappiamo, Dio maledisse tutta la sua discendenza, cioè noi; quindi, Dio non solo non è nostro Padre, ma ci detesta!”. Alcuni prelati ricordarono che non Dio, ma bensì “…fu Cristo che ci chiamò figli di Dio ed eredi del cielo”, asserzione che sembrò più uno scarica barile che altro.
Ci fu un aumento considerevole del numero di suicidi nelle comunità cattoliche sparse in tutto il mondo: si disse che la causa di questo aumento di morti autoinflitte fosse la delusione di essere accumunati a qualunque altro essere umano: Lui non aveva usato un occhio di riguardo nei loro confronti. Al contrario le comunità ebraiche esultarono, in quanto l’ultima rivelazione fu interpretata come una conferma di quanto sostengono da millenni e cioè che loro sono il popolo eletto.
Ma la confusione non si fermò ad avvolgere le varie credenze religiose o pseudo tali, ma come una nebbia mattutina, si espanse raggiungendo le menti della politica, della finanza e, naturalmente, della filosofia e delle scienze. Ma anche in quei campi dell’attività umana, la frase, più che chiarire il senso della nostra presenza sulla Terra, generò il caos più totale.
I neoliberisti, i capitalisti e, in genere, tutto il mondo imprenditoriale e finanziario, interpretarono la rivelazione a loro favore. Impossessandosi di uno slogan collaudato; al grido di “Dio lo vuole!” trovarono l’appiglio che cercavano da tempo per giustificare i loro misfatti: è giusto che ci siano ricchi e poveri, chi guadagna, il padrone, e chi lo aiuta a guadagnare, i lavoratori. Non se la sentivano ancora di chiamarli “sfruttati” o “schiavi” come avrebbero preferito. La rivelazione era ancora troppo fresca.
Gli intellettuali, da parte loro, si divisero in varie correnti interpretative, e non poteva essere diversamente. Chi incitò a riprendere la strada indicata da Röpke, la cosiddetta “terza via”, una sorta di umanesimo economico dove il diritto e i valori morali e sociali non devono interferire con le scelte dei mercati. Altri colsero la palla al balzo per seppellire, una volta per tutte, la concezione aristotelica dell’uomo come “animale sociale”, sostenendo le tesi di Hobbes secondo le quali l’uomo non è un essere sociale, ma vede la natura umana come sostanzialmente competitiva ed egoista e, in questo senso, ognuno è diverso dagli altri. Tesi sostenuta anche dai meno colti che citavano la popolare, e quindi assai meno autorevole, frase: “Ogni testa un mondo a parte”.
Per non parlare di come i concetti fino a quel punto ritenuti abominevoli della supremazia di alcune razze su altre o, addirittura, di alcune classi sociali sulle altre, acquisirono nuovo vigore e autorevolezza.
Il mondo intero si chiese il senso di questa rivelazione; il suo significato, che alle prime era apparso chiaro, si dimostrò, invece, esposto alle più diverse interpretazioni. D’altronde in questo riconosciamo il Suo stile, sempre molto ermetico e causa di enormi malintesi.
In alcune comunità, però, il messaggio fu interpretato in tutt’altra maniera.
Sostanzialmente l’interpretazione fu la seguente: non siamo tutti uguali, ma nessuno è migliore dell’altro. Certo, una banalità, soprattutto se pensiamo alle fonti di provenienza: vecchi Sadu indiani, qualche comunità di monaci tibetani scampati alla terza invasione cinese, alcuni sciamani indiani sopravvissuti alle riserve americane, i pochissimi indiani Yaqui ancora legati alle tradizioni e non impiegati nei fast food nordamericani e qualche vecchio residuo dell’epoca hippy, ormai totalmente caduta nell’oblio.
Ad ogni modo, nonostante questa estensione del messaggio provenisse da fonti così poco autorevoli e, soprattutto, non autorizzate dal CTS mondiale, alcune menti meno ottenebrate e preconfezionate dal sistema trovarono uno spiraglio per promuovere le loro teorie e spiegazioni del messaggio.
Ciò che sostenevano questi teorici controcorrente fu l’immagine di un uomo veramente libero, di un uomo, cioè, che fosse in grado di vivere in armonia con tutto il resto (altri uomini compresi) senza l’esigenza di mantenere in vita l’apparato elefantiaco e sovrastrutturato che la società umana moderna richiede per il suo stesso sostentamento.
Quindi se non siamo tutti uguali, ma neppure nessuno è migliore dell’altro, non è detto che il sistema che i potenti hanno deciso per noi e che dicono sia il migliore possibile per l’umanità, lo sia davvero. Ergo, ognuno è libero di vivere come più sente giusto per se stesso.
Questa visione della vita presuppone una grande conoscenza del sé e un rigore morale molto pronunciato, che faccia sì che l’individuo non abbia bisogno di regole esteriori, perché le sue regole interiori sono molto più rigide e intransigenti di quelle che qualunque legislatore possa mai inventarsi.
Alcuni di questi teorici, per avvalorare la loro interpretazione del messaggio, fecero riferimento all’etologia umana, altri si rifecero direttamente al concetto di “termitenstaat”, lo Stato termitaio - coniato quasi un secolo prima dagli ordoliberisti – ma adattandolo nel significato, sostenendo cioè che Lui aveva inteso rammentarci che la nostra natura è unica e non è paragonabile ad altre specie animali che vivono in grandi comunità (come appunto le termiti, le formiche, le api, ecc.), comunità che sono sempre state prese d’esempio per giustificare il sacrificio del singolo a favore della comunità. Al contrario, dobbiamo renderci conto che la nostra natura è adatta all’aggregazione in piccoli gruppi. L’uomo non è né uno squalo bianco che vaga per gli oceani in completa solitudine, ma nemmeno lo si può assimilare alle formiche, che vivono la loro esistenza in formicai di milioni di individui, la cui essenza acquista un senso solo nel mantenimento e nella prosecuzione del formicaio.
Le menti semplici iniziarono a prendere in considerazione questa possibilità. Pur non essendo particolarmente “veloci” di pensiero avvertivano che c’era del vero in questa nuova visione della società. Sapevano per esperienza diretta, che fintanto che si era in piccoli gruppi le cose funzionavano. Tutto era più semplice quando si era in pochi, mentre nelle collettività soffocanti, come le città con centinaia di migliaia di individui, la vita era definita “invivibile”.
Ma questa visione dell’uomo e della società rimase nelle pieghe del mondo, perché fu un’idea che non venne promossa dai media.
Che sviluppi ha avuto questo Suo intervento nell’esistenza dell’umanità è storia conosciuta da tutti. La Chiesa, prima ad aver sofferto una simile rivelazione, vi si adeguò cacciando, finalmente, i mercanti dal tempio: basta con questa storia di accogliere profughi, rifugiati e poveracci, da questo momento solo chi si può comprare la benevolenza della Chiesa ha diritto a farne parte ed entrerà nel regno dei cieli – un déjà vu?
Il capitalismo mondiale diventò l’indiscusso signore del mondo governandolo esclusivamente seguendo le indicazioni dei mercati e ignorando i gemiti di milioni di bambini e adulti che letteralmente morivano di fame a causa delle scellerate e, a questo punto, dichiaratamente miopi politiche economiche.
Le masse si adeguarono docilmente perché si sentirono totalmente indifese, a questo punto: se nemmeno Lui ci protegge e non abbiamo neanche la speranza di un giudizio finale dove tutti saremo trattati allo stesso modo, condizione che potrebbe giustificare le sofferenze patite in questa vita e garantirci un occhio di riguardo, come sembrava avesse detto il Suo figlio prediletto (questo aggettivo assunse un significato completamente nuovo alla luce della Sua comunicazione), allora non ha senso combattere per una società più giusta.
La democrazia diventò un ricordo fumoso e lasciò il passo ai più svariati tipi di governo politico: dalla rigida Germania instaurò una sorta di “Effizienzdiktatur”, dittatura efficientista dove tutto funzionava perfettamente attraverso una rigidissima struttura sociale capeggiata dal “Zentralrechner”, il computer centrale che assegnava lavoro, casa e beni di consumo indispensabili solo a chi dimostrava di essere perfettamente allineato e devoto al sistema.
Gli Stati Uniti lessero la rivelazione come un Suo messaggio diretto espressamente a loro e intensificarono la loro presenza militare nel mondo imponendo la loro idea di democrazia – sì, continuavano a chiamarla così, a causa del loro innato senso dell’ipocrisia.
E l’Italia? L’Italia dapprima toccata profondamente nelle sue radici cristiane, si riprese dallo choc attraverso il suo totale appiattimento rispetto le politiche alleate, anche se al momento era difficile riconoscere chi fossero gli alleati a causa della grande confusione generata dalla rivelazione. A naso gli italiani seguirono gli Stati Uniti, più per pigrizia che per convincimento e, ancora meno, per fedeltà verso il padrone, fedeli al detto “Chi lascia la strada vecchia per la nuova…”. Il Paese che aveva dato i natali a innumerevoli geni, pensatori, artisti, filosofi, poeti, naviganti e pizzaioli si trasformò in un portaborse che più che rassegnato nel suo ruolo ne sembrava orgoglioso, sventolando la sua totale fedeltà al capo di fronte al mondo intero. Un’immagine del nostro vecchio Paese totalmente rivoltante e nauseante per tutta la popolazione ancora viva nel pensiero (qualche centinaia di individui che vivevano ai margini della società e che per lo più trovava sostentamento per le proprie famiglie vivendo di espedienti), mentre il resto della popolazione pur essendo colpito nel proprio orgoglio cristiano dalla rivelazione, si adeguò senza alcun problema a tutte le direttive che arrivavano, ormai senza nemmeno più la necessità di far finta che provenissero dal nostro Parlamento, direttamente dalla Camera dei rappresentanti statunitense. Le uniche voci che si levarono contro questa evidente perdita di sovranità del nostro popolo furono quelle di chi esigeva che l’Italia fosse rappresentata con una stella sulla bandiera statunitense.
Ai pochi individui che sapevano ancora utilizzare un minimo di pensiero critico già citati, si unirono mistici di ogni genere e provenienza che, detentori di antichi saperi e scottati dall’ultima rivelazione, cantavano continuamente, dandosi i turni, un mantra in una lingua dimenticata che, secondo alcune traduzioni, così recitava:
Grazie Signore per la tua eterna misericordia, ma ti preghiamo la prossima volta lassa sta’.