Maria: Pronto, chi è?
Operatrice: Salve, la chiamo dal comune.
M: Quale comune, mi scusi?
O: Il comune di Betlemme.
M: Ah… mi dica!
O: Chiamo lei per una pratica a nome di Gesù, è suo figlio?
M: Certamente, mi dica. Cosa ha combinato stavolta?
O: Non si preoccupi!
M: Ecco, quando mi dicono così mi fanno arrabbiare ancora di più! Se da voi ha fatto come nel mercato di Gerusalemme me lo dica subito per piacere! Lui e le sue idee contro il capitalismo e la burocrazia che gli hanno messo in testa quegli scemi dei suoi amici profeti!
O: No no, le assicuro che non è niente di tutto questo!
M: Ah ok, grazie. Mi dica allora, cosa vuole sapere?
O: Innanzitutto le dovrei chiedere il suo cognome, perché il collega che ha registrato la nascita di suo figlio non lo ha messo.
M: Ehm… Mad…Vergine!
O: Ok, Maria Vergine. Un attimo che aggiorno il sistema. Dunque, la chiamo perché qui ci risulta un errore dei sistemi. Lei è residente a Gerusalemmte, vero?
M: Sì, in periferia.
O: Qui vedo che ha anche il domicilio a Fatima, Medjugorie e Lourdes.
M: Sì, ma quello è solo per lavoro.
O: Professione?
M: Avvocata dei peccatori.
O: Ok, quindi confermo i dati che abbiamo. Prima mi faccia fare qualche domanda in più, mi scusi ma è la prassi. Lei risulta la madre di Gesù, giusto?
M: Embè! Sono la madre di tutti!
O: In che senso, mi scusi?
M: No no, niente, una cosa che mi dicono spesso. Comunque sì, sono la mamma di Gesù.
O: E… mi scusi la brutalità, ma devo chiederlo, è sempre la prassi. Il padre?
M: Il padre… è una storia lunga.
O: Ok, quindi scrivo ragazza madre.
M: No no, il padre… È difficile da spiegare.
O: Non c’è bisogno di spiegare le scelte, magari, fatte in gioventù, che non sto a giudicare.
M: No ma non è come crede eh!
O: Le dico solo che apprezzo la sua scelta coraggiosa di tenerlo nonostante la situazione. Tra donne dobbiamo sostenerci.
M: Il padre è Giuseppe, ok? Ma non il padre biologico.
O: Perfetto, non aggiunga altro, siamo state tutte giovani. Glielo chiedo semplicemente perché qui nella documentazione non è menzionato.
M: Sì, lasciamo perdere, sta andando ancora in terapia per questo fatto. Poi al lavoro lo prendono tutti in giro…
O: Il vero padre è chi li cresce, per me è così.
M: Non ha capito, ma va bene così, andiamo avanti. Cosa voleva sapere?
O: Ci risulta un doppio certificato di nascita a nome di suo figlio. Sicuramente è dovuto ad un problema dei sistemi, ma se mi ascolta bene e segue le mie indicazioni, forse, con l’aiuto della Madonna, la risolviamo prima di Natale.
M: Eh…
O: Le dico così perché ho visto che suo figlio è nato proprio a Natale, certe volte il caso…
M: Eh sì, assurdo proprio.
O: Per lei deve essere facile così, fa un solo regalo.
M: Sì, infatti lui me lo rinfaccia sempre.
O: Veniamo al nocciolo. Come mai ci sono due certificati di nascita? Uno a Betlemme e uno a Nazareth? Oh Madonna! Aspetti che qui hanno fatto proprio un casino.
M: Cioè?
O: Io so chi lavora al comune di Gerusalemme, mio cognato conosce proprio quello all’anagrafe, che è stato messo lì per i soliti piaceri che si fanno i politici. Quell’incompetente ha addirittura registrato un certificato di morte per suo figlio. Nell’anno… glielo dico subito… 33.
M: Ah sì?
O: E non solo. Dalla documentazione risulta il certificato di nascita, che è il motivo per cui la sto chiamando, 3 giorni dopo. Però, scusi, nel certificato di morte c’è anche la sua firma.
M: Le posso spiegare.
O: Senta Maria, se avete fatto questi magheggi con quello dell’anagrafe per prendere i soldi della pensione di suo figlio io devo segnalarlo eh.
M: No, non è questo il punto.
O: Allora me lo sa spiegare?
M: Lei crede?
O: Io credo alla documentazione che ho davanti. Maria, lei mi sta simpatica, si sente che è una brava persona, ci mancherebbe. Parlo con tante persone tutti i giorni e le assicuro che lei al confronto è una santa.
M: Lo so.
O: Ma cerchi di mettersi nei miei panni, io non posso non chiudere la pratica perché sono la responsabile dell’ufficio. Gira che ti rigira, questa pratica uscirà fuori di nuovo.
M: È un caso un po’ particolare…
O: Mi spiace ma l’ho già sentita tante volte questa cosa. Come quel signore di Kahifa l’altro giorno. Signora Maria, glielo devo chiedere: suo figlio è morto o è vivo?
M: È vivo.
O: E come mi spiega il certificato di morte?
M: ehm… morte apparente.
O: Ah! Ok, quindi è chiaramente un errore burocratico. Una registrazione errata.
M: Sì!
O: Mi lasci dire però: suo figlio è un miracolato!
M: Non sa quanto!
O: Perfetto, allora posso dichiarare chiusa la pratica come errore di registrazione. E la chiudiamo qui altrimenti, se lo lasci dire, questi errori burocratici vanno avanti per 2000 anni.
M: 2024.
O: Eh?
M: No no niente, era una battuta.
O: Ah sì, lei è divertente Maria, sono sicura che avrà un sacco di followers sui social.
M: E non solo…
O: Immagino. Allora la ringrazio e mi scuso a nome di tutto il comune di Betlemme per l’errore, e anche di quell’incompetente del comune di Gerusalemme.
M: Arrivederci.
O: Che la madonna l’accompagni!