Lascia che le cose accadano. Ogni foglia che cade nutre il germoglio che rifiorirà a primavera, la vita e la morte sono compresenti nel passaggio delle stagioni. L’esistenza è circolare e la natura ce lo insegna. La terra sorge alta. Il pianeta piccolo e colorato: nuvole bianche, acque blu, alberi verdi. Questa unicità che pervade l’universo sei anche tu.
Sulla luna c’è una profondità ghiacciata. Cosa vuol dire mirare alla luna se non puntare alla stessa zona bollente del tuo cuore? Il sangue e l’acqua realizzano il tuo insediamento sulla terra, nella vita. Che vita c’è fuori dalla terra? Quante galassie ci sono? Quanti pianeti ci sono? Fino a quando qualcosa non esiste puoi immaginarla. Ci sono prove materiali delle altre esistenze, delle altre dimensioni, oppure occorre un miracolo?
Vivi immerso dove tutto è vivo. Piante, persone, uccelli. Vita. Tutto questo, forse, ai tuoi occhi può risultare banale, anche comune, ma risulta - tuttavia - soprattutto infinito. Con chi sto parlando? Idee, sogni, ambizioni. Non c’è niente di più raro della tua vita nell’universo. Dove c’è la vita c’è la morte, si diceva. Un giorno, un anno, un secolo: sei lo stesso tempo?
Un’altra prospettiva con la quale guardare le cose. Soffermati sulle cose che galleggiano, percepisci - con lo sguardo - come l’assenza di peso sia un fatto notevole. Osserva tutto dal niente: le persone galleggiano, il sole è bianco, il cielo è nero. Osserva da una distanza che ponga ogni cosa in prospettiva: le tue dimensioni, il tuo ruolo nel mondo, la tua piccolezza di un agire e di un partire. Tu chi sei?
Quando il sole tramonta rimane una buccia - sì, come quella che custodisce l’arancia - che protegge il tuo orizzonte, che sta proteggendo il pianeta piccolo e colorato. Il momento per iniziare il tuo viaggio è questo, il momento nel quale puoi immaginare l’altezza dalla quale è avvenuta la caduta. Il destino umano è quello di lasciare questa culla per esplorare qualcos’altro. Io sono uno che scrive, e il cielo è il limite dell’immenso se osservato dalla terra: io sono uno che può sfondarlo perché scrive, e l’atmosfera sparisce.
Soffermati ancora sulle cose con la prospettiva dell’immenso, è un’alchimia che genera vertigine e produce bellezza, così che tutto finisca - o si risolva - in aurore boreali. Nelle aurore boreali le emissioni sono cosmogonie con nomi di divinità ancestrali, ma soprattutto condizioni personificate. A cosa serve esplorare qualcosa? Parti dal niente, affrontando il rischio del vuoto, per arrivare alla frontiera del tutto, alla frontiera ultima: te stesso.
Il viaggio più bello è questo, quello inconsapevole: stai respirando senza rendertene conto, e quando tramonta il sole ricomincia quello che non finisce, continua, nella luce del giorno non si nota l’impercettibile. Dove puoi arrivare quando la ragione si accorda con il modo in cui si possono vedere le cose in prospettiva, nella prospettiva eterna? Ogni dettaglio casuale è legato irrimediabilmente al vasto caos: dalla piccolezza è stata compresa la grandezza.
Il tuo sogno prosegue il movimento del tuo corpo, e si stacca da esso. Puoi andare per terre rare, verso la tua psiche a scoprire quel materiale prezioso. Quando passerai per ogni posto, metterai in sequenza i fatti, avvicinandoti alla loro linea, a quella frontiera. La tua curiosità è la spinta propulsiva, il desiderio di andare a vedere l’inaccessibile. Annusare. Odori, visioni, mani: un modo romantico di essere.
Soffermati sulle cose, sulla gente, sul momento. Avvicinati per un frammento di verità dove è difficile entrare, per raccontare è necessaria una morale, così che quando le persone raccontano la loro storia si possa intravederla tra le pieghe dei loro volti. Le cose che ti succedono davanti sono già accadute dentro di te. Nel conflitto interiore il potere è ambiguo, ma viene sconfitto quando le voci da silenziare, tuttavia, emergono.
Costruisci il racconto complesso, lontano dalla facilità estetica, lontano dalla pancia che anestetizza con le immagini dello shock per creare distanza. Pensieri come vittime uguali, come dolori uguali, per distogliere l’attenzione. Non cadere nell’estetica del conflitto, nelle incomprensioni del registro emotivo. Racconta le cause.
La tenacia della vita per non perdere la vita, attaccandosi a qualunque cosa. La vita è il tempo dell’attesa, sapere quando qualcosa sia decifrabile, interpretabile, sapere come farsi trovare. A cosa volgerai il tuo sguardo? Sei disposto a resistere? Metti dei semi per terra e aspetta la pianta, se vuoi amare non te ne puoi andare.
Alla signora è caduta la sciarpa.