Il fondatore dei Pelican Milk e il batterista della Bertè e Ligabue in un clamoroso disco insieme. Coinvolti undici vocalist per un manifesto dell'Italia rock di oggi. Italian Kidd: il nuovo rock italiano di Alex Savelli e Ivano Zanotti!
Alex, Ivano, dopo l'esperienza insieme - anche se episodica - in Gettare le basi vi regalate un album tutto per voi. Una bella sensazione, no?
Ivano. Gran bella coppia sia estetica che musicale direi. Nata dalla ricerca di Alex di un nuovo sound per il suo ultimo disco, da lì è nata una proficua collaborazione su tutto l’album. Estrazione rock tutti e due e quindi subito una bella intesa artistica.
Alex. Confermo il valore estetico di questa coppia, infatti fino all'ultimo pensavamo di fare un album di foto nostre e basta... poi abbiamo deciso di incidere un po' di musica... sicuramente una bella sensazione, specialmente a disco finito. Un disco che ci piace ascoltare dopo averlo pensato e prodotto.
Come Gettare le basi, l'album di Savelli e Manzi, anche Italian Kidd ha molti ospiti, nello specifico un cantante per ogni brano. È proprio il caso di considerarlo un album a più voci...
Ivano. È arrivata questa idea di collaborare con più cantanti per differenziare molto i brani e soprattutto perché forse nessuno, nel proprio CD, ha mai fatto cantare così tanta gente. Conoscendo tanti musicisti, abbiamo chiamato ognuno con caratteristiche diverse e le abbiamo esaltate a seconda del brano. Per questo è diventato un album che spazia in più generi ed è ricco di sfumature.
Alex. Questo album è diventato un festival, uno di quei momenti di aggregazione e condivisione a cui purtroppo non siamo più abituati. Un festival con un filo conduttore molto forte rappresentato dalla scrittura e dalla produzione, che ha lasciato spazio ai cantanti di esprimersi e raccontare storie molto diverse, non da divi ma semplicemente da interpreti dei brani proposti e soprattutto da interpreti dell'epoca che stiamo vivendo. C'è una foto nel libretto del CD che secondo me raffigura questo periodo storico: barchette ormeggiate al tramonto. Penso che si sentano così molti artisti e musicisti che aspettano di poter riprendere il largo.
Italian Kidd è anche uno spaccato sul panorama della musica italiana indipendente, vista la mole di ospiti. Com'è il polso della situazione per il nostro rock?
Ivano. Ormai ci son troppe etichette dei generi, negli ambienti musicali, nel modo di porsi, ecc., ma il vero nocciolo della questione invece è che esistono solo i pilastri dei generi e poi da lì parte tutto: Rock, Pop, Jazz, Funk, Classica, Gospel e proprio da qui parte quello che ascoltiamo. Non mi son mai piaciute le etichette e questo album lo rappresenta a pieno, visto la mole di ospiti così diversi e viste le tante sfumature musicali. Mi piacerebbe che la gente ascoltasse senza partire già col presupposto di cosa deve sentire.
Alex. Il rock in Italia sta bene, gode di ottima salute, ma non sembra importare a molti che, ormai da tempo, hanno deciso di rinchiudere questo genere in pochi comodi stereotipi. Abbiamo tanti talenti in Italia che meritano più luce e che potrebbero fare la felicità di tanti ascoltatori se solo potessero raggiungerli. Sono stato felice di offrire insieme a Ivano un contesto a tanti amici e talenti per esprimersi; dietro ogni cantante c'è almeno una band, almeno un progetto... ci sono tanti sogni. Sono già nate altre collaborazioni dopo Italian Kidd con gli ospiti e questo forse è il senso più profondo di questa produzione.
Ivano, che tipo di musicista è Alex? Cosa hai imparato da lui realizzando questo album?
Alex è istrionico e bizzarro nel suo modo di far musica. Se dobbiamo fare un esempio, un po’ anni ‘70 nel primo approccio dei brani, cattura il momento di ispirazione già analogicamente e senza pensare che canzone potrà essere. Molto distante dal modo attuale che invece ti spinge a comporre già sapendo a quale target di pubblico preciso orientarti. Quindi visto che a me piace tantissimo la musica e l’interplay che c’era negli anni ‘70, posso solo andarci d’accordo.
Alex, stessa domanda anche a te...
Ivano ha un grande talento che non ha bisogno del mio riconoscimento, lavorando solo con grandi batteristi da molti anni sapevo cosa volevo da lui... ed è andato ben oltre le mie aspettative! Si è fidato, mi ha seguito e assecondato, non ha mai avuto timori o remore nello sperimentare assieme, con professionalità, sensibilità ed umiltà si è espresso al massimo (come un artista e non come un turnista di cui non avevo bisogno). Ivano è stato fondamentale per la riuscita di Italian Kidd, non penso che avrei potuto realizzare un disco così con un altro musicista.
Ivano, la tua attività è ben nota, la tua batteria è presente con la Bertè e Ligabue, tanto per nominarne due. Che tipo di impostazione, di approccio anche "mentale" hai usato per l'album con Alex?
Feeling tutto naturale e libero. Lui è stato subito aperto artisticamente nei miei confronti e quindi abbiamo iniziato a jammare sui brani molto a gusto, e sperimentato tante idee per poi trovare quella giusta. Mi ha dato spazio senza nessun freno e poi ci siamo messi d’accordo. Abbiamo registrato le batterie tutte nel mio studio Big Tsunami Love, quindi avevo tutto il materiale percussivo che volevo e abbiamo spaziato da batterie, misure grandi come piacciono a me, a tutti i tipi di percussioni e chi più ne ha più ne metta.