Diario di bordo. Giorno 17.
Buongiorno, mi chiamo John e dipingo affreschi. Buongiorno mi chiamo Giovanni.
Buongiorno, mi chiamo Sam e progetto robot dalle sembianze umane. Buongiorno sono Mario e pianto la patata rossa di Urbino. Buongiorno sono Milly e lavoro per migliorare la vita con la domotica. Buongiorno sono Michela e lavoro a mano il pane per farlo crescere con calore umano senza polveri autolevitanti. Buongiorno sono Frank e creo amici virtuali. Buongiorno, sono Silvia ed impasto i passatelli per i miei amici.
Il libro onesto come un piatto di pasta. Artigianale come un laboratorio di idee, continuo. L’avevano capito i futuristi che lo bullonavano a significare il moto perpetuo. Senza mito pardon moto il futuro non esiste. E i 4 salti in padella delle frasette del web, no, proprio no, non mi piacciono.
Il pranzo è servito, no grazie, l’impasto ingredienti compresi, lo faccio da me. E poi non ho neanche voglia di rifarmi le tette come la modella che neanche le basta non mangiare più o gonfiarsi per abitare il vestito, aiutata dall’intelligenza artificiale a rifarsi a un’idea di misura fuori misura, per conformarsi alle misure delle macchine da produzione a misura, preferisco che l’abito abiti me, se l’italiano non tradisce. In tutta onestà, preferisco pizza lasagne e passatelli, polenta e tortellini, le piazze e i bar alle platform, ai pod poi cast, Mina, Verdi, Dalla e De Andrè alle play list e toglietemi per favore anche il t9 che non conosce ste differenze. E fa la differenza almeno per me.
E, in tutta onestà, si è mai capito perché un attore straniero fa la pubblicità a un prodotto italiano? E perché un personaggio che promuove il Made in Italy sembri un replicante uscito da Blade runner? Target? Scusi non ho capito, intende targati?! Sarà mica che cunicolo il t9 l’abbia confuso con colonia? Io di questo errore avvertirei il programmatore. E per fortuna che non ci ascolta Siri con la sua amichetta Alexia... se così fosse, lascerei un caffè pagato a Napoli in piazza Plebiscito da Ciro che racconta della rivoluzione culturale, quella del mediterraneo, che stavolta neanche i francesi ce la fanno, e saranno proprio gli italiani a incazzarsi a mo’ di rivoluzione borbonica che nella storia manca un po’ come il numero zero nel giuoco della roulette.
E per chi non se la ricordasse quella mancata rivoluzione lì, che provi a resistere quei 13 secondi almeno, ad usare la macchina portatile da esterno telefonica che fa finta di rispondere in tempo reale, per ‘sapere’ tutto e subito in ben soli 120 caratteri, e che vada a parlare con Ciro che racconta storie mentre vi fa assaggiare un diplomatico, un migliaccio, una pastiera - tutto di carattere si sa- ed osservate il cielo dalle nuvole irregolari che si staglia in prospettiva alle svettanti architetture italiane realizzate senza il rendering e senza autocad variante punto 17 e sentite in prossimità della gola. La verità la sapete ed è sempre dal gusto onesto.
Ah... dimenticavo... il libro ti dà il tempo di decidere se sei d’accordo o no. Chissà se ne vale il tempo.
Buongiorno, sono Jim e grazie all’augmented reality ispiro empatia tramite video camere avanzate che in real time eliminano i difetti del viso e del tuo corpo e ritargettano la voce in frequenze più allineate (sarei curiosa di sapere a cosa).
Buongiorno, sono Arianna e non ho capito bene l’ultima frase, la vorrei riascoltare. Impossibile: l’algoritmo mi propone il prossimo audio video ed è più veloce della mia volontà di schiacciare il tasto stop, è il 1971 e gli americani riescono dove non erano riusciti gli alchimisti - più o meno - è già che ci sono, i nuovi abitanti delle Americhe sempre in quell’anno di creazione del nuovo mondo, si pongono anche come nuovi maghi dell’illusionismo, non si sa mai funzionasse.
Che Piero ci aiuti a rovesciare la prospettiva della tremenda doppietta.
E che Iddio salvi il Rinascimento il futurismo e la pizza.