Abbiamo chiacchierato con Luca De Stefano editor in chief e direttore creativo de L’Essenziale Studio - un nuovo progetto editoriale analogico che intende indagare il linguaggio contemporaneo nelle sue molteplici sfumature. Abbiamo parlato di mission, di comunicazione, di distribuzione e di come L’Essenziale Studio esplori la creatività attraverso la moda, l’arte, l’architettura in maniera totalmente indipendente, e su carta. Essenziale di nome e di fatto.
L’Essenziale Studio è una rivista che esplora la creatività attraverso la moda, l’arte e l’architettura. Ci racconti come nasce e la mission del progetto?
L’Essenziale Studio è una rivista indipendente che nasce da una necessità molto probabilmente intrinseca in noi stessi, nel profondo di ognuno di noi che è la voglia di rappresentare in maniera più essenziale possibile ciò che siamo e ciò che facciamo. Nasce, questo progetto editoriale, per voler comunicare una creatività che sia nuova ma anche e, soprattutto, interiore. Mi piace pensare di aver costruito una sorta di osservatorio di idee, parole e immagini, nel quale poter entrare e, attraverso binocolo della conoscenza, riuscire a guardare all’interno di ognuno dei soggetti pensanti e creativi presenti nella rivista.
L’Essenziale Studio porta già nel suo nome una dichiarazione d’intenti. Può riferirsi al primo assioma della comunicazione? E cioè: non si può non comunicare? Comunicare è davvero essenziale oggi nell’era dell’iper comunicazione?
La comunicazione per L’Essenziale Studio è di primaria importanza. Soprattutto in un mondo come quello di oggi, nel quale siamo stati privati del contatto umano e sociale, ci resta il contatto comunicativo con il prossimo. Un contatto di pensiero. Le modalità di comunicazione sono cambiate ed è lì che diventa poi importante scegliere il mezzo giusto. Questo progetto sceglie l’analogico, la carta, ormai quasi abbandonata, ma in un momento nel quale bisogna tornare all’essenzialità delle cose, cosa c’è di più potente di un mezzo che non può perire mai? Il digital ci attanaglia nelle case e ci costringe a non alzare il volto da un quadrato luminescente. L’Essenziale Studio si prefigge l’obiettivo di soffermarsi su ciò che viene comunicato internamente e di alzare lo sguardo sul mondo che lo circonda.
Che periodicità ha la rivista e perché?
La periodicità della rivista è biannuale, un’uscita ogni sei mesi. Il perché lo rivela l’interno della rivista stessa. Il tempo è un oggetto indispensabile per poter creare. E per creare qualcosa che possa contenere divulgazione, una divulgazione pensata e ragionata, occorre tempo. Sei mesi può rivelarsi anche un tempo esimio in alcuni casi per la produzione di creatività in ogni ambito artistico.
Puoi raccontarci i primi numeri della rivista?
Siamo alla prima issue, si sta lavorando alla seconda proprio in questo periodo. La prima uscita parla essenzialmente di artisti presenti in ogni campo affrontato dal progetto editoriale. Non sussiste un tema centrale ma ogni argomento, soggetto, fotografia viene trattato come un tema primario. Anche non essendoci un tema di sfondo a ogni uscita, il fil rouge che collega tutti i ragionamenti è la divulgazione del proprio lavoro e dell’arte di ogni soggetto/oggetto de L’Essenziale Studio. È l’essenzialità espressa da ciascuno di essi. È semplicità, che viene raggiunta percorrendo idee, parole e immagini.
Dove si può attualmente acquistare la rivista? Come scegliete la vostra distribuzione?
C’è una selezione di varie regioni con annessi store nei quali poter acquistare la rivista. Si può venire a conoscenza di questa sezione stockist all’intento del nostro sito web. La distribuzione viene scelta in base alla divulgazione che ogni store fa dei propri progetti indipendenti. Questa parola è estremamente importane per noi, perché stabilisce un cerchio di demarcazione entro al quale bisogna vivere. Ogni store scelto è un comunicatore di un’editoria indipendente che tenta di rialzarsi e di entrare all’interno delle vite di chi sceglie una via analogica piuttosto che digitale.
Che rapporto ha la rivista con i social? In che modo il digitale attraversa questo progetto editoriale?
Come ho detto già in precedenza è assodato che è un progetto analogico. Il digitale percorre la rivista, attraverso i social. Instagram nello specifico. Il rapporto è nato conflittuale ma si sta attenuando. Dico ciò perché è indispensabile al giorno d’oggi che esista una controparte digitale, dato che il mondo si è spostato su questo universo nel quale siamo costretti a ruotare. L’Essenziale Studio accetta questa condizione ponendo l’accento sulla creatività visiva, esprimendo sotto forma di immagini da divulgare anche su questo mezzo!
Content is the king. E chi oggi si occupa di comunicazione lo sa bene. Ci dai una definizione di contenuto? L’Essenziale Studio come sceglie i propri contenuti?
Il contenuto per me è ricerca. L’Essenziale Studio è ricerca. Scegliere i contenuti da rappresentare all’interno della rivista è l’anima stessa della rivista. Tutti i contenuti espressi vengono selezionati attuando una ricerca mirata alla divulgazione artistica. Ore e ore di profili sfogliati per poi arrivare alla scelta di chi potrebbe essere in linea con il progetto. Da una prima selezione poi si attua una scrematura e da lì viene contattato il soggetto che farà parte, secondo le sue necessità, della rivista. Il contenuto è tutto. È ciò che fa vivere questa idea.
Qualcosa di mai detto finora riguardo a L’Essenziale Studio?
È difficile non dire tutto quando si esercita un processo di divulgazione. Ciò che non è mai stato detto su L’Essenziale Studio è sicuramente il futuro che si nasconde dietro ogni pagina da sfogliare e ogni idea, parola o immagine da osservare.