Perché per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano... bruciano... bruciano come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno ooohh.
(Jack Kerouac, Sulla strada)
Cosa si intende quando si parla di salute e di malattia? La risposta da un punto di vista sociologico, che è quello che mi compete, non è affatto esaustiva. C’è chi si basa sulla “normalità statistica” per cui il malato è chi ha un comportamento diverso dalla maggioranza, chi sull’integrazione socioculturale per cui il malato è chi non è adeguatamente integrato nella società, chi si basa su criteri sintomatici per cui si è malati se si presentano alcuni sintomi specifici di una determinata patologia e così via. L’Organizzazione Mondiale della Sanità collega la nozione di salute a quella di benessere: “è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità”.
Si muove in questo ambito l’interessante progetto di Christian Fogarolli, classe 1983, con una ricerca artistica che si focalizza sul “rapporto tra arte visiva e teorie/discipline scientifiche e sul confine tra normalità e devianza nella società contemporanea”.
Pneuma è un progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (VI Edizione, 2019), programma di promozione di arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, oggi Ministero della Cultura MiC. Il progetto si pone come un tentativo (utopico secondo il suo autore) di dare una continuità al processo di de-stigmatizzazione, riconsiderazione della malattia mentale e di dover porsi nuovi interrogativi su come sistemi economici, politici e sociali definiscono un individuo anomalo o non conforme. Pneuma come il soffio vitale, l’anima, lo spirito, come tutto quello che è immateriale, che ci è ancora sconosciuto come appunto la follia, la malattia.
Il progetto Pneuma muovendosi da tali considerazioni si riscopre in dialogo tangenziale anche con l’attuale emergenza mondiale, causata dalla dilagante epidemia di Covid-19: qual è l’impatto psicologico di tali eventi traumatici collettivi sul singolo? Quali le implicazioni psichiche dietro l’isolamento?
Fogarolli ha condotto la sua ricerca in dieci Paesi (Italia, Svizzera, Austria, Germania, Francia, Belgio, Olanda, Inghilterra, Romania, Repubblica Ceca) incontrando personale medico, persone in cura e altri attori sociali. Ha sviluppato relazioni con istituti psichiatrici, realtà private, centri per l’assistenza, confrontandosi così con chi realmente abita e vive quei luoghi e provando, dove possibile, attraverso attività creative e pratiche, a condividere momenti e spazi nel tentativo personale di superare una marginalizzazione che molto spesso pervade la vita di queste persone.
In seguito a queste sollecitazioni e influenze, Fogarolli “ha costruito un percorso espositivo composto da un’installazione ambientale di diversi materiali che interagiscono con sculture in vetro, un lavoro video, documentazioni delle esperienze sul campo e dei lavori fotografici realizzati grazie alla collaborazione con istituti di ricerca su mente e cervello quali CIMeC Centro Interdipartimentale mente/cervello di Rovereto e King’s College di Londra”.
Il progetto è stato presentato attraverso diverse esposizioni e occasioni presso STATE Studio Experience Science di Berlino, MARe Museum di Bucarest, Löwenbräukunst Contemporary Art Center e Schwarzescafé di Zurigo, Etablissement Gschwandner Reaktor di Vienna, la Fondazione di Roma. Nei prossimi mesi sarà pubblicato un catalogo che ripercorrerà le diverse fasi di Pneuma con saggi e contributi redatti da diverse personalità e autori. I lavori finali entreranno a far parte delle collezioni permanenti del MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna.