Nei suggestivi e affascinanti spazi espositivi della Fondazione Bisazza a Montecchio, a pochi chilometri da Vicenza, ha avuto luogo una bellissima e inedita mostra fotografica dell’artista tedesco Axel Hütte, dal titolo “Chronostasis”, a cura di Filippo Maggia. Si è trattato di una raccolta di opere di Hütte, che è riconosciuto come uno dei più interessanti e acuti fotografi tedeschi contemporanei, esponente della famosa “Scuola di Düsseldorf”.
Nato ad Essen nel 1951, vive e lavora tra Berlino e Dusseldorf. Ha studiato alla Kunstakademie di Dusseldorf dal 1973 al 1981 sotto la guida di Bernd e Hilla Becher, diventando parte di un gruppo di artisti tedeschi che includeva fra gli altri Andreas Gursky, Thomas Ruff, Candida Hofer e Thomas Struth, che svilupparono un’estetica basata sulla tradizione tedesca della “Neue Sachlichkeit” (Nuova Oggettività), caratterizzata da immagini sobrie in stile documentaristico. E di certo quella di Hutte è una fotografia che cattura paesaggi di tutto il mondo, imprimendo una grande enfasi nelle composizioni geometriche accuratamente costruite, a cui conferisce una qualità pittorica di grande raffinatezza e senza tempo.
E a Vicenza sono così per la prima volta esposte in Italia, le opere della rassegna “Chronostasis” che rendono omaggio alla bellezza di alcuni dei siti archeologici più suggestivi dell’Asia Minore – Afrodisia, Sagalassos, Efeso e Ierapoli - attraverso una documentazione ragionata e al tempo stesso visionaria, ma anche estremamente scientifica ed estetica che mira non solo a raffigurare il patrimonio storico, ma anche a raccontare lo spirito del luogo, regalando un’esperienza unica e coinvolgente.
Le vedute scenografiche dei monumenti e i dettagli evanescenti dei motivi decorativi degli interni delle sale cerimoniali e delle abitazioni private invitano l’osservatore a una contemplazione attiva e profonda, sublime e trasparente, che lo induce a perdersi nelle fantasie dell'immaginazione, nel silenzio sprigionato e percepibile in ogni immagine, in un ripetuto e continuo passaggio tra realtà e illusione, forza e verità.
A caratterizzare la forma - e di una forma straordinaria si deve parlare - è il luogo. Il carattere delle fotografie di Axel Hütte rientra tutto nella luce quale segno distintivo della sua poetica, a cui prende parte un’enfasi cromatica, ottenuta variando le reali intensità dei colori, un connubio al quale l’artista ricorre per conferire un carattere quasi astratto, misterioso e contemporaneo a tutte le sue opere. Le fotografie si presentano in grandi dimensioni e suddivise in due categorie, in base alla differente tipologia di stampa: ditone print e glass print.
E lo stesso Axel Hutte ricorda che:
(…) I siti archeologici in Asia Minore sono stati un'esperienza unica e indimenticabile. Grazie ai numerosi permessi speciali, ho potuto scattare le foto ad Afrodisia, Sagalassos, Efeso, Ierapoli e altri ancora, la mattina presto e in tarda notte, accompagnato solo dalla mia squadra.
“Anni fa”, - racconta Hutte – “ho visto le fotografie di Candida Höfer esposte all’interno di un’installazione sorprendente presso la Fondazione Bisazza. Ora, sono molto lieto di essere stato invitato dalla Fondazione per una mia personale che presenta le fotografie delle metropoli dell'Impero Romano, attualmente diventate città in rovina o siti archeologici”.
Ma una cosa che maggiormente colpisce il visitatore è la modalità, l’impressione secondo la quale Hutte è riuscito a restituire nelle immagini delle rovine greche e romane un’atmosfera di sintesi del passato, uno sguardo intenso e profondo, interno a un’epoca e a un tempo assai lontano, alla memoria.
Come ricorda Filippo Maggia, "accettando l'invito della Borusan Contemporary Art Collection di Istanbul a fotografare i siti archeologici della Turchia, Axel Hütte ha confermato ancora una volta la sua vocazione ad affrontare temi e luoghi che, sommati fra loro nella sua lunga carriera artistica, manifestano una naturale predisposizione a interpretare l'architettura secondo uno stile lucido e al tempo medesimo romantico, coniugando ragione e sentimento".
Lo stesso che per molti versi rivive nella sezione “Fotografia di Architettura” della Fondazione Bisazza con la recente acquisizione di sei opere - Wassertürme - dei coniugi Bernd e Hilla Becher, fondatori della Scuola di Düsseldorf, alla quale appartengono, oltre a Axel Hütte, anche l’artista Candida Höfer, protagonista di una mostra allestita in Fondazione Bisazza nel 2017.
Come una nuova storia che si distende tra le immagini e gli straordinari oggetti di design di una grande Collezione: Bisazza.