Dai, un passettino ancora... dai, forza, ancora uno... un altro, dai... dai...
Avanzavamo così, a piccolissimi passettini, coordinando i nostri movimenti in modo da non ostacolarci, e non era propriamente una cosa facile dato che avvinghiati com'eravamo il più delle volte ciò che uno faceva, l'altro disfaceva, ed era quindi una grande perdita di tempo.
Se poi considerate che non sapevamo neanche dove volevamo andare capite bene che il nostro girovagare era forse ciò che di più inutile si potesse immaginare. Zampettavamo in qua e in là senza posa, ma una volta uno tirava di qua, l'altro tirava di là, e la volta successiva uno tirava di là e l'altro di qua.
Le cose migliorarono quando cominciammo a darci un ritmo con la voce: "un... due... su così... un... due... bene...". Ma anche così qualche inghippo c'era perché, nella maggior parte dei casi, Typo mi infilava la lingua nell'orecchio ogni volta che parlava, e non perché gli piacesse, no, ma perché come vi dicevo eravamo avvinghiati così stretti, ed in una posizione così assurda, che non poteva fare a meno di farlo se solo voleva parlare. Una cosa ancora mi rodeva, il fatto che non solo non sapevamo dove "volevamo" andare, ma neanche dove "dovevamo" andare. Avere un obbligo per noi sarebbe stata una bella liberazione, eh sì, almeno i nostri sforzi avrebbero assunto una direzione più chiara, più definita, sarebbe esistita una meta insomma, e invece niente, schiavi della nostra libertà, intendiamoci... libertà di fare, di dire, di pensare, di andare... ma non di separarci.
Io e Typo eravamo inseparabili, non tanto per carattere, quanto per costituzione, insomma, eravamo nati così e così saremmo rimasti tutta la vita. Una situazione come un'altra se vogliamo vederla con un'ottica un po’ disincantata, moderna, con pregi e difetti suoi propri ma... e qui sta il punto... qual è la situazione scevra da difetti o priva di pregi? Ne conoscete una? Io e Typo abbiamo incontrato più volte altri individui, solitari o comunitari, e tutti in definitiva concordavano con noi nel dichiarare che ogni situazione ha dei pro e dei contro.
Prendete, per esempio, l'ultimo individuo che abbiamo incontrato, non molti anni fa: se ne stava steso a terra, o meglio rannicchiato a terra, così infagottato che quasi non lo distinguevi da una roccia che c'era lì vicino. Pensate che stesse male? Pensate che stesse bene? Stava bene e male, naturalmente. Stava bene perché sprecava pochissima energia ed aveva moltissimo tempo per pensare, stava male perché non vedeva praticamente mai posti nuovi dato che per gli spostamenti confidava solo nei calci che qualche viandante gli allungava per fargli un favore o addirittura per caso, così... scambiandolo per una pietra. Io e Typo lo abbiamo conosciuto perché in cerca di un po’ di riposo ci siamo seduti proprio sopra di lui. E lui non si è mica lamentato, nooooo, ha semplicemente detto dall'individuo estremamente ammodo che era: "Buonasera signori". Quando poi abbiamo ripreso il cammino abbiamo cercato di dargli un calcio per fargli conoscere un altro po’ di mondo ma non ci siamo riusciti, Typo tirava di là, io mi allungavo di qua e quando facevamo scattare i muscoli per calciarlo lontano piroettavamo come due ballerine legate insieme. È stato quasi uno spettacolo, tanto che lui, quest'individuo sempre acciambellato a terra ci ha fatto i complimenti: "Bravi", ha detto. Noi poi abbiamo ripreso il cammino e non l'abbiamo più rivisto, però in un paio di occasioni, prima di sederci a riposare su di una pietra abbiamo chiesto cortesemente: "C'è nessuno?" perché pensavamo si trattasse di lui, ma non c'è stata risposta.
Fu comunque un bell'incontro, interessante, sia io che Typo ne abbiamo un bel ricordo, tant'è che ogni tanto ci diamo una gomitatina e ci diciamo: "Dì un po’... quel tipo là... eh!?" come dire: "In gamba eh!".
Io poi una volta ho anche fatto uno scherzo a Typo, dicendogli che volevo cambiare vita, che volevo rannicchiarmi a terra come quell'individuo e detto questo mi sono lasciato cadere a terra e mi sono raggomitolato tutto per quanto mi era possibile e Typo che mi aveva preso sul serio si era impressionato molto perché era rimasto per aria, sopra di me, con gli arti che gesticolavano nel vuoto senza riuscire a fare nulla. L'ho tenuto così qualche minuto poi facendo forza sui miei arti sono balzato su all'improvviso ed insieme, ridendo a più non posso abbiamo caracollato come due ubriachi a braccetto per un quarto d'ora.
Anche a noi, di tanto in tanto, piace tornare bambini, è un modo per scaricare la tensione, per allontanare la morsa della vita quotidiana. Dico tornare bambini così, basandomi su delle sensazioni, perché se devo essere sincero non mi sembra di avere dei veri e propri ricordi dell'infanzia, dacché mi ricordo, io e Typo siamo sempre stati così, avvinghiati in questo modo, a peregrinare senza meta o forse... questa è una cosa che piace pensare a me... forse una meta c'è, solo che noi non ce ne siamo ancora accorti, ma può essere che prima o poi ci si riveli come una apparizione, improvvisa, e allora sarà tutto chiaro, e facile.
Per ora basta aver pazienza, e continuare... così... un passettino ancora... dai... ancora uno... così... uno... due... così...