Sette zaini, tre macchine, una casa di proprietà e se tutto va bene una massimo di cinque o sei primi baci come si deve. Queste sono le possibilità che abbiamo in una vita, almeno in media. Certo c’è da sottolineare quel come si deve, che ha una dimensione prettamente soggettiva, ma in qualche modo facilmente comprensibile da tutti.

Le cose vanno fatte crescere, vanno curate solo in questo modo rimarranno. Nessuno ha mai parlato dei fiori che vede durante le passeggiate in città, tranne in case eccezionali, ma ecco che tutti sono fiori di quelli che hanno fatto crescere, anche se poi sono passate. Il prezzo del rendere le cose memorabili nel tempo è il tempo stesso che gli si dedica solitamente. Ovviamente ci sono eccezioni, ma per fortuna una vita felice può non essere eccezionale basta starci attenti.

Ma lo sai?

Oggi dopo la notte a lavorare
se mi trovassi a centro petto
una maniglia, di quelle fini,
e non ergonomiche.
Se ravanassi con forza
e riuscissi a prenderla tra le unghie
mangiucchiate delle dita
allora ci troverei dietro un micio.
Mi fai sentire confuso così,
impaurito, e quando ti vedo
ho una palla di pelo
che blocca tutto e sono prudente
come un essere ferino
che di colpo mentre corre
si accorge di avere in mano
le forbici con la punta
non arrotondata.
E si ribalta tutto
ogni volta che dopo averti messo
il casco, non riesco a baciarti
e cosa dovrei dirti?
Scusa sai, ti giuro che
se appoggiassi le mie labbra
sulle tue uno scienziato
squattrinato e geniale
troverebbe la cura al malumore
che se poi, spinta dall’impeto
usassi anche la lingua
verrebbe giù il messia
e prendere su gente
per fermarsi di botto
fino al prossimo bacio;
che starnutendo su un campione
in laboratorio una scienziata
raffreddata e sbadata
creerebbe un megavirus,
ma una cosa enorme e inusitata,
che condanna tutti ad una sana longevità.
Che se mi baciassi si sprigionerebbe una luce così grande
che uno scout alieno abbacinato
sbaglierà manovra
cadendo in orbita dalla navicella
in un orribile morte bruciante
che noi vedremmo come una stella cadente
e tu avrai salvato la terra.
Ti direi dell’acuto miagolio che ho dentro
ogni volta che mi dici addio
che mi sento addosso il tempo,
ma solo per un attimo
e che scappa così forte
che mi fa una paura
l’idea di non baciarti mai.
Ti direi che nulla
sei già salita e guardo basso
come dal balcone
ieri sera
quella ragazza in motorino
che stava casco cemento
corpo cemento sangue e vespa
bianca proprio come la mia
se tu tornassi giù a baciarmi
lui tornerebbe sul sellino
se fosse scattato verso la porta
l’eco della musata
avrebbe fatto un effetto farfalla esagerato
facendo ridere Putin così tanto
da causargli un microinfarto
che dopo tre mesi di coma farmacologico
lo avrebbe cambiato facendogli ritirare tutte le truppe
e non è successo nulla.
Ma queste sono tutte toppe
scampoli di idee
e non rimane niente
ho le labbra secche
e ghirlande di fiori sotto casa.

Purtroppo non tutto rimane e bisogna prepararsi per la volta dopo. Ogni esperienza sotto il giusto punto di vista è un piccolo tesoro. Da quello che impariamo e che proviamo, se fatto sinceramente e con impegno, possiamo conoscerci.

Vorrei una ragazza con cui fare la doccia

Vorrei una ragazza con cui fare la doccia,
Piangerci pure e poi stare a sentire
Cosa ha da dire
I capelli e l’acqua
Che scorrono fino allo scarico.
La rivorrei anche la settimana dopo
Per una doccia
E magari farci anche sesso
Goffo, scivoloso e mal protetto
Anzi no, l’ultima cosa no,
Che poi vado in ansia;

Credo fermamente che abbracciarsi
Sotto un sifone
Faccia più del vischio,
Ma solo ogni tanto
Che a me piace anche pisciarci nella doccia
E quello si fa da solo.

Vorrei una ragazza che capisse
Che a me nella vita
Poche cose piace farle da solo:
Scrivere, nuotare, morire
Ogni tanto bere
Con amici,
di sicuro non mangiare
Al ristorante e davvero
Assolutamente non
La prossima doccia .