-Albert, caro mio, i miei complimenti; torno da poco da uno dei miei viaggi e posso assicurarti che ormai nel Bel Paese ti conoscono tutti! Ho visto quelle bellissime incisioni che hai lasciato a Messer Vadrin a Venezia. Non hai idea di come si è vantato di possedere qualcosa di tuo, ha persino organizzato una cena per mostrarle a me e ai miei collaboratori. Devo ammetterlo, hai raggiunto livelli per me inarrivabili attraverso questa tecnica; ne ho apprezzato la composizione, lo spazio, ma specialmente il soggetto... che empatia, quasi mi hai fatto emozionare, e sai quanto è difficile.
-Lucas, vecchio amico, le parole di un maestro come te mi lusingano; effettivamente sono ormai diversi anni che bazzico tra Venezia e Roma e modestamente ho acquisito una certa popolarità. Ti confesso che non ricordavo di aver venduto le mie opere a questo Messer Vadrin di cui mi parli. Fortunatamente tengo dei taccuini dove segno ogni opera che vendo; sii più preciso, di che incisioni parli?
-Ma sì, questo è un classico degli artisti di fama, ne vendi così tante che ormai non riesci più a ricordatene. Era una bellissima serie, forse me ne ha mostrate dieci... che dico, pensandoci bene saranno state quasi venti! Io gli ho detto che le conoscevo bene, e che ho avuto la fortuna di vederle in fase di esecuzione diversi anni fa nella tua casa ad Anversa.
-Ma di che stai parlando... sii più chiaro. È impossibile che io abbia venduto venti incisioni e che non me ne ricordi. O no... devono essere state rubate! Sarà stato il mio assistente, deve averle prese di soppiatto mentre dormivo, andiamo subito a controllare nel mio studio! Vedrai come lo rimando in strada a quell’ingrato; ah meno male che mi hai avvertito, chissà quante opere mancheranno.
-Spero di non averti causato un patema d’animo per nulla; sono certo che fossero le tue famose silografie sulla vita della Madonna. Non preoccuparti se dovessimo scoprire il misfatto farò io stesso da garante per recuperarle e testimonierò la tua buona fede.
-Fammi guardare, erano qui, ne sono sicuro. Ah, maledetto ragazzo te la farò paga... oh aspetta, eccole qui! Lucas, non ti riferivi proprio a queste?
-Albert, sono esterrefatto! Sono proprio queste, eppure le ho viste solo due giorni or sono nel salotto di Messer Vadrin. Non posso sbagliarmi, ancora la vecchiaia non ha annebbiato la mia mente, figurati i miei occhi. Aspetta voglio essere sicuro, chiamo uno dei miei collaboratori che le hanno viste con me... Tobias, mi confermi che queste sono le incisioni che abbiamo visto a casa di quel nobile veneziano?
-Maestro ci metto la mano sul fuoco, proprio questa che mi state mostrando aveva dei dettagli che mi avevano particolarmente impressionato. Non ho alcun dubbio.
-Lucas, il tuo intervento di oggi potrebbe aver salvato la mia reputazione. Siamo stati degli sciocchi, adesso mi è tutto chiaro, non c’è stato alcun furto; dev’essere successo qualcosa di ancora più vile. Devo recarmi immediatamente a Venezia, qui qualcuno si sta spacciando per me!
- Mi stai dicendo che credi sia opera di un falsario?! Come ho potuto non accorgermene. Ora che mi ci fai pensare Vadrin mi aveva confessato di averle prese con un’offerta eccezionale in una bottega nei pressi del Fondaco dei Tedeschi. Pensavo fossi stato tu a lasciarle lì...
-Prego, entri pure, si accomodi. Deve aver fatto un lungo viaggio per venir fin qui. Sta cercando qualcosa in particolare? Dal suo aspetto posso certamente indovinare che lei è un pittore, abbiamo sicuramente ciò che cerca: colori, stampe, tele e tutto ciò che può desiderare.
-La ringrazio buon uomo, effettivamente ha indovinato la mia professione, ma in realtà stavo cercando qualcosa di diverso. Devo fare un regalo per il doge e un caro amico mi ha detto che in questa bottega avrei potuto trovare ciò che cercavo... ma da quanto vedo e da ciò che mi propone, deve essersi sbagliato...
-Ehm, mmm, senta può chiudere la porta? Avrei qualcosa da mostrarle... Venga, venga, la porto sul retro. Marcantonio! Qui c’è un signore che vuole fare un “regalo speciale” al doge, fagli vedere qualcosa!
-Che piacere fare la sua conoscenza, il mio nome è Marcantonio Raimondi e credo di avere esattamente ciò che fa al caso suo: una serie di fantastiche incisioni del pittore tedesco Albert Dürer. Guardi lei stesso e mi dica se non sono splendide. Solitamente chiederei 70 ducati per la serie completa, ma visto che è un regalo e lei mi sembra un uomo generoso, gliene chiederò solo 50.
-Impressionanti! Sembrano proprio le incisioni di Durer, stessi soggetti, stessa tecnica... peccato che sono dei falsi e lei è uno schifoso impostore!
-Ma come osa riferirsi a me così, si scordi lo sconto, anzi si scordi proprio le incisioni. Chi si crede di essere per dire che non sono originali?
-Qui non è una questione di chi mi credo di essere, ma di chi sono, tu povero stolto hai davanti Albert Dürer in persona e domani ti porterò in tribunale!
-Silenzio, silenzio in aula. Oggi discutiamo la contesa tra il pittore di Norimberga Albert Dürer e il bolognese Marcantonio Raimondi. L’offeso cominci a parlare, mi racconti l’accaduto.
-Sua grazia, sono venuto a conoscenza che il qui presente Marcantonio Raimondi falsifica le mie opere e le vende ai malcapitati come se fossero originali. Capirà come questa infame pratica possa intaccare irrimediabilmente i miei affari e non di meno la mia reputazione, chiedo che venga punito e io risarcito!
-Altissimo giudice, io sono un uomo onesto, vivo del mio lavoro, non faccio niente di diverso da quello che viene fatto in ogni bottega veneziana. Guardo le opere di un grande maestro come il qui presente e le riproduco al meglio delle mie capacità. Se poi i miei clienti non contestano il prezzo che richiedo, credo di non poter essere accusato di alcun reato, anzi dovrebbe essere premiata la mia abilità!
-Schifoso, menti davanti la corte, ma ricorda non potrai mentire davanti a Dio. Proprio ieri hai provato a vendermi dei tuoi falsi spacciandoli come se fossero di mia mano. Vostra grazia non posso accettare tale ingiustizia, sono certo che non lascerete impunito questo vile comportamento.
-Maestro si sieda e si dia una calmata, questo è un luogo di giustizia e le assicuro che quest’ultima prevarrà sopra ogni interesse. La legge veneziana non prevede alcuna punizione per chi copia le opere dei maestri, quindi il qui presente Marcantonio non ha effettivamente commesso alcun reato. C’è da dire però che le sue motivazioni sono valide, le copie di cui discutiamo intaccano certamente la vostra reputazione e non possiamo accettare che vengano erroneamente attribuite a lei a discapito di chi compra. Bisogna quindi trovare una soluzione per poter distinguere le vostre opere, avete in mente una soluzione?
-Io avrei un’idea che potrebbe accontentare sia il maestro, che le mie povere tasche. Se lei altissimo è d’accordo, io continuerò a esercitare la mia umile professione, ma non firmerò più le incisioni con la sigla AD che contraddistingue ogni opera del qui presente. In questo modo sarebbero di certo diverse e chiunque potrebbe distinguerle!
-Beh, la soluzione proposta dal signor Raimondi mi sembra facilmente attuabile e congrua alle nostre leggi e alle necessità della parte offesa. Decreto quindi che da oggi in poi verranno considerate illegali le copie non riconosciute del maestro recanti la sua sigla, mentre quelle sprovviste potranno essere vendute liberamente al prezzo che le parti ritengono onesto.