La Mutualità era un'istituzione educativa avanzata orientata verso le avanguardie estetico-politiche che mettevano in discussione il profilo borghese dell'arte, come parte di un nuovo impegno per l'arte nuova e per una nuova società.
Tra i suoi membri c'erano Antonio Berni, fondatore e maestro dell'associazione, e il suo allievo dell'epoca, Juan Grela, che utilizzava un colore rosso violaceo nelle sue opere, in contrasto con il rosso aranciato usato da Berni.
Come già detto, sia Berni che Grela usavano il colore rosso in modo ripetitivo in molte delle loro opere. Per facilitare la nostra analisi, chiameremo il primo rosso usato da Antonio Berni "Rosso Berni", mentre il secondo rosso usato da Juan Grela lo chiameremo "Rosso Grela".
Questi colori non differiscono solo per tonalità, ma portano anche significati diversi e rappresentano aspetti del contesto in cui questi artisti lavoravano.
Per definire queste differenze, prenderemo come base opere degli artisti in questione. Di Antonio Berni, La donna col maglione rosso del 1935, che mostra il personaggio pensieroso con un maglione rosso predominante nel dipinto, e Primi Passi del 1937, con un personaggio seduto con una giacca rossa in un luogo strategico della composizione.
Mentre di Juan Grela citiamo Il moncholo del 1944, un'opera che rappresenta un bambino nudo che cerca di abbracciare la donna vestita di rosso che tiene in mano un moncholo, pesce caratteristico del fiume Paraná.
Antonio Berni, pittore, incisore e muralista nato nel 1905 a Rosario, Argentina, inizia la sua formazione artistica presso l'Accademia d'Arte Centre Catalá nella sua città natale, contemporaneamente lavora in un laboratorio di vetrate e insegne.
Successivamente, grazie a una borsa di studio, viaggia in Europa per diventare un esponente delle avanguardie parigine. Lì, studia con artisti di spicco come André Lothe, Othon Friesz e Louis Aragon, che lo introduce al surrealismo. Inoltre, dedica tempo all'esplorazione dell'arte precolombiana in America Latina.
Impegnato nella causa comunista, Berni gioca un ruolo fondamentale nell'organizzazione della Mutualità, un centro educativo che divenne un baluardo dell'arte impegnata in un'epoca segnata da tensioni politiche e sociali.
Il suo stile artistico è profondamente influenzato dal muralismo di David Alfaro Siqueiros, che lui stesso chiama Nuovo Realismo o Realismo Sociale. Il Nuovo Realismo definì una tensione a partire dall'idea che il moderno si fondi seguendo i nuovi fenomeni della realtà, le nuove leggi che influenzarono lo spirito e l'originalità del momento.
La carriera artistica di Berni si sviluppa in diverse fasi, tutte intrinsecamente legate alla vita sociale sia dell'artista sia dell'Argentina. Le sue prime opere murali, dove ogni individuo acquisisce la categoria di ritratto, riflettono la sua profonda preoccupazione per le questioni sociali e la sua incessante ricerca di nuovi mezzi espressivi.
In quest’analisi, ci concentreremo su due delle sue opere più importanti, Primi Passi e La donna col maglione rosso, dove l'uso del colore si manifesta in modo predominante.
Primi Passi è un dipinto del 1937, che mostra il personaggio seduto pensieroso, un po' triste, con un cardigan rosso in un luogo strategico della composizione. L'ambiente è misterioso, intrigante e vuoto, gli oggetti sono immobili e muti. La tensione si concentra sui personaggi, dove l'eloquenza del gesto è contenuta e malinconica. Dalla scena, lo scenario, i gesti e l'attività possono essere trovati riferimenti in alcune annunciazioni alla Vergine, la bambina, con il movimento delicato, facendo riferimento all'Angelo e la madre alla maniera della Vergine.
La donna col maglione rosso del 1935, mostra il personaggio pensieroso, tranquillo e malinconico. In un ritratto ordinato, dettagliato, di pennellate piccole, la luce sembra irreale, stereoscopica, la trama del tessuto e dei capelli è sorprendentemente descrittiva.
Lo studio attento delle forme, dei colori, delle luci e delle ombre, Antonio Berni mostra un aspetto monumentale della figura che si contrappone alla contemplazione e all'espressione nostalgica dello sguardo e alla delicatezza della posa.
Con un carattere nuovo, insolito, inquietante, la luce si concentra sulla donna con gli occhi che brillano con un tremolio acquoso, l'atmosfera diventa strana e misteriosa, debitore dell'arte metafisica di De Chirico e del Surrealismo.
La proposta di Berni è misteriosa sulla quotidianità. I suoi protagonisti condividono la qualità monumentale e ieratica; l'atteggiamento malinconico, di tristezza, di angoscia, che si ripete, forse è l'aspirazione a un ordine più giusto e armonioso.
Successivamente, dopo la dissoluzione della Mutualità, Berni si immerge in una nuova estetica, esplorando il collage e utilizzando vari materiali per creare un'arte che va oltre il figurativo e diventa una critica sociale della situazione argentina del suo tempo.
Antonio Berni si erge come un notevole rappresentante del partito politico della bandiera rossa, il comunismo, all'interno del gruppo di artisti della Mutualità. Nel corso della sua carriera, specialmente nelle sue prime opere, l'uso predominante del rosso arancio, che chiamiamo "Rosso Berni", non si limita alle preferenze personali, ma porta con sé un significato profondamente visibile.
Questo colore simboleggia femminilità, vitalità, innocenza, amore e giovinezza, avvolti in ambienti malinconici e surrealisti. Inoltre, Berni fu notevolmente influenzato dal muralista messicano David Alfaro Siqueiros, le cui opere presentano una predominanza di gialli, arancioni e rossi, come si evidenzia in La nueva democracia del 1944.
D'altra parte, Juan Grela. Artista pittore, incisore e autodidatta nato a Tucumán e trasferitosi a Rosario. Inizia a dipingere all'aperto a 18 anni; i suoi principali riferimenti si trovano in Tratado del paisaje di André Lothe, Universalismo Constructivo di Joaquín Torres García e nell'influenza di Berni come suo primo maestro e nella Mutualità, dove trasforma la sua arte in un realismo con caratteristiche espressioniste e sociali, con corpi di grandi dimensioni ottenuti attraverso l'esagerazione della prospettiva in scorci.
Nel 1940 si unisce al Partito Comunista Popolare e entra in contatto con artisti che affrontano in modo diverso la figurazione e l'astrazione. Inoltre, sposa Haydée Aíd Herrera, anche lei pittrice e incisore, e nasce il loro unico figlio, Dante, nel 1941. Sua moglie ha un ruolo decisivo nella sua vita artistica, dipinge con olio di mais e calce.
Grela esplora l'arte da una prospettiva profondamente personale attraverso la sua opera Vida-Casa-Religión. Nella prima fase, la vita, crea la sua opera dai luoghi in cui ha vissuto e dai ricordi della sua infanzia, elevando la riva del fiume, la costa e i suoi abitanti allo status di mito.
La seconda caratteristica, Casa, affronta il tema della maternità, influenzato sentimentalmente dalla moglie e dalla nascita del figlio. Infine, l'aspetto religioso fonde due aspetti distintivi: la sua devozione per il cattolicesimo e contemporaneamente il suo impegno nel comunismo.
Il rosso violaceo, così come il rosso arancio nell'opera di Berni, diventa un protagonista essenziale in molte delle opere chiave di Grela, come nella sua opera più nota, Il moncholo.
Nel corso della sua carriera artistica, possiamo identificare tre fasi chiaramente definite nella produzione di Juan Grela. Durante la fase del Realismo, le sue opere si caratterizzano per la presenza predominante della figura umana, con rappresentazioni di corpi distesi, fortemente prospettici ed espressivi.
Il moncholo del 1944, risponde, appunto, all'affetto per la maternità e l'eredità. L'immagine rappresenta su uno sfondo verde un bambino nudo che cerca di abbracciare la donna vestita di rosso che tiene in mano un moncholo, pesce caratteristico del fiume Paraná.
Possiamo interpretare il colore in questione come simbolo di vita e al contempo di esperienza, raccontando un sentimento di nascita e di discendenza, non solo carnale, ma anche terrena. La figurazione è determinata da forme quasi scultoree, risolte in scorci, le figure occupano una grande percentuale della superficie della tela e lasciano poco spazio al paesaggio; questa particolarità della pittura murale formale è influenzata da Antonio Berni, ai tempi della Mutualità. L'immagine, creata con una tavolozza di verdi, viola e rossi, rappresenta il momento in cui Grela si è profondamente sensibilizzato alla maternità, accompagnato dalla presenza del bambino nell'opera.
Nella seconda fase della sua carriera, caratterizzata da un "carattere ingenuo", le creazioni di Grela iniziarono ad appiattirsi, permettendo agli elementi del linguaggio artistico di guadagnare maggiore indipendenza e autonomia nelle sue composizioni.
Nella sua fase di "astrazione", l'artista sperimenta con forme semplici, organiche e sovrapposte, completamente distanti da qualsiasi riferimento alla realtà. In questo contesto, riprende simbolicamente il paesaggio di Rosario.
Grela, essendo un fervente comunista, utilizza un rosso violaceo nelle sue opere, che ho chiamato "Rosso Grela". Questa scelta cromatica è influenzata da vari fattori fondamentali. In primo luogo, fu preparato da sua moglie, Aíd Herrera, che usava anche questa tonalità nelle sue opere e rivelò in un'intervista che contribuiva al lavoro dell'artista sul cavalletto.
Inoltre, Grela si ispira principalmente alle opere di Joaquín Torres García (specificamente al Costruttivismo del 1943) e André Lhote, che impiegavano anche tonalità rosso violacee invece dei rossi medi o arancioni più convenzionali.
Non solo le influenze artistiche modellano la tonalità del "Rosso Grela", ma anche le esperienze personali dell'artista. Il suo profondo legame con la maternità e la nascita del figlio, insieme all'amore e alla vitalità che sperimenta nella sua vita familiare, contribuiscono alla scelta di questo colore nella sua tavolozza creativa.
Arrivando alla fine della nostra analisi, possiamo notare che l'uso del colore rosso da parte di questi artisti va oltre l'estetica e diventa un potente mezzo di espressione che incapsula le loro ideologie politiche, le loro emozioni personali e le loro visioni del mondo.
Attraverso il rosso, Berni e Grela sono riusciti a comunicare non solo con il loro pubblico, ma anche con se stessi, creando opere che sono testimonianze vivide del loro tempo e del loro ambiente.
Nelle parole di Kandinsky, l'arte rimane il linguaggio che parla all'anima di cose che sono per lei il "pane quotidiano", e questa esplorazione del rosso nelle opere di Berni e Grela ha illustrato come la Natura si manifesta nel lavoro di ciascun artista.