Il 10 dicembre si è celebrata la Giornata dei Diritti Umani, rivolta a coloro che durante l’anno hanno combattuto a favore dei diritti umani lottando contro le discriminazioni.
Perché le discriminazioni sono presenti in ogni angolo della Terra e vanno a ledere la dignità dell’Uomo. Solo leggendo quello splendido documento che è la Dichiarazione universale dei diritti umani si ha percezione di quanto vicino a noi siano le discriminazioni, le ingiustizie e le iniquità.
L’emanazione della Carta dei diritti dell’Uomo ha stravolto il mondo, soprattutto quello occidentale: voluta dalle Nazioni Unite dopo la Seconda guerra mondiale, esattamente il 10 dicembre 1948, dopo anni e anni di elaborazioni.
La Dichiarazione universale dei diritti umani venne votata dall'Assemblea delle Nazioni Unite che in quell’epoca era formata da 58 Paesi. Si tratta di 30 articoli. Votarono a favore 48 membri su 58. Nessun Paese si dichiarò contrario ma alcuni si astennero.
Tra i Paesi ad astenersi ricordiamo il Sud Africa dove era ancora abbondantemente presente l'apartheid, che ovviamente si trovava in conflitto con diversi articoli della dichiarazione.
L’Unione Sovietica si astenne perché la Costituzione appena scritta dal Partito socialista prevedeva libertà di espressione solo in concordanza con gli interessi dei lavoratori e per rafforzare il sistema. Inoltre la libertà di culto non poteva essere accettata in un sistema socialista, dove le comunità religiose e le Chiese erano combattute.
Anche il mondo arabo partecipò solo in parte: il problema principale era che la Dichiarazione si fondava sul diritto centrale dall’Uomo, mentre nel mondo musulmano il solo legittimato a regolare i rapporti tra gli individui è Allah.
L’Arabia Saudita non sottoscrisse il documento perché contraria soprattutto all’articolo 16 che stabiliva la libertà di contrarre matrimonio senza limitazioni religiose e all’articolo 18 che parlava della libertà di culto.
Come si compone il Documento
La Dichiarazione è composta dal preambolo e da 30 articoli che sanciscono i diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, culturali di ogni persona. La Dichiarazione può essere suddivisa in sette sezioni:
- il preambolo che presenta le cause storiche e sociali che hanno portato alla necessità della stesura della Dichiarazione;
- gli articoli 1-2 che stabiliscono i concetti basilari di libertà ed eguaglianza;
- gli articoli 3-11 che fissano altri diritti individuali;
- gli articoli 12-17 che stabiliscono i diritti dell'individuo nei confronti della comunità;
- gli articoli 18-21 che fissano le libertà fondamentali: libertà di pensiero, di opinione, di fede religiosa e di coscienza, di parola e di associazione pacifica;
- gli articoli 22-27 che stabiliscono i diritti economici, sociali e culturali;
- gli ultimi articoli 28-30 che definiscono aspetti generali della vita sociale.
I diritti dell'individuo posso dunque essere suddivisi in due grandi aree:
- i diritti civili e politici;
- i diritti economici, sociali e culturali.
Leggere la dichiarazione dei diritti umani è stata una rivelazione, perché contiene tutto ciò che serve per vivere in una comunità in pace. Fondamenti di religione, basi giuridiche ed economiche, si mescolano per dar vita a 30 articoli che rispettati potrebbero salvare il mondo dalle iniquità.
Nella scuola del presente e del futuro non bisognerebbe insegnare religione, che è troppo individuale e troppo spirituale. Andrebbe invece insegnato il rispetto dell’Uomo. Bisognerebbe imparare a memoria la Dichiarazione dei diritti dell’uomo, avere ogni articolo ben scritto nella memoria fin da piccoli per non avere dubbi nell’affrontare le sfide della vita: che non capiti mai più una discriminazione per razza o sesso, che mai più ci si sposi per obbligo, mai più si riduca qualcuno in schiavitù, si torturi, mai più vengano a mancare i principi fondamentali che rendono libero un essere umano come il lavoro, l’istruzione e la libertà di culto e di pensiero.
Non trascriverò tutti i 30 articoli del Documento, ma l’articolo 1 enuncia che: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. L’articolo 4 enuncia che: “Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma” e l’articolo 5 lo completa: “Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti”. L’articolo 14 sembra essere stato scritto quest’anno: “Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni”. E per concludere l’articolo 23: “Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro”.
Ognuno dei 30 articoli riporta immediatamente alla luce fatti di cronaca contemporanea. Nonostante sia stata siglata e accettata da 58 Paesi nel mondo, la Carta dei diritti continua a essere una carta inevitabilmente superata e ignorata da molti governi.
Non posso non pensare a fatti recenti, come le torture subite da Giulio Regeni, come il perpetrarsi di violenze contro le donne o contro chi ha un diverso orientamento sessuale… - ma diverso da chi? - non posso ignorare la differenza di genere nel mondo del lavoro, non si possono ignorare le intolleranze e le forme di razzismo o l’ostile indifferenza dinnanzi alle persone che raggiungono l’Europa fuggendo alle persecuzioni e alla totale povertà.
Voglio ricordarmi sempre di pretendere dignità, voglio ricordarmi sempre di essere uguale ma diversa da tutti, voglio ricordarmi sempre di essere nata libera.