Oggi il temine “gamification” è sempre più noto, anche nel mondo aziendale.
Il termine è intuitivo, deriva dalla parola “gioco” e ad essa si associano divertimento e spensieratezza. Tuttavia risulta essere uno strumento efficace e largamente diffuso in grado di perseguire obiettivi ben precisi. Al centro viene collocato l’utente e il suo coinvolgimento attivo.
Introdurre i principi del gioco nel business è risultato vincente.
“Gamificare” vuol dire applicare delle meccaniche o delle dinamiche prese dal mondo dei giochi o dei videogiochi a contesti non ludici, quindi a contesti in cui il gioco passa in secondo piano, come può essere un contesto lavorativo o di marketing. Nascono nuovi elementi e principi che si configurano come strumenti in grado di supportare i processi aziendali.
Molti esperimenti sociali hanno dimostrato che sfida e divertimento hanno il potere di cambiare i nostri comportamenti in modo rapido. È una scoperta importante, perché può fornire diversi spunti per rendere la formazione e lo sviluppo delle performance ancor più coinvolgente, in grado di produrre risultati volti al cambiamento.
Nell’ambito delle risorse umane la gamification è un ottimo supporto per quanto riguarda le attività di recruiting, l’inserimento nuove risorse, la gestione delle performance e dei percorsi di carriera.
Ogni interazione con il personale può assumere forme di coinvolgimento diverse, migliorare i processi di formazione, supportare le selezioni, coinvolgere i dipendenti ponendoli di fronte a sfide, traguardi e vittorie.
La dimensione simulativa permette di entrare nel vivo della problematica e delle sfide aziendali.
Le aziende attraversano un periodo di grandi trasformazioni e cambiamenti. Il modo di vivere e di lavorare sta cambiando definitivamente e in maniera irreversibile. Al personale viene richiesta creatività, coraggio e leadership. Il mondo del lavoro è alla ricerca di persone creative, intraprendenti e con forti doti di leadership. Soft skill e attitudini sono parole che oggi non possono essere ignorate. I cambiamenti hanno fatto nascere nuove esigenze legate alla flessibilità, termini come “smart working” sono prepotentemente comparse nelle aziende.
Questo processo dà sempre maggiore rilevanza alle soft skill e alla capacità di imparare rapidamente adattandosi a contesti mutevoli. La gamification è un’ottima via per colmare il gap tra tecnologia, innovazione e far sì che gli obiettivi aziendali collimino con quelli dei dipendenti.
Non dimentichiamo che i millennials sono nati e cresciuti con i videogiochi, per questo sono sempre alla ricerca di coinvolgimento e motivazione.
Tornando al mondo del lavoro, la gamification può servire a completare le informazioni contenute nel curriculum vitae, permettendo di testare tenacia, capacità di adattamento, concentrazione, spirito di iniziativa e problem solving.
Sono già molte le aziende che hanno inserito nei loro programmi di formazione dei propri dipendenti e dei propri clienti le pratiche della gamification. Le potenzialità sono tante. Prima di tutto, facilita la formazione a distanza e ha un notevole vantaggio sull’ottimizzazione e il risparmio delle risorse. Inoltre, i professionisti delle risorse umane possono osservare come un dipendente lavora in team, come affronta lo stress, quali sono le dinamiche, da valorizzare o scoraggiare, che si instaurano. Infine, è stato dimostrato che strumenti come la realtà immersiva aiutano il processo di assorbimento del contenuto e migliorano la capacità di memorizzazione.
È nella nostra natura conoscere cose nuove attraverso il gioco, in questo modo risulta più facile comprendere concetti astratti e impegnativi perché mossi dalla voglia di provare sensazioni piacevoli.