Non poteva che essere Terni, città di San Valentino, location migliore per una storia così avvincente e senza tempo. La leggenda narra che a causare la nascita della Cascata delle Marmore sia stato l'intervento stesso degli dei, per l'esattezza della dea Giunone. Una nascita, per di più, legata ad un grande amore.
C'era una volta una ninfa bellissima che si chiamava Nera, figlia del dio Appennino. Nera si innamorò di un giovane pastore di nome Velino. Durante un banchetto però, la dea Giunone venne a conoscenza di questo amore profano e decise che la ninfa meritava una punizione esemplare. La portò così in cima al monte Vettore dove Nera fu trasformata in un fiume, che prese il suo nome.
Ella cominciò a scorrere come una piena di lacrime, fino ad arrivare alla rupe dove aveva incontrato Velino la prima volta. Egli, intanto, non sapendo dove fosse finita la fanciulla, cercava disperatamente sue notizie. Interrogando una sibilla, questa gli svelò quanto era accaduto. Velino decise allora di gettarsi dalla rupe per potersi ricongiungere con la sua adorata. Quel salto d’acqua, oggi la Cascata delle Marmore, è il simbolo del loro amore eterno. Da allora, Nera e Velino, scorrono insieme, impetuosi ed appassionati.
I cuori dei due innamorati aprirono una breccia nel muro del tempo, consacrando all’eternità quella che oggi è la perla più preziosa della Valentina: la Cascata delle Marmore.
Ed è proprio dalla Ninfa Nera che ha tratto ispirazione il maestro Igor Borozan. In occasione del battesimo del piazzale, avvenuto lo scorso 4 ottobre, Borozan ha realizzato la sua opera live sulle note di un pezzo musicale scritto appositamente da Željka, figlia d’arte del noto musicista e compositore Goran Bregović. Un acquerello su tela della grandezza titanica che rimarrà in esposizione ad arricchire i locali della Cascata.
Il progetto, fortemente voluto e coordinato da Daniele Garrasi, responsabile dell’area, è stato sostenuto da David Montagna Baldelli con il supporto di AppKeep. Il settore visual ha visto coinvolti, per il reportage fotografico Amedeo Cavani e per il video making Kamai Younes.
Ad un anno esatto dall’iniziativa Watercolor, collocata all’interno del programma del Terni Falls Festival che ha fatto scendere in campo pittori professionisti “en plein air” coordinati sempre dal maestro Igor Borozan, l’arte torna ad essere protagonista alla Cascata delle Marmore. A breve anche il parco delle rocce avrà un nome. Si chiamerà Piazzale Velino e il battesimo avverrà con un secondo rituale artistico, omaggio stavolta al personaggio della leggenda innamorato della Ninfa Nera.
Oltre l’origine mitologica, lo spettacolare salto della Cascata delle Marmore è stato fonte d’ispirazione per molti poeti e artisti, diventando una delle tappe degli intellettuali che raggiungevano l’Italia dal Nord Europa per il Grand Tour. Poeti e scrittori, affascinati dal fragore delle acque e dalla bellezza della natura, hanno reso immortale la Cascata delle Marmore attraverso innumerevoli opere. Gli estasiati viaggiatori del Grand Tour e i pittori plenaristi hanno percorso lunghissimi tragitti per raggiungere la meta del loro ‘pellegrinaggio artistico’ alla ricerca d’ispirazione nella ‘valle incantata’.
La Cascata delle Marmore si trova in Umbria, in un contesto naturalistico di altissimo valore, quello del parco fluviale del Nera, punto di snodo dei bacini idrografici dei più importanti fiumi del centro Italia, il Velino, il Nera e, quindi, anche del Tevere.
Si tratta della cascata più alta d’Europa. Il salto compiuto dal Velino è pari a 165 metri. Il suo nome, Marmore, trae origine dal biancore delle rocce che con lo scintillio delle acque sembrano di vero marmo.
Oggi il parco, attraverso vari sentieri escursionistici, fa compiere ai visitatori un’esperienza multisensoriale, unica nel suo genere. Chi visita la cascata può quasi toccare con mano l'amore che aleggia nell'aria. Percorrendo il sentiero n.1, all'altezza del primo salto, c'è un terrazzino, ribattezzato il "Balcone degli Innamorati”, dal quale basta allungare un braccio per sentire tutta la potenza di quell’amore indissolubile.
Anche Lord Byron nel 1816, all’età di soli ventotto anni intraprese il cammino del Grand Tour, visitando l’Umbria e le Cascate delle Marmore.
Vi lascio con i versi tratti dal quarto canto del poema Childe Harold's Pilgrimage, che ben descrivono le contrapposte sensazioni di orrore e bellezza sigillate da un improvviso arcobaleno, denso di ancestrali valori simbolici.
Vedi, dove esso si avanza
simile ad una Eternità, quasi che dovesse spazzar via
tutto ciò che trova sul suo cammino, affascinando
l'occhio col Terrore - impareggiabile cateratta,
orribilmente bella! ma sul margine, da una parte
all'altra, sotto lo scintillante mattino, posa un'iride
tra gli infernali gorghi, simile alla Speranza presso
un letto di morte, e, inconsunta nelle sue fisse tinte,
mentre tutto là attorno è dilaniato dalle acque
infuriate, innalza serenamente i suoi fulgidi colori
con tutti i loro raggi intatti, e sembra, tra l'orrore
della scena, l'Amore che sorveglia la Follia
con immutabile aspetto.