-Tutto questo è inaccettabile, come è possibile che io, Alfonso d’Este, duca di Ferrara, debba possedere una collezione meno prestigiosa di quella gran pettegola di mia sorella? Sono ormai vent’anni che spendo tempo e denaro in commissioni, ma sembra che questi maledetti artisti si prendano gioco di me!.
-Mio Duca, nessuno oserebbe mai farle un torto di proposito; solo un folle si rifiuterebbe di dipingere per lei. Forse in questi anni è stato mal consigliato, o magari i messaggeri che ha inviato non sono stati abbastanza persuasivi.
-Direi più che sono stati degli incapaci; pensa che il Sanzio in persona, prima di morire, mi aveva promesso un Trionfo di Bacco, ma per la poca decisione e la mancanza di zelo dell’uomo che avevo incaricato, non sono arrivato in tempo.
-Un vero peccato, sono certo che un’opera di tale spessore avrebbe reso ineguagliabile la vostra già ammirevole collezione e di certo nessuno avrebbe più parlato dei dipinti veneziani tanto amati da vostra sorella Isabella d'Este.
-Non mi darò per vinto, è per questo che ti ho fatto chiamare qui oggi; ho un progetto ambizioso e ho bisogno dei giusti consigli. Durante uno dei miei giovanili viaggi romani, ho avuto la fortuna di incontrare Michelangelo mentre affrescava la volta della Sistina. Impossibile non rimanerne estasiati, ricordo ancora quel momento come se fosse ieri; ah quanta bellezza, quanta vitalità e monumentalità in quei corpi, nessun uomo potrà mai eguagliarli! In quell’occasione gli ho accennato la mia volontà di possedere un suo dipinto, ma ormai sono passati tanti anni e non ho avuto più possibilità di incontrarlo, dobbiamo trovare un modo per riallacciare i rapporti.
-Da quel che so il Buonarroti ha un carattere piuttosto schivo e riluttante verso le commissioni. Credo che la cosa migliore sia invitarlo qui a Ferrara con una qualche scusa. Conversando con alcuni amici di Firenze, mi è parso di capire che abbia ricevuto una carica ufficiale nella nuova Repubblica come esperto di fortificazioni, magari lo si potrebbe consultare per un parere sulle nostre mura. In questo modo lei avrebbe l’occasione di rinnovare la sua offerta e sono certo che Michelangelo non avrà l’ardire di rifiutare.
-Mi sembra un’ottima idea, manderò oggi stesso una lettera di mio pugno richiedendo la sua presenza e una volta qui gli farò la mia proposta…
-Michelangelo Buonarroti, ben arrivato, finalmente dopo così tanti anni ci rincontriamo, ti ringrazio per essere venuto fin qui, è un grandissimo onore avere un artista così eminente alla mia corte.
-Mio duca, lei mi lusinga con le sue parole, ma come ben sapete, oggi sono qui per svolgere il mio incarico da consigliere, ci sono alcuni accorgimenti che vorrei esprimerle sulle condizioni delle mura.
-Certamente, avremo tempo per parlarne; da adesso considerati mio ospite, andiamo a palazzo, ceniamo e poi facciamo un giro; ho da mostrarti alcune meraviglie di cui sono recentemente entrato in possesso. Come vedi ho raccolto centinaia di oggetti meravigliosi e di certo non mi mancano i capolavori, ma guarda il salone, a volte mi sembra un po’ vuoto; non credi anche tu che ci starebbe benissimo uno dei tuoi magnifici dipinti?
-Mi spiace deluderla, ma in questo momento sto realizzando una serie di sculture che mi portano via gran parte del mio tempo, infatti la mia visita dovrà concludersi oggi stesso!
-Maestro, so che presto dovrete tornare a Firenze, ma adesso provate scherzosamente ad immaginarvi come mio prigioniero, se rivolete la vostra libertà, promettetemi di realizzare un dipinto o una scultura per arricchire la mia collezione, sarete ampiamente ricompensato e riceverete la mia eterna gratitudine.
-Mio duca, non ho dimenticato gli apprezzamenti che mi riservaste anni or sono e voglio sdebitarmi per la vostra graditissima ospitalità. Accetto quindi il vostro incarico, tornato a Firenze vedrò di realizzare un dipinto adatto a questo salone, mandate un vostro cortigiano presso la mia abitazione e gli consegnerò l’opera io stesso. Adesso vogliate scusarmi, ma devo proprio andare, la mia scorta è impaziente ed il viaggio è lungo!
-Buonasera, sono qui per conto del duca Alfonso d’Este, dovrei incontrare il maestro Michelangelo, dovrebbe avere un dipinto per me…
-Prego si accomodi, da questa parte, mi segua, la porto nello studio, credo che l’opera di cui parlate sia pronta; una meraviglia se devo darle il mio modesto parere da garzone.
-Maestro mi dispiace interromperla, è arrivato il cortigiano del duca di cui mi parlavate un paio di sere fa.
-Oh, bene, la aspettavo; direi che il dipinto è finito, può portarlo con lei e mandi i miei saluti ad Alfonso.
-È questa l’opera che intende regalare al duca? Una dama seminuda con un semplice cigno? Se devo essere sincero non mi sembra un granché, credo che il mio signore si aspettasse da lei qualcosa di più simile a quei vorticosi e strabilianti corpi che decorano la volta della cappella Sistina; qualcosa che potesse superare in grandiosità e stile i dipinti della collezione della sorella Isabella...
-Ah allora è di questo che si tratta! Una bambinesca competizione tra nobili. Come vi permettete a giudicare così mestamente questo dipinto, cosa ne capite voi che siete un semplice cortigiano! Se non riuscite a vedere la delicata classicità che sta dietro ad una Leda con il Cigno, vorrà dire che sicuramente avete dei seri problemi di vista!
-No guardi io ci vedo benissimo, semplicemente credo che lei abbia sottovalutato l’importanza di questa commissione, in caso contrario sono certo che avrebbe optato per qualcosa di più maestoso.
-Più maestoso… non riesco a pensare niente di più adatto ad un salone nobiliare, se non una scena mitologica come questa. Lei nella sua bieca ignoranza non riesce coglierne l’idilliaca sensualità, la palese complicità degli sguardi e la manifesta grazia nella gestualità dei personaggi.
-Queste mi sembrano chiacchere da artista, non ha qualcos’altro che possa prendere al suo posto?
-Basta così, non accetto che qualcuno venga in casa mia e si permetta di parlarmi in tal maniera! Piuttosto che darvi una mia opera preferirei bruciare tutto. Antonio accompagna questo imbecille alla porta, se il duca dovesse avere qualcosa da ridire, che venga di persona!
-Ma pensa tu con chi mi tocca avere a che fare di questi tempi… senti Antonio vieni qui, io non ho più che farmene di questo dipinto, visto che hai deciso di partire per la Francia, portalo con te e fanne ciò che desideri.
Da quel momento della Leda con Cigno non si hanno più notizie certe, a noi resta solo qualche splendido disegno preparatorio e una copia di Rosso Fiorentino, il quale ebbe l’occasione di ammirarla proprio in Francia, alla corte di Fontainebleau.