Il Regimen Sanitatis Salernitanum dedica al mondo vegetale, ai “semplici” come venivano definite le erbe con funzione curativa, un’ampia sezione. Solo 18 sono le erbe terapeutiche, a cui è affidata la cura di ogni malattia: tra queste vi sono la menta e la salvia. I versi che qui riportiamo sono rispettivamente tratti da un testo latino pubblicato a Francoforte nel 1557, un testo italiano pubblicato a Pavia nel 1835 e un altro del 2017.

A conclusione di questa nota viene presentata la traduzione del Commentario latino relative alle erbe in oggetto e qualche considerazione per confrontare ciò che si credeva anticamente e ciò che oggi la botanica afferma.

Menta. Cap. LIX

De mentha

Mentitur mentha, si sit depellere lenta
ventris lumbricos stomachi vermesque nocivos.

Della menta

Medicina fia bugiarda
Quella menta, che ritarda
A scacciar lombrici e vermi
Da’ ventrigli e grembi infermi.

Menta liberatrice

Mente la menta
se a scacciare è lenta
da pance e stomaci infermi
tanto lombrichi quanto vermi.

Il Commentario. Cap. LIX. La menta

La menta non sarebbe degna di questo nome se non avesse la capacità di eliminare i vermi della pancia e dello stomaco. Ha infatti un aroma forte e un potente gusto amaro, per cui non diversamente dall'assenzio uccide i vermi. Come l'assenzio, deve essere assunta sotto forma di decotto e non come si trova, con l'avvertenza che quando è calda e secca può bruciare il sangue e quindi va considerata più che un cibo una medicina. Conforta, infatti, e riscalda lo stomaco, placa e dissolve il singhiozzo, blocca il vomito flemmatico e sanguigno, stimola il desiderio, evita lo sputo di sangue e può essere utile contro i morsi dei cani affetti dalla rabbia. Evita che il latte si trasformi in formaggio se le sue foglie vi vengono immerse (Dioscoride, Lib. 3; Avicenna, 2, Canone, cap. 499).

Considerazioni

Fin qui lo scritto salernitano. La menta nella tradizione mitologica greca era legata al sacrificio della ninfa Mintha, abitante del regno sotterraneo di Ade, suo amante. Quando il re degli Inferi vi condusse Persefone per farne la sposa legittima, la ninfa abbandonata fu da lei distrutta e Ade, impietosito, le concesse di diventare una pianta profumata. Tra i miti legati alla menta e al suo profumo, ricordiamo quello derivato da una leggenda che, sin dal Medioevo, narra della fuga verso l'Egitto della Sacra Famiglia. Ormai stremati dal calore del deserto, i Divini Fuggiaschi incontrarono sul cammino un cespuglietto di menta e se ne servirono per dissetarsi, da ciò l'appellativo di “Herba Sanctae Mariae”. A Salerno era usata contro i vermi.

La menta ha proprietà eupeptiche, carminative e leggermente anestetiche, che deve essenzialmente all’essenza, la quale può essere considerata come un composto stupefacente in quanto, ad alta dose, dopo un periodo di iperestesia sensoriale, di agitazione e di tremito, determina uno stato di depressione. Il mentolo applicato sulla pelle e sulle mucose, esercita un’azione anestetica e produce una sensazione di freddo per la stimolazione delle estremità termico-sensorie dei nervi cutanei, internamente eccita i centri vasomotori e respiratori aumentando l’energia cardiaca e la pressione endovasale, paralizzando, in dosi forti, la sensibilità e i riflessi provocando spossatezza e sonnolenza, eccita la secrezione delle mucose boccale e nasale e quella della saliva e della bile. Si usa l’essenza in soluzione alcolica, come linimento nei reumatismi e nevralgie.

Salvia. Cap. LX

De salvia

Cur moriatur homo, cui salvia crescit in horto?
contra vim mortis non est medicamen in hortis.
Salvia confortat nervos manuumque tremores
tollit et eius ope febris acuta fugit.
Remedia paralyticorum membrorum
Salvia, castoreum, lavendula, primula veris,
nastur, athanasia: sanat paralytica membra.
Salvia salvatrix, naturae conciliatrix.

Della Salvia

Perché l'uom morrà, cui fresca
nel giardin la salvia cresca?
Perché farmaco più forte
dello stral non v’è di morte.
Della salvia i nervi allena
l’uso, il tremito raffrena
delle mani, ed anche ajuta
a scacciar la febbre acuta.
Chi castor, nasturcio, e vera
atanasia, e primavera,
e lavanda a salvia unisce,
la paralisi guarisce.
Salvia, in ver sei salvatrice,
di natura emulatrice.

Salva, la salvia

Ma chi aveva la salvia nell'orto
di che male sarà morto?
Tutto cura la salvia, è forte.
Nulla, però, può contro la morte!
Tutti aiuta: i febbricitanti,
i nervosi ed i tremanti.
Salvia, castorio, primula, lavanda,
nasturzio, e atanasia...che ghirlanda!
Forse non san belli ma così abbracciati
aiutano i corpi paralizzati.
Salva tutti, la salvia, e con premura
ci riconcilia con la natura.

Il Commentario. Cap. LX. La salvia

Tre sono gli effetti della salvia: primo, rinvigorisce i nervi poiché asciuga le umidità che li avviluppano e li allentano; secondo, tiene lontano il tremore delle mani, che è provocato appunto dalla debolezza dei nervi; in terzo luogo, allontana la febbre alta, poiché, essiccando gli umori, impedisce la putrefazione da cui essa deriva.

A scopo di prevenzione, in campo alimentare gli uomini ne fanno un duplice uso: per prima cosa ne estraggono un vino che chiamano salviato, che bevono soprattutto all'inizio del pasto. Esso, se assunto con moderazione, giova agli apoplettici e agli epilettici. Quindi si servono della salvia per le salse: asciuga l'appetito soprattutto quando lo stomaco è pieno di umori nocivi, crudi e non digeriti.

La salvia è di due tipi: quello domestico, dalle foglie grandi e larghe, e quello che i più definiscono nobile e i Greci elelisfaco, dalle foglie più piccole e strette. Si dice che la salvia si chiami così quasi a volerla definire la "salvatrice" della natura.

Oltre alla salvia, giovano all'apoplessia altre cinque sostanze medicinali: il castoreo, prodotto dal testicolo dell'omonimo animale (Avicenna, Canone, 2, cap. 126), la lavanda (Avicenna, ibid.; Dioscoride, Lib. 2), la primula primaverile, detta anche "l'erba della paralisi" (Avicenna, Canone, cap. 613), il nasturzio e l'atanasia. Tutte queste sostanze hanno il potere di calmare, irrobustire e asciugare i nervi e di consumare la materia flemmatica da cui nasce l'apoplessia. Il nasturzio, in particolare, che nasce in luoghi rigidi, aspri e ricchi di fonti, purifica i nervi dal flemma e per questo motivo i medici lo consigliano durante il digiuno quaresimale per i cibi flemmatici che in quel periodo sono concessi. A tal fine si prescrive anche l'atanasia, detta pure tanaceto, che con il suo calore purifica dal flemma, dai vermi e dalla materia da cui essi si generano.

Considerazioni

Ha proprietà astringenti, cicatrizzanti, antidrotiche e antisettiche; il suo infuso è ottimo per le affezioni di reni, fegato, milza, polmoni e nervi (oggi è anche sperimentata nella cura del morbo di Alzheimer e per migliorare i processi mnemonici). La salvia viene usata come stimolante, antidiaforetico e nella cura di morbillo, letargia e tisi. All’esterno è un eccellente topico, apprezzabile nelle storte, nei geloni, nelle ulcere atoniche, nelle afte, nelle tonsilliti, nelle piaghe alla gola, nelle gengive molli e sanguinanti. L’olio risulta efficace per curare i reumatismi, ma solo per via esterna (se ingerito può causare crisi epilettiche). Può essere adoperata nell’igiene dei denti, a questo proposito vengono consigliati i gargarismi.

La salvia ha proprietà battericide, dovute alla presenza di un acido di terpenico, la salvina. Per queste ragioni sciacqui caldi sono efficaci nel trattamento dell’angina. La pianta ha un forte odore balsamico e un sapore aromatico amaro.

Usato comunemente in cucina come aroma, viene utilizzato anche nella produzione di dentifrici, profumi, insetticidi e per scurire e rinforzare i capelli. Alcune preparazioni a base di salvia sono usate anche nella cura dei tumori, del mal di denti e dell’iperidrosi.