Le recenti critiche su Elon Musk e le sue opinioni sulla politica italiana ed europea ricordano situazioni simili già accadute in passato, nelle quali spesso ci si è allarmati per nulla, creando solo più confusione che chiarezza.

Piacciano o no, le esternazioni pubbliche di Elon Mask appaiono più come il libero pensiero di un facoltoso industriale, che messaggi mirati a influenzare le decisioni politiche dei Paesi di volta in volta presi di mira. È pur vero che in qualche modo potrebbero suggestionare l’opinione pubblica, soprattutto se si considera che Musk è il “padrone” di X, una potentissima piattaforma social, precedentemente nota come Twitter, che grazie alla sua diffusione può raggiungere chiunque sul nostro pianeta, in modo semplice, veloce e senza alcun filtro, un principio che la nostra Costituzione garantisce nell’art. 21:

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

Eppure, c’è chi continua a considerare le intromissioni di Musk come pericolose, mentre per altri, al contrario, sono la dimostrazione di un alto grado di democrazia, dove il giudizio del messaggio è lasciato al singolo lettore, e non a un organismo superpartes incaricato di analizzare, ed eventualmente censurare i messaggi su X o un'altra piattaforma, finendo magari per avvantaggiare qualche partito, lobby o corporazione.

In ogni caso, a oggi le opinioni di Elon Musk non sembrano avere l’obiettivo d’influenzare in modo diretto la politica di altri paesi, soprattutto perché non vi sono prove che l'imprenditore, al contrario di altri come George Soros, abbia mai finanziato direttamente alcun partito, fatta ovviamente esclusione per il suo appoggio finanziario alla campagna elettorale di Donald Trump. Un sostegno molto gradito dal nuovo Presidente degli Stati Uniti che, per le sue idee innovative in campo economico e gestionale, lo ha voluto alla guida del nuovo Dipartimento per l'Efficienza Governativa (DOGE) insieme a Vivek Ramaswamy, un altro brillante imprenditore i cui investimenti sono concentrati verso l'industria biotecnologica e farmaceutica, e che la rivista Forbes, nel 2023 ha confermato di essere il 24° imprenditore più ricco sotto i 40 anni, con un patrimonio stimato di 600 milioni di dollari.

Che Trump ami circondarsi di brillanti imprenditori per aiutarlo nella guida del Paese lo si è visto anche nella nomina del nuovo capo della NASA, il miliardario Jared Isaacman, che ha la metà degli anni del suo predecessore, l’ex astronauta e politico di lungo corso Bill Nelson. Oltre a essere un pilota, Isaacman è anche un astronauta, avendo al suo attivo due missioni nello Spazio. La Inspiration-4 del 2021 e la Polaris Down del 2024, nella quale ha effettuato la prima attività extraveicolare interamente gestita dai privati. Missioni dai costi milionari effettuate in collaborazione con SpaceX, e da lui interamente finanziate.

Che queste scelte pongono enormi problemi di conflitto d’interessi nella nuova Amministrazione è indubbio, ma c’è da osservare che la nomina di Isaacman, per esempio, è stata accolta positivamente sia dalla maggior parte dei commentatori statunitensi che da chi ha gestito in passato la NASA.

Tornando a Musk, sarà proprio il suo incarico nel Governo che potrà dimostrare se si adeguerà alla politica estera della Casa Bianca, evitando pareri personali che possano mettere in imbarazzo la linea dettata da Trump, che, sappiamo bene, non ha alcun timore di licenziare chi non la pensa come lui.

Ma allora perché molti temono Elon Musk? Cosa lo distingue da altri imprenditori come Jeff Bezos, fondatore di Amazon, o Mark Zuckerberg, creatore di Facebook? Entrambi, con le loro invenzioni, sono diventati ricchissimi, rivoluzionando i settori della comunicazione e del commercio, eppure non sono considerati dei potenti in grado di orientare le democrazie mondiali. Forse, la differenza fra loro ed Elon Musk è la straordinaria posizione di potere in cui attualmente si trova. Non solo economica o perché gode dell’appoggio di Trump, ma perché controlla risorse fondamentali: possiede la piattaforma social X, la rete di satelliti Starlink per diffonderla e, soprattutto, il monopolio dei viaggi spaziali.

C’è chi pensa che questo potere possa innescare una pericolosa spirale autoritaria, ma se allontaniamo i pregiudizi, ci rendiamo conto che appare più concentrato sulla colonizzazione di Marte, che avere mire politiche o autoritarie. E probabilmente sarà più per questo sogno, che per essere uno scomodo pensatore, che Musk si garantirà un posto nei libri di storia del futuro, come uno dei più intuitivi protagonisti del XXI secolo.

Elon Musk ha iniziato a investire nelle proprie idee fin da giovane, quando a 25 anni fonda insieme al fratello Kimbal, Zip2, un'azienda che sviluppava e vendeva guide cittadine online. Ha poi proseguito, arrivando al successo nell’automotive elettrico con Tesla; nelle comunicazioni col sistema satellitare Starlink, che una volta completato permetterà a chiunque lo voglia di accedere senza restrizioni a internet, e nello Spazio tramite SpaceX, con la costruzione dei vettori di lancio riutilizzabili Falcon 9 e delle astronavi Crew Dragon, utilizzate dalla NASA e disponibili ai privati.

Inoltre, sempre con SpaceX sta portando avanti le Starship. Astronavi che nelle intenzioni di Musk potranno ospitare fino a cento passeggeri, e così capaci di rendere accessibile lo Spazio a basso costo a scienziati, industrie, o anche a facoltosi turisti, con l’obiettivo finale di colonizzare la Luna e Marte. Una rivoluzione, che unita all’apporto ancora tutto da scoprire dell’Intelligenza Artificiale, sta aprendo la strada a un futuro fino a pochi anni fa inimmaginabile.

È quindi senza dubbio SpaceX (Space Exploration Technology Corporation), il capitolo più importante della sua storia di imprenditore. Fondata nel 2002 per rivoluzionare la tecnologia spaziale, la società progetta, produce e lancia razzi e veicoli spaziali avanzati riusabili, e grazie alle sue ardite innovazioni nel giro di pochi anni ha raggiunto la supremazia nel mercato dei lanciatori, grazie alla loro incontestata affidabilità, che permette costi estremamente concorrenziali rispetto a tutti gli altri competitori, in primo luogo la Blue Origin del rivale Jeff Bezos, che con il suo nuovo razzo orbitale New Glenn mira a inserirsi nel proficuo mercato spaziale.

Che Elon Musk sia un genio è sotto gli occhi di tutti. Una dote, che lo guida fin da bambino, quando viveva in Sud Africa col padre, che aveva divorziato, insieme al fratello Kimbal e la sorella Tosca. Fin da piccolo fu un grande lettore, sviluppando in quei primi anni un febbrile interesse per i computer, che imparò a programmare da autodidatta utilizzando un Commodore VIC-20. Fu così che all’età di dodici anni arrivò a sviluppare un gioco in codice BASIC chiamato Blastar, che fu comprato dalla rivista PC and Office Technology per circa $500. Un gioco, che nella versione online esiste tuttora.

La sua infanzia però non fu semplice. Con un carattere introverso e un fisico esile, a scuola fu spesso vittima di bullismo, finendo anche in ospedale. Arrivò a ribellarsi solo all'età di quindici anni, imparando a difendersi con il karate e il wrestling, arti marziali che continuò a praticare fino a quando divenne adulto.

La svolta arrivò all'età di diciassette anni, quando, nel 1988 si trasferì in Canada contro il volere di suo padre, che voleva che continuasse gli studi in Sud Africa, in parte perché voleva evitare il servizio obbligatorio nell'esercito sudafricano, e perché sentiva che sarebbe stato più facile ottenere la cittadinanza statunitense, che conseguì nel 2002, attraverso quel percorso. Un desiderio che lui stesso ha chiarito in una intervista del 2013:

Ero assolutamente determinato a raggiungere gli Stati Uniti, la terra di mio nonno, perché pensavo e vedevo che l'America è una terra dove sono possibili grandi cose, più di ogni altra nazione nel mondo.

Sotto molti aspetti l’entusiasmo e la tenacia di Elon Musk ricordano molti altri geniali visionari del passato come Tesla, Edison, Bell, Westinghouse o Ford, solo per citarne alcuni. Ma fra i grandi innovatori e inventori del passato, ve ne è stato uno che, forse, gli somiglia più degli altri. Mi riferisco all’aviatore, regista e produttore cinematografico Howard Hughes, che con la sua casa di produzione di aerei, la Hughes Aircraft ideò, progettò e costruì l’H-4 Hercules, conosciuto anche come Spruce Goose, l'aeroplano più grande del mondo.

Entrambi, sono esempi di imprenditori visionari che hanno spinto i limiti delle possibilità tecnologiche. Tuttavia, mentre Hughes si è concentrato sull'innovazione in ambito aeronautico e cinematografico, Musk ha orientato i suoi sforzi verso un futuro più ampio, abbracciando la sostenibilità, l'esplorazione spaziale e la fusione di tecnologie avanzate. Ambedue, in modi differenti, sono riusciti a fare storia, ma il loro impatto sulle generazioni future potrebbe differire sostanzialmente, perché Elon è solo all’inizio della sua rivoluzione.

Di sicuro, Elon Musk e Howard Hughes sono due delle figure più iconiche nella storia della tecnologia e dell'industria. Ciononostante, pur condividendo la passione per l'innovazione e l'avventura, le loro storie e approcci al business presentano differenze fondamentali.

Musk, oggi, è uno degli imprenditori più influenti del XXI secolo. Fondatore di importanti industrie come Tesla, SpaceX, Neuralink e The Boring Company, Musk ha una visione a lungo termine che include la colonizzazione di Marte, la transizione globale verso l'energia rinnovabile e il miglioramento delle capacità umane attraverso la tecnologia. Il suo obiettivo è risolvere problemi globali, come il cambiamento climatico, e spingere l'umanità verso un futuro spaziale.

Hughes, d'altro canto, era un visionario del XX secolo, ma con un focus più orientato all'industria e all'ingegneria aerea. Celebre per la sua passione per l'aviazione, la sua compagnia Hughes Aircraft fu pioniera nel settore. Inoltre, Hughes si distinse per la costruzione di aerei rivoluzionari, che spesso collaudava personalmente. La sua visione era alimentata dal desiderio di spingere i limiti della tecnologia e di dominare il settore aeronautico, in un'epoca in cui l'esplorazione spaziale e le energie rinnovabili non erano ancora in cima all'agenda delle priorità globali.

Entrambi sono noti per il loro carattere eccentrico e per un approccio non convenzionale alla leadership. Musk è spesso descritto come un perfezionista instancabile, che lavora senza sosta e si assume rischi enormi per raggiungere i suoi obiettivi. È anche noto per la sua presenza sui social media, dove interagisce direttamente con i suoi follower e prende decisioni pubbliche in modo immediato e talvolta controverso.

Hughes, sebbene avesse una personalità altrettanto forte, era più introverso e misterioso. Negli anni della sua fama, la sua eccentricità si manifestò in comportamenti sempre più bizzarri, come il rifiuto di lasciare la sua casa e l'ossessione per la pulizia e l'isolamento. La sua solitudine e la crescente paranoia negli ultimi anni della sua vita lo portarono a un isolamento che, a differenza di Musk, limitò fin troppo la sua capacità di relazionarsi pubblicamente.

Sia Musk che Hughes hanno costruito imperi enormi. Hughes accumulò ricchezze attraverso il settore aereo e cinematografico, acquisendo in seguito una serie di aziende, tra cui la compagnia di linea intercontinentale TWA (Trans World Airlines), e influenzando l'industria aerospaziale. La sua fortuna derivava principalmente dalle sue invenzioni, ma anche dalle sue acquisizioni aziendali e dal suo ruolo di protagonista nel settore dell'intrattenimento.

Musk, invece, ha costruito il suo impero diversificando in settori ad alta tecnologia, dai veicoli elettrici alle missioni spaziali, passando per l'intelligenza artificiale e la neurotecnologia. Oltre a Tesla e SpaceX, Musk ha spinto innovazioni che vanno dall'energia solare con SolarCity, fino alla produzione di tunnel per ridurre il traffico con The Boring Company. In un certo senso, Musk ha concentrato la sua fortuna sulla risoluzione di sfide globali, mentre Hughes si era focalizzato su una serie di progetti più isolati e legati a settori specifici dell’aeronautica, ma, lo ripetiamo, erano anni in cui l’unico tipo di globalizzazione esistente era quella dei voli aerei intercontinentali.

Ancora oggi l'eredità di Hughes è complessa e a volte controversa. Se da un lato è ricordato per le sue imprese pionieristiche nel campo dell'aviazione, dall'altro il suo comportamento sempre più erratico e la sua fine tragica ne hanno offuscato la figura. Ciononostante, la sua influenza è ancora visibile nel settore aeronautico, sebbene la sua mancanza di un impatto diretto sulle sfide globali l’abbia reso una figura enigmatica.

Musk, al contrario, è ancora molto attivo e la sua eredità è ancora in formazione. Se avrà successo nel realizzare la sua visione di colonizzare Marte e rivoluzionare i trasporti e l'energia, Musk potrebbe essere ricordato come uno dei principali artefici del progresso tecnologico del XXI secolo, lasciando un'impronta che va ben oltre quella di Hughes.