I contagi diminuiscono in Italia, e dal 3 giugno si potrà viaggiare, senza restrizione, per tutto il territorio.
25 Maggio – Lunedì
Mentre il virus frena la sua marcia mortale nei Paesi dell’Europa del Sud, in particolare in Spagna e Italia, quelli più colpiti che poco a poco stanno tornando alla normalità, il salto del COVID-19 verso le Americhe è stato devastante, soprattutto per la pessima gestione della crisi da parte di alcuni governanti. Tuttavia, la bandiera dell’irresponsabilità spetta a Donald Trump, seguito a ruota dal suo amico, l’ex militare Jair Bolsonaro, presidente del Brasile.
Come ho già raccontato nei diari precedenti, in generale in Italia si parla dell’America Latina solamente per le sue vicissitudini naturali o politiche, quindi mi ha colpito molto che il telegiornale di mezzogiorno aprisse con la situazione “disastrosa” in Cile e Perù, con una serie di dati più che allarmanti. Ora, si sa che le statistiche possono essere analizzate da diverse angolazioni, ma ci sono situazioni che non si possono schivare come, ad esempio, il collasso del sistema della sanità pubblica nei suddetti Paesi.
Il quotidiano La Repubblica paragona due esperienze opposte riguardo la gestione del COVID-19: quella svedese e quella cubana. Sulla prima il titolo è: “L'Europa contraria alla quarantena. Svezia, il modello che non funziona”, spiegando che nella settimana dal 13 al 20 maggio questo Paese è stato in testa alla percentuale mondiale di decessi per ogni milione di abitanti secondo il blog di statistica Our World in Data e il quotidiano Financial Times.
Come si può vedere secondo questi dati, la ricchissima Svezia, che dall’inizio dell’emergenza si è opposta alla quarantena, certa “dell’autodisciplina” dei propri abitanti, ha fatto i conti senza l’oste, ovvero ha subito le conseguenze della sua politica aperturista con il risultato che molti dei Paesi limitrofi hanno decretato la chiusura delle frontiere.
L’altro estremo è Cuba. “La ricetta è: rigore e salute. Successo sull’isola”, è il titolo del giornale che apre l'articolo, segnalando che “si potrebbe pensare a un miracolo”, ma invece la causa di questo successo contro il Coronavirus è stata “una clausura coscienziosa da parte della popolazione e l’azione sistematica del sistema sanitario nazionale”, che è andato a controllare casa per casa la presenza di malati, cosa che ha evitato una quarantena “difficile da applicare in un Paese dove la gente è obbligata a uscire per procurarsi del cibo e soprattutto medicinali che si trovano solo in ospedali pubblici”.
26 Maggio – Martedì
Non c'è più la speculazione sulle mascherine in Italia. Si trovano, nonostante nessuna costi come hanno detto le autorità, ovvero 1 euro. Ma non scarseggiano. Ora la preoccupazione degli italiani (o meglio, dei romani, meglio non esagerare) sono i guanti usa e getta, che prima dello scoppio dell’emergenza costavano 5 euro (un centinaio), all'inizio della quarantena 7,50 euro e adesso ben 13 euro!!! E neanche si trovano.
Una notizia a lieto fine: Andrea Bocelli e tutta la sua famiglia erano stati infettati dal Coronavirus, ma fortunatamente sono guariti e il tenore, con grande senso di responsabilità, ha donato il proprio plasma che, come tutte le persone che sono guarite da questa malattia, è ricco di anticorpi molto utili per la battaglia contro il COVID-19.
L’artista ha aderito alla sperimentazione che si sta provando al Dipartimento malattie infettive dell’ospedale di Pisa: era già malato domenica 12 aprile, giorno di Pasqua di Resurrezione, quando il tenore ha incantato tutto il mondo (circa 2,7 milioni di spettatori) con un concerto in diretta YouTube dal Duomo di Milano deserto, conclusosi con le note di Amazing Grace, l’unica canzone cantata all’estero, nella stupenda cornice di questo maestoso monumento.
All’inizio credevo si trattasse di una bufala, ma non era così: la casa di moda Louis Vuitton, ha appena sfornato delle mascherine che sarebbero l’ultimo grido secondo il portale di lusso italiano luxgallery.it, che spiega anche come questo accessorio, fondamentale ai tempi del Coronavirus, ha iniziato ad essere sempre più di tendenza. E come Vuitton, altre case di moda faranno la stessa cosa. Ma non è ancora dato sapere il prezzo.
27 Maggio – Mercoledì
Per le strade si vede molta più gente, e conseguentemente molto più traffico; si vedono anche alcuni cassonetti traboccare di monnezza e gabbiani e gazze ladre sono in festa. Significa che Roma sta tornando alla normalità! Un altro segno di ritorno alla normalità è che ci sarà uno sciopero dei mezzi a Roma, di venerdì, com’è consuetudine: la ragione di questo sciopero è la giusta richiesta dei lavoratori di maggiori garanzie di sicurezza per affrontare il Coronavirus.
28 Maggio – Giovedì
In questi tempi tristi e senza speranza, un trapianto polmonare diventa un segnale per non mollare: il 18enne Francesco era un ragazzo sano e senza problemi di salute, quando gli viene improvvisamente diagnosticato il Coronavirus all’inizio di marzo. Poco dopo, i medici si rendono conto che il virus gli ha praticamente distrutto i polmoni e che le possibilità di sopravvivenza sono quasi nulle. L’unica soluzione sarebbe un trapianto di polmoni, operazione che è stata realizzata con successo in Cina solo due volte, a febbraio e aprile.
Per l’equipe medica del Policlinico di Milano il trapianto è l’unica possibilità. Bisogna trovare un donatore. Grazie alla generosità della famiglia di Davide Trudu, un giovane contadino sardo trentenne morto tragicamente il 16 maggio cadendo da un trattore, è possibile realizzare il trapianto. Un successo. Adesso Francesco sta di nuovo imparando a respirare, essendo nuovamente cosciente. Ma ancora non sa che i suoi polmoni non sono gli stessi con i quali è nato.
Quarantasei anni fa, un attentato fascista nella centrale Piazza della Loggia a Brescia lasciava un conto di otto morti e numerosi feriti: una bomba nascosta in vecchi cassonetti è esplosa mentre era in corso una manifestazione antifascista. Dopo anni di indagini, alla fine si è arrivati a condannare i colpevoli, militanti del gruppo neofascista Ordine Nuovo, assieme a settori “deviati” dei servizi segreti italiani.
E la sera si festeggia: 36 anni fa è arrivata la gioia più grande che io potessi mai avere, ovvero mio figlio.
29 Maggio – Venerdì
Gli Stati Uniti bruciano… e non solo per le migliaia di morti contagiati dal COVID-19 e cremati. L’omicidio “in diretta” dell’afroamericano George Floyd, soffocato dall’agente di polizia Derek Chauvin durante il suo arresto a Minneapolis, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Il video dell’arresto dove Floyd ripete “I can’t breathe” (Non riesco a respirare) è divenuto virale sui social network, per la quale si è scatenata una giusta ondata d’indignazione in tutto il mondo.
Durante le manifestazioni in molte città americane ci sono state distruzioni e saccheggi, e il carico da undici è stato il post del presidente Donald Trump sul suo account Twitter: “Se ci sono saccheggi bisogna sparare”. Secondo i vertici di Twitter, il post di Trump ha violato le regole “sull’incitamento alla violenza”, frase che ha scatenato le ire dell’inquilino della Casa Bianca, che si è scagliato contro il colosso di San Francisco annunciando leggi molto più dure contro Twitter “se comincerà a limitare la libertà di espressione”.
30 Maggio – Sabato
“Ai tempi degli umani” (parafrasando il documentario La Terra dopo l’Uomo), questo weekend sarebbe stato un lunghissimo “ponte” dato che il prossimo 2 giugno è la festa che ricorda la nascita di questo Paese come Repubblica, grazie al referendum costituzionale del 1946, che ha decretato la fine della monarchia. È anche l'anniversario della morte di Giuseppe Garibaldi, considerato tanto dalla storiografia quanto dalla cultura popolare il principale eroe nazionale.
“Avrei chiesto ferie venerdì e lunedì, e me ne sarei andato a Ibiza in questi cinque giorni”, commenta il mio fisioterapista mentre manovra con entusiasmo (a volte troppo, ma è necessario!) il mio braccio malandato; dalla prossima settimana riapriranno i parchi e quasi tutti i musei. A proposito di passeggiate all'aria aperta, un'altra visita molto interessante che vi raccomando è ai Giardini di Bomarzo, in provincia di Roma, unici nel suo genere e che, non si capisce per quale motivo siano fuori dalle mete turistiche tradizionali.
L'ho conosciuto grazie alla mia amica Marcia Scantlebury e ad uno stupendo reportage pubblicato da lei nella rivista El Sabado del quotidiano cileno El Mercurio. Situato a poco più di 90 km da Roma, questo parco è stato realizzato nei possedimenti del principe Pier Francesco Orsini, un militare al servizio dello Stato Pontificio il quale, reduce da una guerra, nel 1552 ha deciso di costruire questo curioso giardino che, secondo gli esperti, costituisce una manifestazione ironica della transizione tra le norme rinascimentali e le velleità del periodo barocco.
Chiamato anche il Parco dei Mostri o anche il Bosco Sacro, dovuto alla grande quantità di divinità rappresentate, la visita permette di immergersi in un ambiente ameno e silenzioso nei cui sentieri si vedono orsi al guinzaglio, cani a tre teste, un Nettuno barbuto che nasconde un piccolo delfino sotto la sua mano che rappresenta il Tevere, oltre una statua di Ercole e varie sirene. Ideale per il periodo post-Coronavirus, una stupenda passeggiata all'aria aperta dove è facile mantenere la distanza sociale.
Dalla Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani, il Papa nel pomeriggio ha pregato i Misteri Dolorosi del Rosario per chiedere alla Madonna la fine della pandemia: santuari mariani di tutto il mondo si sono uniti telematicamente a Francesco nella preghiera precedente il Rosario. Inoltre, è stato accompagnato in preghiera da persone che, in un modo o nell'altro sono stati a contatto col virus: tra di essi un medico, un'infermiera, una suora che aveva contratto il virus e poi è guarita, e una coppia che ha avuto il proprio figlio in piena emergenza. Se non lo avessi sentito di persona, avrei pensato ad una bufala: “Il Coronavirus non esiste, è un trucco del Governo per controllarci!”. Le parole, dette con l'arroganza tipica dell’ignoranza, erano di un tizio che aveva preso parte a una manifestazione “negazionista” di estrema destra a Roma, a piazza Venezia. Coerenti con la loro stupidità, i manifestanti non usavano né guanti, né mascherine e marciavano ammassati uno sull’altro.
Altre manifestazioni, sempre non autorizzate e con diversi gradi di “negazionismo”, si sono svolte in diverse città italiane. La principale a Milano, capeggiata dal generale dei carabinieri in pensione Salvatore Pappalardo, un curioso personaggio diventato una specie di capopopolo contro tutto e contro tutti, questa volta vestito di una giacca color arancione (inizialmente li chiamavano “gilet arancioni”, perché emulavano i “gilet gialli” francesi). La manifestazione era contro il Governo e l'Euro, auspicando il ritorno della “lira italica”.
31 Maggio – Domenica
Il governo è riuscito a mettere d'accordo tutte le regioni: dal 3 giugno, infatti, si potrà viaggiare per tutto il Paese senza bisogno di permessi speciali o autocertificazioni. Durante questa settimana, si è ricordato molto lo stereotipo degli “immigrati” provenienti dal Mezzogiorno che, con i loro figli e i loro pochi tesori caricati su povere valigie di cartone, avevano abbandonato la loro terra natale durante il secondo Dopoguerra per cercare miglior vita al Nord del Paese, che cominciava a industrializzarsi.
La letteratura e il cinema ci hanno insegnato che erano così mal visti, che persino tra i requisiti per affittare una casa si poteva leggere “meridionali astenersi”. Dato che il Coronavirus si è radicato soprattutto nelle regioni del Nord in un senso più o meno ironico qualche sindaco del Sud (dove il virus è stato meno aggressivo) ha ricordato questi singolari episodi.
Per la prima volta da tre mesi, il Papa ha salutato dalla finestra del suo studio i fedeli che si trovavano a piazza San Pietro, tutti con mascherine e rispettando il metro di distanza, tranne ovviamente i gruppi familiari o di amici. Molti membri delle forze dell'ordine passeggiavano tra i fedeli per controllare che le misure di sicurezza venissero applicate.
Francesco ha ricordato che sette mesi prima si era concluso il Sinodo dell'Amazzonia, e ha chiesto allo Spirito Santo (oggi è la festa di Pentecoste, ovvero quando, secondo la tradizione, lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, si era posato sulla testa degli Apostoli) che “doni forza alla Chiesa e alla società in Amazzonia, colpita duramente dalla pandemia” ricordando i vari malati e invocando la Vergine per “contagiati e defunti… i più poveri e indifesi!”.
Ha finito la sua preghiera con l’appello ad avere “assistenza sanitaria per tutti, dal momento che l’obiettivo principale è curare le persone, non risparmiare per l'economia, dato che le persone sono più importanti dell’economia”. Alla fine, sorridendo, si è congedato dicendo “Arrivederci di nuovo a piazza San Pietro”. Un congedo pieno di speranza, molto necessario di questi tempi.