Patricia Mayorga Marcos, giornalista e scrittrice cilena. Residente in Italia dal 1975. Autrice di libri pubblicati in Italia e in America Latina, tra cui "Il Condor Nero - L'Internazionale Fascista e i rapporti segreti con il regime di Pinochet" (Sperling & Kupfer editori, Roma, 2003), pubblicato in italiano e spagnolo; "Michelle Bachelet, la Donna del Riscatto" (Edizioni Lavoro, Roma, 2007) e volumi di diffusione artistica e culturale, tra questi "Cronache Italiane", una raccolta di articoli di turismo e cultura pubblicati sul quotidiano cileno "El Mercurio", il più importante del Paese, di cui è corrispondente.
Da più di 25 anni è iscritta all’Associazione della Stampa estera in Italia e durante più periodi è stata integrante del Consiglio Direttivo dell’Associazione. Tra il 2018 e il 2020 è stata Presidente dell'Associazione Mondiale delle Giornaliste e Scrittrici (AMMPE). Attualmente è Presidente di Ammpe Italia, il capitolo italiano della stessa associazione e Responsabile di Stampa e Comunicazione all’Ambasciata del Cile presso il Quirinale.
“Nel corso della mia lunga vita professionale ho realizzato centinaia di interviste, alcune delle quali mi hanno profondamente colpito, come quella del 2000 alla signora Anita Fresno, allora già vedova di Bernardo Leighton, democristiano, ex vicepresidente della Repubblica di Cile, ex primo ministro, uno dei pochi leader della Democrazia Cristiana cilena che si opposero subito al colpo di stato in Cile guidato dal generale Augusto Pinochet, contro il presidente democraticamente eletto, il medico socialista Salvador Allende.
La sua scelta democratica l’ha costretto a vivere in esilio a Roma, dove è stato vittima di un vile attentato a Roma nell'ottobre 1975, due anni dopo il colpo di stato.
Anche se l’attentato non raggiunse l'obiettivo di porre fine alla vita di Leighton, può essere considerato comunque un assassinio politico, poiché le intenzioni degli autori, Stefano delle Chiaie e Pierluigi Concutelli, appartenenti rispettivamente ai partiti neofascisti Avanguardia Nazionale e Ordine Nuovo ottennero il risultato che si proponevano, cioè neutralizzare una delle persone che (secondo documenti segreti della CIA) poteva unire l'opposizione cilena contro Pinochet.
Era appena iniziato l'autunno in Cile, con le giornate ancora lunghe e le ombre che a poco a poco invadevano le strade, quando sono arrivata a casa della signora Fresno, appena tornata dalla messa quotidiana: si muoveva su una sedia a rotelle, poiché il proiettile sparato da Pierluigi Concutelli le si conficcò nella spina dorsale, lasciandola invalida per il resto della vita. Era vedova da cinque anni ed era la prima volta che rilasciava un'intervista dopo l'aggressione.
Ciò che più mi ha colpito è stata la dignità di questa persona, la semplicità nel raccontare quanto accaduto: quando l'hanno portata in ospedale ancora cosciente e ha trascorso ben tre giorni, per lei eterni, senza sapere se suo marito fosse vivo o meno. Poi, il lunghissimo periodo di riabilitazione in un ospedale del nord Italia, le piccole/grandi gioie quando il marito veniva da Roma a trovarla e “mi invitava a prendere un tè”.
Ma ciò che più mi ha impressionato sono state le sue ultime parole: “Sono cattolica e non voglio vendetta, ma giustizia”. Grazie alla magistratura italiana e alla tenacia del PM, Giovanni Salvi ha ottenuto giustizia con la condanna definitiva dell'organizzatore, l'americano Michael Townley, emissario di Augusto Pinochet, e degli ufficiali dell'esercito cileno Manuel Contreras, Jorge Iturriaga e Pedro Espinoza, principali esponenti della DINA, la polizia segreta della dittatura.
Purtroppo gli autori del reato Pierluigi Concutelli e Stefano delle Chiaie non hanno potuto essere condannati perché essendo stati assolti già in via definitiva, secondo la legge italiana non si può essere processati due volte per lo stesso reato”.