Napoli è un universo a parte, con tanti mondi che girano intorno, qui troviamo tante realtà, alcune tristi e di degrado, altre invece che rappresentano percorsi ben definiti e riusciti; borghi e quartieri non si contano, in questa città storia e antichità sembrano traboccare dai palazzi e dalle chiesette, dai vicoletti.
A Napoli hanno vissuto imperatori, Re e Regine, mercanti di ogni genere, grazie alla presenza di uno dei più importanti porti della Penisola. Napoli è di più, quando sembra di aver scoperto una faccia, te ne mostra tante altre; Napoli è Pulcinella e Totò, l’arte di arrangiarsi e l’ironia.
Il Medioevo ha visto la nascita di un’arte importante, che ancora oggi impreziosisce le strade adiacenti a Via Marina, si tratta dell’antica e moderna arte orafa. Il Borgo degli Orefici, che si trova nel quartiere Pendino, risale all’epoca di Giovanna D’Angiò, regina di Napoli dal 1343 al 1381, alla quale successe suo cugino Carlo III. Fra Corso Umberto e Via Marina vi erano numerose botteghe di artigiani dell’oro, tanto che ebbero il riconoscimento ufficiale dando vita alla corporazione degli Orafi.
Si tratta di un polo produttivo e commerciale unico al mondo per il suo genere e con un valore inestimabile, la lavorazione dell’oro qui segue tutti i passaggi, per cui si trovano figure professionali, come l’ebanista, l’incastonatore, il fonditore, il tagliatore. La corte stabilì che solo in questa zona si potesse lavorare l’oro, infatti, all’esterno delle botteghe l’oro subiva la fusione, sotto gli occhi di tutti, in modo da poter constatare la purezza del metallo prezioso. La maggior parte degli oggetti preziosi e degli arredi contenuti nelle chiese antiche, come anche il tesoro di San Gennaro derivano da quelle lavorazioni.
Nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli sono conservati gioielli provenienti dal borgo, ritrovati durante gli scavi di Pompei, Stabia ed Ercolano, segno che l’arte è iniziata molto prima.
Oltre al porto, nelle vicinanze troviamo la basilica di San Giovanni Maggiore e il Complesso monumentale di Santa Chiara. La Piazzetta degli Orefici è il centro del borgo, il quale si distende attraverso viuzze strette e irregolari. L’altra piazza del borgo è Piazza Carlo Troya, con l’antica fontana del pesce. La chiesa di Sant’Egidio è la più famosa del quartiere, fu edificata nel 1270, oggi è una struttura fatiscente consumata dal tempo e da terremoti e incendi. Il campanile è collegato alla chiesa da un arco sul quale vi è un orologio.
Attraverso tutti questi secoli, il borgo continua a essere il punto di riferimento per la creazione e vendita di gioielli. Nel 2000 nasce il Consorzio Antico Borgo Orefici, che attraverso La Bulla, scuola di oreficeria e il Museo di arti Orafe sta dando tanto lustro al Borgo, valorizzando quest’antica arte e il suo patrimonio artistico e culturale. In via Duca di S. Donato si trova il Palazzo La Bulla, che ospita su quattro piani il museo, un’area per le conferenze, uno spazio per la formazione, start up e un creative lab. I corsi professionali riconosciuti dalla Regione Campania insegnano Oreficeria, Storia del gioiello, Gemmologia e Progettazione CAD. Grazie al Consorzio vi è un’area pedonale per dare modo ai visitatori di ammirare i gioielli dalle vetrine dei negozi.
Nel mese di maggio e dicembre nel borgo è allestita la Mostra fieristica, con la partecipazione di numerosi associazioni culturali e dell’Università l’Orientale. In questa parte di Napoli, l’arte orafa è la più antica al mondo e vanta secoli, tanti secoli di storia.