Finché l’Abbietto i comodi
Per i pericolosi sentieri non smise
E non si mosse a ricacciare
Il Giusto negli aridi climi.Ora strusciante il serpente s’aggira
In untuosa umiltà,
e roso d’ira il Giusto va in deserti
Dove vagano leoni.
Nel tempo immaginato in cui il peso della clava bilanciava il tendone del Circo dei Clan due cugini concepirono un mio avo. Nel gelido buio d’una grotta la paura estorceva battiti al cuore e ululati suggerivano l’ossuto cavo orale d’un mostro antropofago.
Il vigore del braccio d’un uomo di qualche luna avrebbe dominato il clan finché uno dei suoi figli gli avrebbe fracassato il cranio per due ceste di bacche.
Sopravvivere è scevro d’inutili complicazioni morali. L’etica sottomessa a fame e sete. Inoltre l’acqua corrente era limpida e virginale. Il clan saccheggiava i frutteti selvatici per poi cercarne altri, intrappolava e uccideva mammiferi d’ogni taglia e ne strappava le membra insanguinate con canini sviluppati e robusti.
Strambi vegetariani scoprivano il linguaggio in feroci solipsismi generati da intossicazione micotica. Sopravvivevano più a lungo dei cacciatori e il pelo bianco fece la sua apparizione su grinzosi visi.
I vezzeggiati albini furono esclusi da ogni privilegio e le loro carni straziate su altari da cui i sacerdoti sbranavano cuori e cervelli. Il Giusto era tornato dai deserti sotto forma di leone, il serpente era inebriato di rivolta. Da allora l’uomo fu in catene. Insieme alla schiavitù entrarono in scena le livelle: la matematica, la legge, la scuola, l’obbligo dell’uniforme e dell’abito talare, le matricole tatuate sugli avambracci, gli amerindi.
L’impeto poetico di quanti avevano nominato le cose fu imbrigliato nella metrica, il castigo che i sommi maestri antichi infersero all’arte decadente e lasciva dei posteri ignavi. L’amigdala smise di demandare al corpo il compito di trasportarla in armonia col Cosmo e s’atrofizzò. Essiccò la comunicazione empatica e la trasmutazione. Il senso umano per eccellenza, quello del numinoso, s’eclissò.
Il cervello prese a pensare per tramite delle parole, poco avvezzo ad apprezzarne i suoni, vincolato a immagini riflesse d’una realtà non esperibile attraverso la lingua.
Donne e uomini, intrappolati nelle dimensioni relative dei propri strumenti lessicali, si discostarono sempre più dal reale. Come i vecchi sacerdoti per i loro progenitori, cominciarono a tracciare gli invisibili confini dell’ottusità.
Se si pulissero le porte della percezione, ogni cosa apparirebbe all’uomo come essa è veramente, infinita.
Poiché l’uomo s’è da se stesso rinchiuso, fino a non vedere più le cose che attraverso alle strette fenditure della sua caverna.
I notiziari sono strumenti finalizzati al controllo dell’opinione delle masse, i think tank selezionano maliziosamente circa un tre percento degli accadimenti di un giorno e scribacchini prezzolati riportano capziosamente una realtà alterata: non dare da mangiare a questi lacchè.
Lo sport professionistico svolge la medesima funzione sociale dei giochi gladiatorii dell’antica Roma, pane e circo distraggono l’attenzione del popolo da tasse e guerre. Se proprio devi osservare ventidue folli ipnotizzati da una sfera di cuoio fa che siano tuoi parenti. I milionari viziati smettono abiti costosissimi per camuffarsi da paladini della città, ma non vedono l’ora di tornare ai propri manieri su bolidi aerospaziali.
La matematica è la base della scienza. Si fonda su assiomi e sui relativi teoremi e postulati. Qualsiasi tentativo di conoscere la realtà attraverso uno strumento che poggi le proprie fondamenta su assunti arbitrari si discosta dal vero Universo, di cui ci è dato conoscere la sola traduzione in umanese.
Sfrutta le emozioni e l’immaginazione se persegui la saggezza!
La legge è uguale per tutti coloro che si possono permettere un ottimo pool di costosissimi avvocati.
I Tutori della Loggia non sono tutti vigliacchi in divisa e porci assassini ma i buoni sono talmente pochi da dover inventare linguaggi cifrati per comunicare se hanno avuto una brutta giornata. Non ti fidare.
Sostenere la Setta del Cristo non fa che alimentare la tradizione più retrograda, mortifera e pestilenziale della storia umana, tutti i genocidi della storia umana hanno lo stesso necrofilo olezzo del loro incenso da cerimonia.
Utilizza la bestemmia per intercalare e dedicati agli atti impuri!
Non eleggere nessuno a maestro, poiché tanto lo supereresti. Ragiona autonomamente e ascolta la tua volontà. Se vuoi evitare sia i rimpianti che i rimorsi, eleggi a unica legge della tua condotta l’agire sempre e solo in funzione del tuo desiderio presente.
Ama senza sosta, anche dopo aver viaggiato all’inferno.
Da’ ascolto ai rimproveri del Matto: è privilegio da re.