Cosa sarebbe stato il mondo senza Isaac Asimov? Senza la sua fantasia, le sue creazioni, il suo mondo immaginario eppure così reale?
Nato il 2 gennaio 1920 in un villaggio russo durante la guerra civile tra armate rosse e bianche, in una famiglia ebraica, a soli tre anni si trasferì con i genitori negli Stati Uniti, nel Brooklyn newyorkese dove il padre gestiva un negozio di dolciumi e giornali. Il bambino si divertiva a sfogliare le riviste che arrivavano in bottega, soprattutto quelle di fantascienza, passatempo adatto alla sua salute cagionevole. Iscritto alla Columbia University, si laureò in Chimica nel 1939, dopo avere già iniziato a scrivere e pubblicare racconti.
Le pubblicazioni più significative iniziarono sempre nel 1939 soprattutto con Robbie, preludio del Ciclo dei Robot, oltre a testi che verranno inseriti nel Ciclo della Fondazione. Durante la Seconda guerra mondiale, verrà dapprima impiegato come chimico nella Naval Air Experimental Station e poi arruolato come soldato semplice. Inviato nella base di Honolulu, parteciperà al primo esperimento atomico del dopoguerra. Congedato, tornerà all’università con un dottorato in Biochimica, iniziando a compiere esperimenti sulla malaria per mettere a punto farmaci adatti alla cura.
La sua attività di scrittore, intanto, divenne inarrestabile pubblicando nel 1950 il romanzo Paria dei cieli a cui seguirono romanzi sui robot, sulla Fondazione, il ciclo di Lucky Starr, l’antologia La Terra è abbastanza grande.
Divenuto Docente associato in Biochimica, per alcuni anni insegnò per poi abbandonare la carriera didattica per quella divulgativa, con libri di Fisica e Astronomia. Nel 1966 vinse il Premio Hugo per la Trilogia della Fondazione, a cui farà seguito, tra gli altri Misteri. I racconti gialli di Isaac Asimov e Antologia personale. Il Premio Hugo lo vinse anche per il suo romanzo preferito, Neanche gli dei, meritevole anche dei Premi Nebula e Locus.
Nel 1974 inizierà il Ciclo dei Vedovi Neri, ai quali seguì l’Antologia del bicentenario e il romanzo Robot NDR 113, scritto in collaborazione con Robert Silverberg, dal quale verrà tratto l’omonimo film.
L’intensa produzione letteraria continuò negli anni Ottanta, con la pubblicazione tra gli altri di Nemesis, accanto alla notevole produzione divulgativo-scientifica. L’ultimo Premio Hugo, il sesto, lo vinse nel 1992 per Gold.
Morirà lo stesso anno e solo tempo dopo ne verrà svelata la reale causa: negli anni della diffusione dell’HIV, si era preferito tacere il fatto che ne fosse infetto, a causa di una trasfusione di sangue, e che fosse malato di AIDS. Egli stesso aveva espresso la volontà di non divulgare la notizia.
All’asteroide 5020 venne dato il suo nome, Asimov. Pur appartenendo ad una famiglia ebraica non era credente né praticante, ma sostenne l’esistenza dello Stato d’Israele sperando che non diventasse un ghetto; avverso al nazionalismo, infatti, temeva la reazione araba che, in effetti, si verificò. Era molto sensibile ai temi immigratori, ricordando le sue origini. Profondo umanista, avversava le persone arroganti, anche se molto intelligenti, come peraltro era lui; in piena guerra fredda, sosteneva di credere nella pace, nella libertà e nella sicurezza per tutti, lanciando sin dagli anni Novanta del Novecento l’allarme sull’effetto serra e il buco nell’ozono. E malgrado ne fosse il padre, mai avrebbe permesso che una delle sue creature, un suo robot, si ribellasse contro di lui.