Uno spettacolo atteso che non ha mancato di suscitare emozioni e interesse, quello andato in scena, in prima nazionale in esclusiva, al Teatro La Fenice di Venezia dal 5 al 9 febbraio ad opera del Balletto di John Neumeier, dedicato alla “divina” Eleonora Duse.
Duse. Fantasie coreografiche su Eleonora Duse, di John Neumeier, è questo il titolo dello spettacolo che Alessandra Ferri e l’Hamburg Ballett John Neumeier hanno interpretato.
Presentato per la prima volta ad Amburgo nel 2015, il balletto con la coreografia, scene, costumi e luci dell’artista americano è stato l’omaggio alla leggendaria attrice italiana, sulle note di Benjamin Britten e Arvo Pärt eseguite dal vivo dall’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia diretta da Luciano Di Martino, e con la partecipazione quale primo violino di Roberto Baraldi e al pianoforte di Ondrej Rudcenko.
Per la creazione delle sue “fantasie coreografiche” su Eleonora Duse, Neumeier si è ispirato ad alcuni episodi della vita dell’affascinante e rivoluzionaria artista, che tra fine Ottocento e primo Novecento influenzò celebrità del calibro di Rainer Maria Rilke, Isadora Duncan, Arrigo Boito e Gabriele D’Annunzio.
Incantato dal carisma artistico e professionale della Duse, dalla sua costante ricerca di un nuovo ideale teatrale e dai tanti suoi rapporti di odio/amore, Neumeier ha sviluppato così una visione soggettiva della biografia della famosa attrice del Novecento, rinunciando a un approccio documentaristico, inventando e creando situazioni e immagini per evocare l’essenza di quella personalità unica che era.
E infatti: “L’interesse per Eleonora Duse – spiega il coreografo John Neumeier – si è destato in me ben presto: il mio corso di recitazione all’università si basava sul cosiddetto Method Acting dell’Actors Studio di New York di Robert Lewis e Lee Strasberg, ispirato a sua volta a Konstantin Stanislawski e al suo Moscow Art Theatre”.
Nell’immaginario internazionale Eleonora Duse ne incarnava, in maniera ideale, i concetti di base: una forma di interiorità della recitazione, i gesti stabiliti alla precisione e la limitazione nella presentazione esteriore del personaggio a favore dell’identificazione emozionale nel ruolo.
Ma come spesso accade creare un balletto è anche un rischio, perché in questa forma d’arte spunta sempre qualcosa che non è possibile esprimere a parole e la cui forma definitiva non può essere pianificata del tutto. Quindi, nel decidere un determinato soggetto, Neumeier si è affidato all’istinto. “Deve esserci quel momento in cui ho la sensazione di poter superare la sfida. […] E grazie alla mia esperienza con la forma artistica del balletto – continua Neumeier – so che l’espressione di informazioni e fatti attraverso la danza è estremamente inefficace, mentre è possibile rappresentare al meglio delle situazioni ispirate a Eleonora Duse”.
Ed è qui che il coreografo ha messo in gioco le “fantasie coreutiche”: nel suo balletto infatti le situazioni si fondano su importanti ricerche nel corso delle quali Neumeier sviluppa situazioni che forse non sono mai avvenute, ma che secondo nella sua interpretazione traspongono in un mezzo diverso i tratti fondamentali della figura di Eleonora Duse. Neumeier ha così preso spunto dalla vita e dal mito di questa grande artista, che ha influenzato personalità assai contrastanti come Constantin Stanislavsky e Marilyn Monroe, quali fonti ispirative della sua creazione coreografica.
E così è andato in scena un lavoro intenso e dinamico, riflessivo e impegnativo assai ben gestito da Alessandra Ferri, solista ‘ospite’ della compagnia di ballo tedesca, e dai principali ballerini principali e il corpo di ballo dell’Hamburg Ballett - la prestigiosissima formazione coreutica diretta da John Neumeier dal 1973 - tra i quali giova ricordare Hélène Bouchet nel ruolo della domestica; Désirée von Wertheimstein, Alexandr Trusch in quello del soldato Luciano Nicastro, Jacopo Bellussi in quello del suo amico Annunzio Cervi; Arrigo Boito, ‘mentore’ della Duse, interpretato da Alexandre Riabko, il ‘seduttore’ Gabriele D'Annunzio danzato da Karen Azatyan, anch’egli solista ospite della compagnia tedesca, mentre Christopher Evans ha vestito i panni del compagno della Duse, Flavio Andò.
E due ruoli femminili sono spiccati nel corso della rappresentazione: la famosa danzatrice Isadora Duncan, e la rivale, l’attrice Sarah Bernhardt, interpretate benissimo da Anna Laudere e Silvia Azzoni, che intero all’intera formazione hanno dato corpo ad una rappresentazione dalle forti e incisive emozioni e dai caratteri seducenti propri della storia di un mito e di una grande attrice italiana: Eleonora Duse.