Le mappe mentali e gli schemi aiutano veramente a studiare? La risposta è: sicuramente sì. Nel comporli siamo costretti a dare una precisa forma a pensieri che altrimenti rimarrebbero come sospesi per aria. Essi inoltre rappresentano una valida alternativa agli appunti di cui, non raramente, rappresentano un ulteriore sintesi.

Mi occupo di didattica da ormai trent’anni, da quando cioè, studente universitario, cercavo di comprendere i metodi migliori per imparare. Io infatti di metodi non ne avevo, non sapevo studiare e, quindi, era di primaria importanza per me trovare un modo per superare l’ostacolo dato che avevo una grande sete di conoscenza. Quotidianamente, o quasi, pubblico post su come studiare, memorizzare e costruire mappe mentali e schemi su queste due pagine Facebook: Mappe mentali per lo studio e Immaginare, imparare e comprendere. Ciò che ho appreso in questo lungo percorso di approfondimento è che noi pensiamo per schemi. C’è una lunga tradizione filosofica che studia queste tematiche; un’area di ricerca che possiamo far risalire almeno fino a Kant il quale, per molti, ancora oggi resta un imprescindibile punto di riferimento. Si parla tanto di “pensare fuori dagli schemi”. Io ritengo che questo sia semplicemente un modo banale per ribadire il valore del pensiero creativo. In realtà pensare fuori dagli schemi è impossibile. Il nostro pensiero si muove sempre e comunque all’interno di schemi mentali anzi, ad esser precisi, di schemi dell’immaginazione. Organizziamo il nostro pensiero per immagini e queste sono vincolate tra loro attraverso logiche dell’immaginazione (cioè dell’analogia, della contrapposizione, della giustapposizione, dell’ordinamento, coordinamento ecc.). Esistono quindi schemi propri del pensiero, la maggior parte dei quali non vengono coscientemente riconosciuti dal soggetto pensante. Gli schemi grafici e le mappe mentali, sebbene i loro creatori non si siano resi ben conto di questo importante principio, imitano (in parte, soltanto in parte) analogicamente il “funzionamento” degli schemi mentali (cioè dell’immaginazione, gli image schemata). Affronterò in altra sede la questione degli image schemata, da qui in avanti quando userò la parola “schemi” mi riferirò esclusivamente agli schemi grafici che utilizziamo per studiare.

In questo breve articolo comunque non intendo entrare nei dettagli, bensì delineare esclusivamente alcuni principi cardine che sottostanno all’efficacia degli schemi e delle mappe mentali. Innanzi tutto non si tratta di strumenti dalle proprietà miracolose, ma soltanto di “ferri del mestiere” a certe condizioni anche molto utili. Il pensiero umano, come già accennato, procede in specifici modi che le mappe mentali e gli schemi riescono, almeno in parte, a “seguire” e a ripercorrere. Altrimenti detto, le mappe e gli schemi grafici funzionano (se e quando funzionano) perché vengono strutturati in maniera tale da adeguarsi al pensiero umano, a ripercorrerne “su carta” i passi. Ecco alcuni aspetti che reputo fondamentali e che determinano l’efficacia di questi strumenti.

Gerarchia

Le mappe e gli schemi costringono il nostro pensiero a porre in una struttura gerarchica le nostre conoscenze o, almeno, un gruppo di esse. Quando leggiamo non ci accorgiamo, almeno non sempre, del rapporto che hanno tra loro i concetti espressi nei libri. Seguiamo il fluire delle parole lette e dei pensieri da esse evocati senza porsi ulteriori domande. Le mappe e gli schemi bloccano questo fluire che va bene per una lettura narrativa, ma non è sufficiente per il tipo di lettura analitica richiesta a chi deve studiare qualcosa.

Associazione

Le idee sono associate tra loro. Quando leggiamo un libro di testo, un manuale scolastico ecc. le associazioni tra gli argomenti, i concetti, le idee ecc. ci vengono imposte dal libro. Cioè è l’autore che, avendo espresso i concetti in un certo ordine, ci suggerisce e anzi ci impone la sequenza dei concetti e degli argomenti. Si tratta quindi di associazioni mentali imposte dall’esterno. Le mappe e gli schemi invece richiedono anche una rielaborazione delle associazioni mentali tra le varie cose da apprendere. Tali strumenti consentono quindi una “creazione dall’interno” di significati.

Visione d’insieme

Le mappe e gli schemi consentono di vedere, nel senso letterale della parola, un argomento nel suo insieme e nei suoi aspetti specifici. E consente di fare ciò in un solo sguardo. Si tratta di un aspetto molto importante perché ci rende consapevoli degli aspetti e dell’unità nel loro reciproco relazionarsi.

Sintesi

Le mappe e gli schemi ci costringono, per l’appunto, ad essere “schematici”, cioè a sintetizzare. Essere sintetici è una qualità che andrebbe sviluppata soprattutto quando si affrontano soggetti di studio nuovi. In questi casi infatti riuscire a sintetizzare e isolare i concetti fondamentali, rappresenta per lo studente un passo importante nella costruzione di punti di riferimento stabili che lo aiuteranno nel proseguo dello studio.

Supporto per la memoria

Gli schemi e le mappe aiutano la nostra memoria in ogni fase dello studio, soprattutto nella memorizzazione. Nella costruzione a lungo termine del ricordo, gli elementi su indicati (gerarchia, associazione, visione d’insieme, sintesi) che contraddistinguono l’efficacia del “supporto fisico” mappe e/o schema, consentono il riconoscimento (una forma di memoria più “facile e più efficace rispetto alla memorizzazione libera) delle nozioni da imparare. In definitiva, nella prima fase di memorizzazione dei contenuti può tornare utile far ricorso agli schemi e alle mappe mentali.