Si è conclusa da qualche giorno la terza edizione del Lattexplus Festival, andato in scena sabato 7 e domenica 8 settembre nel polmone verde della città di Firenze, al Parco delle Cascine - nella nuova e innovativa Q1 Arena: un teatro “modulare” innovativo capace di contenere 2000 persone in uno spazio al coperto - adatto anche a chi teme il maltempo.
All’interno dell’area del festival lo staff ha pensato anche ad un’area relax, dotata di amache, di diversi punti food, e di un punto make-up esperti in decori glitter. Il tutto è riuscito a creare un’atmosfera giovane, dinamica, divertente e pacifica.
Lattexplus è un festival che ha dimostrato di curare sia l’aspetto artistico musicale che quello meramente organizzativo d’intrattenimento.
Un festival attento anche alle problematiche ambientali, con iniziative green/ecology - si poteva infatti raccogliere la plastica in cambio di token spendibili in cibi o bevande.
La scelta della line-up è stata ben ponderata, con un occhio di riguardo verso la tradizione clubbing e un occhio rivolto al futuro, verso le nuove generazioni - sempre più vogliose di sperimentare differenti sonorità.
Per la prima giornata si sono alternati: Samuele Pagliai, Louise Chen, Ross From Friends, Mount Kimbie e Peggy Gou.
Samuele Pagliai è un giovane dj con base a Firenze, ormai dal 2009 sotto lo pseudonimo di Bakerboy, nel 2014 è diventato resident del party Lattexplus dove ha affiancato artisti del calibro di Joe Claussell, Moodymann, Maurice Fulton, Amp Fiddler e Tama Sumo. Sotto l'influenza del sound proveniente da città come Detroit, Chicago e Londra, ha maturato negli anni uno stile sui giradischi che non passa inosservato in Italia e neanche all'estero. Nel 2017 c’è stato inoltre il debutto sul mercato discografico con la creazione di Angis Music, un’etichetta che riflette a pieno il suo gusto personale.
Louise Chen, dj francese, dal background taiwanese, ha fondato il party parigino “Girls, Girls, Girls” nel 2012. Attualmente si è focalizzata nel promuovere il suo radio show su varie piattaforme indipendenti (tra cui NTS e RINSE France) come Chentertainment su soul, jazz e disco tra Parigi e New York e seguire artisti nei loro show internazionali come Kelela, Mykki Blanco, Kingdomm e Method Man. Da subito all’inizio del suo dj set - la pista ha iniziato ad animarsi e popolarsi.
Sicuramente una performance da ricordare l’atteso live di Ross From Friends, nickname e progetto del produttore dj Felix Clary Weatherall, arricchito in studio e live da altri due membri della sua band (Jed Hampson alla chitarra elettrica e John Dunk synth tastiera e sassofono) - strumenti e consolle hanno accompagnato per un paio d’ore occhi e orecchie di ascoltatori rapiti dai continui cambi di scena sonori proposti. Assolutamente un’esibizione di qualità. Inoltre va ricordato che Ross From Friends ha inciso sulla Brainfeeder di Flying Lotus e pubblicato il suo primo album Family Portrait nel 2018, esibendosi accanto a band del calibro di Little Dragon.
Sono riusciti a mantenere una scena calda e di qualità alta anche il duo britannico Dominic Maker e Kai Campos in arte Mount Kimbie - nati nel 2008 in uno studio nel quartiere di Peckham a Londra. Da allora il loro successo - fatto di esibizioni live con sonorità post-dubstep, campionamenti e tracce ambient - è stato sempre in ascesa - e lo dimostrano anche le collaborazioni con The XX e James Blake.
A concludere questa prima giornata l’indubbia star del momento nel panorama del clubbing mondiale, la dj coreana Peggy Gou, dal carisma trasbordante. La Gou sta attualmente cavalcando un successo inarrestabile, figlio anche delle sue ultime release, addirittura quattro nel solo 2018 - tra cui la hit It Makes You Forget e Starry Nights - una delle quali ha fatto esplodere la pista nel cuore della Q1 Arena - il groove seducente della giovane e l’entusiasmo dei suoi fans - capitanti dalla caratteristiche giraffe che accompagno i suoi live (da peluche a palloncini) - tutti ciò ha permesso che la chiusura di questa prima giornata sia stata un autentico successo da notte stellata dalle vibes giuste. Per il closing day si sono esibiti invece: Speaking Minds, Job Jobse, Dj Tennis, Avalon Emerson, E Laurent Garnier.
Ci ha iniziati alla giornata di domenica, dalle 15, Simone Sinatti in arte Speaking Minds, produttore e dj italiano, che oltre a curare il suo progetto come solista è anche fondatore del trio AEON (insieme a Alex Niggerman e Denis Horvat). Nel 2019 l’uscita Jupiter Express in collaborazione con Amarcord e Correspondant, è stata subito supportata da Job Jobse (ospite successivo), Marvin & Guy e Moscoman. Sinatti ha prodotto anche tracce per compilation, tra cui la Watergate26 a cura di WhoMadeWho riscuotendo ampio successo da artisti come Dixon, Laurent Garnier e Mano Le Tough.
Altro nome da segnare nella vostra agenda: Job Jobse: dj di Amsterdam coinvolto nel Trouw e resident del De School, è riuscito ad imporsi sulla scena elettronica solo per i suoi set in cui si può trovare tutta l’elettronica più rassicurante per il dancefloor: house, electro, pop, deep, techno, synth-pop, new wave. Il suo dj set ha iniziato a fare scatenare gli amanti della pista già dalle 17.
È seguito un altro artista da tenere d’occhio assolutamente: Manfredi Romano ovvero Dj Tennis, il fondatore e l’A&R dell’etichetta Life And Death, un’entità in continua evoluzione fatta di un insieme variegato di stili, attitudini e sensibilità che rispecchia a pieno la visione musicale di Manfredi e che vanta all’attivo un’uscita per Dj-Kicks, un Essential MIX per BBC, collaborazioni con Tricky e Fink insieme ad anni di esperienza dietro le quinte nel mondo del club culture.
Sono seguite poi due ore di sana techno firmate da una delle dj più interessanti del panorama internazionale: Avalon Emerson - direttamente dal deserto dell’Arizona, si è fatta strada nei leggendari warehouse di San Francisco prima e in quelli di Berlino poi. Dj in grado di trascinare l’ascoltatore in una narrazione intrigante che riporta la sua passione per la new wave, il futurismo della techno, il lato soul dell’house americana e l’esuberanza delle tracce più rave. Tutto nei set della Emerson è perfettamente allineato come l’aura di un prisma - la perfezione dei numeri primi che si rispecchia nella sua precisione dogmatica frutto della sua formazione come informatica.
A concludere questa terza edizione del festival, un autentico puro sangue che ha scritto a colpi di beat una parte di storia del clubbing: Laurent Garnier, ormai considerato uno dei più grandi dj e produttori europei a livello internazionale. Questo grazie alla sua residency all’iconico Hacienda di Manchester dove fu uno dei primi a contaminare ritmi rock con l’house e viceversa. Nella capitale francese è riuscito ad affinare la sua tecnica nel missaggio per poi muoversi e perdersi nell’underground, intessendo una serie di collaborazioni con altri artisti della scena come Cassius, i Daft Punk, St Germain e DJ DEEP. Con i suoi progetti discografici, tra cui l’etichetta F-Communication, e set di un eclettismo che non ha eguali è arrivato ad essere apprezzato sia dal pubblico della dance che da quello più intellettuale. Da poco è uscito il progetto su piattaforma kickstarter dell’ultimo capitolo del documentario autobiografico Laurent Garnier: Off The Record del regista emergente Gabin Rivoire.
Occorre inoltre sottolineare di come le luci, l’apparato visual, abbiano accompagnato tutti i set creando così un ambiente in grado di farci viaggiare tra visioni e colori, di ricordare quanto sia bello andare a ballare la domenica pomeriggio, quando ancora la luce pomeridiana di settembre ci accompagna - e ci si accorge di essere felici quando verso l’una di notte si ritrovano le scarpe e lo zainetto terrosi, ricoperti di polvere di parco.
Lattexplus merita davvero quel “plus” nella radice del suo presentarsi - un festival che per passione, senza pretese, dimostra quanto Firenze non sia solo classicità e Rinascimento - ma una città con la voglia sempre più grande di aprirsi al mondo e al futuro.