C’è un luogo, nell’entroterra senigalliese, su un terrazzo di fondovalle, alla destra del fiume Cesano dove è possibile godere della magia degli scavi archeologici in tutto il loro fascino. Si tratta di un sito molto recente (gli scavi curati dal Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna, sono iniziati nel 1987) e dalle grandi potenzialità.
Ad essere sincero non conoscevo Suasa prima di parlarne con Marzia Lorenzetti dell’Ass. Turistica Pro Suasa circa un anno fa quando ci sentimmo la prima volta per organizzare la performance che abbiamo poi realizzato lo scorso luglio: Suasa accoglie il Terzo Paradiso. Un evento, organizzato in collaborazione con Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e che aveva il preciso scopo di ricomporre quella frattura che separa il passato dal presente e dal futuro. Nel mondo contemporaneo, infatti, siamo troppo concentrati sul presente e ci dimentichiamo troppo spesso che il passato è molto più presente di quello che pensiamo e dobbiamo tenere viva questa memoria per evitare di commettere di nuovo gli errori fatti nel passato e scoprire, poco brillantemente, cose già scoperte nel passato.
Il progetto internazionale Terzo Paradiso dell’artista Michelangelo Pistoletto ha proprio questo merito: creare ponti che uniscono elementi percepiti come distinti e separati. Terzo Paradiso, in altri termini, significa che per poter sopravvivere l’uomo deve rinforzare i propri principi e i propri comportamenti guardando e valorizzando tutto ciò che ci unisce piuttosto che tutto ciò che ci divide. Come afferma Pistoletto: “Il termine paradiso deriva dal persiano antico e significa ‘giardino protetto’. Noi siamo i giardinieri che devono proteggere questo pianeta e curare la società umana che lo abita”.
E così continuando una tradizione che ha portato il Terzo Paradiso ad Aquileia e Pompei nel 2017, abbiamo organizzato insieme all’Ass. Turistica Pro Suasa e in particolare il presidente Fabrizio Sebastianelli, Marzia Lorenzetti, Elisabetta Spadoni, Luana Lorenzetti e all’UNPLI e in particolare Loredana Caverni, l’evento del quale parlavamo sopra per celebrare i 50 anni di attività dell’Associazione Pro Suasa ed i 30 anni di collaborazione con l’Alma Mater. Nello straordinario contesto dell’Anfiteatro Romano il 19 luglio 2018 abbiamo ricreato con tutti i partecipanti il simbolo del Terzo Paradiso che, lo ricordiamo, è una riconfigurazione del segno matematico dell’infinito ed è composto da 3 cerchi consecutivi. I due cerchi esterni rappresentano tutte le diversità, quello centrale rappresenta il grembo generativo della nuova umanità. Irene Valenti ha coordinato un gruppo di giovani ballerini che hanno danzato nel cerchio centrale del Terzo Paradiso.
Simone Tamenghi ha effettuato delle riprese aree con un drone e Marco Toderi ha fatto degli scatti fotografici molto belli. Il sito archeologico di Suasa è molto bello e in particolare sono assai belli (e ne raccomando la visita) i mosaici e le pitture che decoravano i pavimenti e le pareti della domus dei Coiedii, famiglia romana di rango senatoriale, eseguiti nella tradizione del cosiddetto “quarto stile pompeiano”. Ricordo per esempio alcuni mosaici raffiguranti episodi del mito come la lotta tra Eros e Pan alla presenza di Bacco oppure l’unione tra Giove sotto forma di cigno e Leda. Davvero bello quello che ha al centro di uno scudo a squame bianche e rosa una straordinaria maschera della Gorgone di colore verde brillante.
Come ho già detto in un’altra occasione sono rimasto davvero molto colpito, oltre che dalla bellezza dei luoghi e dalla gentilezza delle persone, dalla collaborazione dei presenti, dalla loro voglia di tutelare e far conoscere il loro patrimonio riconoscendosi così in una cultura ed una storia comune. Una condizione che certamente non è così facile trovare in altri contesti. E che rappresenta la chiave fondamentale del nostro futuro. Charles Darwin affermava infatti: “Nella lunga storia del genere umano (e anche del genere animale) hanno prevalso coloro che hanno imparato a collaborare ed a improvvisare con più efficacia”.