Nello spettatore appassionato alberga spesso il timore, dopo aver fluttuato in un empireo durante il concerto e battuto le mani in un’esplosione di gioia riconoscente, di intrufolarsi nel camerino, speranzoso di trovare nello sguardo dell’artista un proseguo della sua musica, e imbattersi viceversa in una figura scostante o condiscendente. Scoprire insomma che non palpita con te, se non ai fini della propria glorificazione. Delusione assassina, attentato alla memoria della musa Euterpe, simile allo scoramento di un ragazzo che si ritrova per maestro un tipo del genere.
Riccardo Cecchetti, pianista delle sottigliezze, sempre in giro per i continenti con spirito di osservazione, non apprezza l’artista gelido e auto-referenziale che imprigiona la musica classica in una cripta dove si entra con la parola d’ordine, quindi si circonda di colleghi eccezionali solo se sono anche persone speciali. Così è nato il festival romantico Virtuoso & Belcanto. “Avevo la necessità di creare un’iniziativa che mettesse a confronto i migliori giovani musicisti da tutto il mondo con alcuni dei maestri più interessanti del panorama internazionale, dando occasioni a tutti di ascoltare musica fatta con entusiasmo e dedizione da artisti mai banali - spiega Cecchetti -. Inoltre la Classica sta diventando un elemento importante per le nuove generazioni orientali con numeri e risultati inimmaginabili nella vecchia Europa. La presenza di musicisti alti e ottimi giovani talenti ha permesso la realizzazione di un’intensa programmazione concertistica, in luoghi che abbinano storia, bellezza e fascino alla giusta acustica, spazi sonori che potessero restituire al massimo le emozioni musicali e le suggestioni poetiche”.
Il festival si svolge a Lucca, città natale di Cecchetti, pervasa dalle note dei lucchesi Giacomo Puccini, Luigi Boccherini, Francesco Saverio Geminiani, Alfredo Catalani, e dove, si dice, Niccolò Paganini, con casa accanto alla chiesa di San Frediano, divenne Paganini, in quel Teatro del Giglio ora partecipe di Virtuoso & Belcanto che, ideato da Cecchetti con il violinista norvegese Jan Bjøranger, inaugura la terza edizione il 16 luglio per chiudersi il 29. In cartellone: corsi di perfezionamento con la presenza di prestigiosi maestri; concorsi riservati agli iscritti ai corsi di perfezionamento, con premi rilevanti; concerti tenuti dagli artisti ospiti e dagli studenti che si distinguono. Hanno già sposato la causa: Bruno Giuranna, Boris Berman, Ani Kavafian, Torleif Thedén, Lars Aders Tomter, Benjamin Schmid, Alain Meunier. Fra le novità di quest’anno spiccano un settore dedicato all’Opera per offrire ai cantanti concrete possibilità di lavoro, una collaborazione con la Scuola di liuteria di Cremona e le lezioni di fotografia di Peter Adamik, principe nell’immortalare la musica classica, memorabili le sue immagini dei Berliner Philarmoniker, in loco e in tournée all’epoca di sir Simon Rattle.
“L’esperienza fatta con un’organizzazione degli USA mi ha suggerito un approccio differente alla creazione dei corsi di perfezionamento: ho voluto evitare l’ennesimo corso dove studiare con il maestro scelto e realizzare un programma di studio sui diversi strumenti dove lo studente possa fare lezione con diversi maestri - continua Cecchetti -. Inoltre ho coinvolto nel progetto musicisti non troppo presenti nella programmazione italiana ma di rilievo artistico e didattico internazionale, che quindi potessero attirare i migliori giovani musicisti da tutto il mondo, cercando di creare un ambiente creativo piacevole e unico. Questa è stata la vera scommessa e… l’abbiamo vinta. Abbinare dei concorsi riservati ai partecipanti ai corsi con importanti premi ha contribuito ad attirare il meglio. Essendo ormai sicuro del grande livello dei giovani musicisti, vorrei contribuire alla loro presentazione nelle principali istituzioni del nostro Paese”. C’è anche la possibilità di partecipare all’iniziativa Adotta uno studente, seguendo l’esempio di Elisa Baciocchi che sostenne Paganini, ospitandolo in città.
Infine: perché Virtuoso & Belcanto? “Perché è una dichiarazione d’intenti rivolta a tutti i musicisti, chiara e intellegibile a ogni latitudine che non necessità di alcuna traduzione. Non esiste infatti un vero virtuoso che non abbia la dote della cantabilità come caratteristica principale della sua arte. Il cantabile del resto non può essere scisso da personaggi simbolo del virtuosismo come Paganini, Liszt o Chopin”.