Anche se è oggi è molto meno eseguito di quanto dovrebbe essere, Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa (Aversa 1749, Venezia 1801), è non solo la più famosa delle opere del compositore, ma è anche una delle opere buffe più popolari di tutti i tempi. Tra fine Settecento e metà Ottocento ebbe un successo finanche maggiore rispetto alle opere di Mozart, ad eccezione forse di Così fan tutte.
Nel dicembre del 1791, Cimarosa, che era uno dei massimi rappresentanti della Scuola musicale napoletana, si fermò a Vienna di ritorno da San Pietroburgo, dove era stato chiamato da Caterina di Russia come musicista di corte. Fu lo stesso imperatore Leopoldo II a trattenerlo nella capitale, “per chiara fama”, si potrebbe dire. Mozart era morto da pochi giorni, il 5 dicembre 1791; Antonio Salieri era ancora il deus ex machina della musica nella capitale asburgica, anche se aveva lasciato la direzione del Teatro dell’Opera, e a Londra c’era Haydn che dettava legge. Erano, però, gli esponenti della Scuola napoletana a essere particolarmente ricercati e acclamati in tutta Europa.
Leopoldo II in persona commissionò a Cimarosa un’opera buffa, e così Il matrimonio segreto, dramma giocoso in due atti, andò in scena al Burgtheater il 7 febbraio 1792. Si dice che l’imperatore ne restasse così affascinato che, dopo una cena in onore del compositore e dei cantanti, chiese di ripetere l’opera per intero. Se l’episodio è vero, come sembra, si tratterebbe dell’unico esempio conosciuto di un’opera alla cui prima il bis è consistito nella ripetizione dell’esecuzione integrale.
L’opera ebbe un immediato, enorme successo: entro la fine del secolo ebbe più di 70 rappresentazioni nella sola Vienna, e la sua fama si sparse in tutta Europa. Nei due anni successivi alla prima, fu eseguita a Berlino, Dresda, Lipsia, Parigi, Milano, Torino, Firenze, Napoli, Madrid e Lisbona. Nel 1870, l'opera raggiunse anche l’India, con una rappresentazione all’opera di Calcutta. Ma Il matrimonio venne eseguito non solo in italiano: per metà Ottocento si erano avute versioni in varie lingue: tedesco, francese, spagnolo, russo inglese per non parlare di danese, svedese, polacco, olandese e ceco.
Non è difficile capire i motivi per cui l’opera ebbe tanto successo: Il matrimonio segreto è una delle opere più effervescenti e gioiose mai composte. Una partitura sapiente, una musica avvincente e melodie accattivanti, e un libretto che, pur facendo ricorso a cliché tradizionali, è scritto in maniera nient’affatto banale. Insomma, la musica di Cimarosa rappresentava perfettamente l’ideale musicale artistico settecentesco di una ricerca espressiva che avesse a cuore decoro, civiltà ed equilibrio delle forme.
C’era anche, ad aumentare l’interesse, la contrapposizione tra le due scuole musicali, quella austro-tedesca e quella napoletana. Napoleone, grande ammiratore di Cimarosa, chiese una volta ad André Grétry qual era la differenza tra l’aversano e Mozart. Il compositore belga rispose: “Cimarosa colloca il piedistallo nell'orchestra e la statua sul palco; Mozart mette invece il piedistallo sul palco, la statua nell'orchestra”. Insomma, la fama di Cimarosa (e dei Napoletani) derivava soprattutto dalle parti cantate, a cui essi davano preminenza: quella dei tedeschi, e quindi di Mozart, dalle parti strumentali.
La trama dell’opera è semplice: per elevare il proprio status sociale, il ricco mercante bolognese Geronimo vuole dare la figlia Elisetta in sposa a un nobile. Non sa che la figlia più giovane, Carolina, si è già sposata di nascosto con il lavorante di Geronimo, Paolino. I due hanno mantenuto il loro matrimonio segreto a causa delle loro differenze sociali. Il Conte Robinson è disposto a sposare Elisetta, ma cambia idea quando vede Carolina e se ne innamora. Questo fatto genera un equivoco dopo l'altro, mentre la zia delle giovani, Fidalma, complica ulteriormente le cose, poiché ha deciso di sposare Paolino. Il caos è completo, la giovane coppia di sposi decide di fuggire, ma i due vengono ripresi; alla fine devono confessare il loro matrimonio. Il conte è commosso dalla sincerità di Carolina, Geronimo cede e dà la sua benedizione ai due sposini, e tutto si sistema nel sospirato lieto fine.
Giovanni Bertati trasse il libretto dalla commedia The Clandestine Marriage (1766) di George Colman e David Garrick, a sua volta ispirata ai quadri di Hogarth, che avrebbero poi influenzato i librettisti del Rake’s Progress di Stravinskij. Bertati attenua gli aspetti di satira sociale presenti nella commedia, limitandosi a prendere in giro il borghese che ha smanie di nobiltà. Una lettura rassicurante per il supercilioso pubblico viennese, al contrario di Da Ponte, che per Mozart aveva riletto Beaumarchais con spirito prerivoluzionario, sfidando i codici sociali del tempo.
A partire dall'Ottocento, Il matrimonio segreto è stato considerato un modello quasi inarrivabile di uno stile compositivo e drammaturgico raffinato e brillante. Per Stendhal, innamorato dell’Italia, in particolare di Napoli e del Teatro San Carlo, la vivacità e la gioia presenti nel Matrimonio segreto ne facevano una delle vette più alte mai raggiunte dal melodramma; e in verità, per la felicità della scrittura musicale, l’eleganza della forma e le straordinarie possibilità sceniche che offre a registi e interpreti, è un divertimento colto e intelligente, uno dei massimi capolavori del repertorio dell’opera buffa.