“Anima, Amore e Animali giungono alla mia psiche insieme, indistinguibili, un nodo che lega anima e bestia, desiderio e divinità, anima e animale”, con queste parole il noto psicoanalista svizzero Carl Gustav Jung vuole affermare che Animale deriva da Anima e che quindi l’amore di sé nella dimensione di amore per l’animale in noi e quindi l’amore per gli altri, dove amore significa comprensione e rispetto, ci salverà.
Nel mondo dell’arte in tutti i tempi sono stati disegnati animali, tanto che già gli uomini primitivi ne raffiguravano graffiti nelle caverne. Questo genere di pittura era molto rappresentato da egizi, greci, romani e successivamente trovò nuovi impulsi nel Medioevo, per conoscere il suo massimo splendore nel XVII secolo, quando la rappresentazione di scene di caccia e la pittura di paesaggio divennero una vera e propria moda, soggetti prediletti anche dagli artisti più noti. Nel secolo successivo esplode la moda di rappresentare animali esotici, rinoceronti, tigri, elefanti, leoni, atti ad evocare culture diverse e mondi lontani. In questo periodo l’animale entra anche nelle dimore, venendo raffigurato nei ritratti accanto ai nobili, quindi rappresentato nella sua natura domestica e quieta.
Successivamente, con l’avvento dell’arte moderna e contemporanea, le raffigurazioni di animali diminuiscono, tuttavia questi vengono ancora riprodotti con straordinaria abilità anche da consolidati artisti quali Velazquez, Goya, Rubens, Durer, Delacroix, Renoir. Per non parlare poi del regno animale immaginario, fatto di unicorni, draghi, chimere o di animali considerati sacri come la civetta e il serpente per la dea greca Athena (Minerva per i romani).
Franz Marc, uno dei più celebri pittori dell’espressionismo dipingeva prevalentemente animali domestici e selvaggi. In Paul Gauguin l’uomo, l’animale e la natura sono rappresentati in forte e sublime sintonia. La presenza di animali si trova addirittura nelle opere futuriste, come nel dipinto che rappresenta il dinamismo di un cane al guinzaglio di Giacomo Balla del 1912. Anche altri artisti del ventesimo secolo hanno dedicato la loro attenzione al mondo animale, e infatti troviamo dipinti animali persino nelle opere di Joan Mirò e Paul Klee, che non sono certo interessati alla figurazione. Animali si rintracciano anche in opere surrealiste, da Renè Magritte a Max Renè, e nei disegni e nelle tele di Salvador Dalì. In modo sporadico anche De Chirico e Matisse hanno dipinto animali.
Pablo Picasso dipinge innumerevoli tori nella collezione delle tavole realizzate per illustrare il primo e più classico trattato sulla Corrida, La Tauromachia del 1957. L’artista americana Lesley Harrison nei suoi disegni realistici realizzati con colori pastello elabora figure di cavalli bianchi e neri, lupi e tigri nella neve, anatre e conigli.
Alcuni “creativi” d’avanguardia utilizzano animali con intento dissacrante e ironico, come nel caso dell’artista italiano Luigi Serafini, che adotta per galli, galline e altri volatili la tecnica della tassidermi (tecnica per la conservazione di animali morti atta a conferire l’aspetto e la postura di quelli vivi), o come nel caso dell’artista britannico Damien Hirst che usa veri squali, tagliati a metà e messi in formalina.
Tra gli artisti contemporanei che incentrano il proprio lavoro nella rappresentazione animale emerge prepotentemente la figura di Simona Liberati. Nata ad Avezzano (AQ) nel 1969, inizia a disegnare e a dipingere fin da bambina, destando la meraviglia dei genitori che assecondano questa sua precoce inclinazione accompagnandola a visitare musei, gallerie e luoghi d'arte. Si iscrive al Liceo Artistico Sant'Orsola di Roma, conseguendo la maturità nel 1986. Frequenta, a seguire, la Facoltà di Architettura ”Sapienza”, laureandosi in Progettazione. Dal 1994 alterna la produzione di opere d’arte agli impegni di architetto. Nel 2004 frequenta i corsi liberi di “nudo” e “pittura” presso la Rome University of Fine Arts (RUFA) e, nel biennio 2011-2012, uno stage in discipline visive e plastiche presso l'International Summer Academy of Fine Arts di Salisburgo. Nel clima dei confronti e degli scambi interculturali avviati durante l'esperienza maturata in Austria, istituisce nuovi importanti contatti con altri artisti, orientando la sua ricerca verso le tematiche della pittura neofigurativa e del portraitisme d'antan, proiettando progressivamente la sua attività artistica ed espositiva verso la dialettica del naturalismo ideologico. Ha all'attivo numerose partecipazioni in rassegne collettive e nel 2006 ha inaugurato a Roma la prima mostra personale, con lusinghieri consensi di pubblico e di critica. Ha ottenuto il premio Cambat 2012 Prize, ha esposto al Circolo Antico Tiro a Volo, alla Galleria Cà d’Oro di Piazza di Spagna a Roma con la personale dal titolo “Animalia”, alla Galleria dell’editore Gangemi esponendo “Opere recenti” (2016, a cura di Francesco Giulio Farachi e Massimo Rossi Ruben). I suoi lavori figurano in collezioni private e legati artistici, sia nazionali che esteri. Si sono occupati della sua produzione autorevoli firme della critica d'arte, tra cui Claudio Strinati, Gloria Porcella, Alessandro Riva, Danilo Baciocchi.
Simona Liberati pone gli Animali in primo piano e al centro delle sue opere; liberandoli dal regno in cui l’uomo li ha confinati, l’artista va ad evidenziare in ognuno di loro l’unicità dell’individuo, aspetto che riesce ad esaltare grazie alle sue capacità tecniche, all’uso straordinario del colore ed alle suggestive atmosfere. “I veri protagonisti dei miei quadri sono i colori, ogni animale corrisponde a uno stato d’animo, Animalia racchiude in sé anche il concetto di anima”, così si esprime la nostra artista in una recente intervista. Ecco quindi uscire dalle tele tigri, rinoceronti, elefanti, fenicotteri, scimmie, pantere: una vera giungla metropolitana. Molti animali sono ritratti con le fauci spalancate, il gorilla minaccioso, l’aquila dal terrificante sguardo, la tigre ruggente, altri sono simpatici ritratti luminosi e colorati di animali colti in svariate posizioni.
L’iconografia degli animali raffigurati da Simona non è quella consueta di animali domestici quali gatti, cavalli, pesci, cani, effigiati da innumerevoli artisti, si tratta invece di animali in “cattività” dallo sguardo penetrante, come nel rinoceronte, e dai colori accesi e vivi, come nel fenicottero. “L’impressione che si ha è che il quadro sia tridimensionale, che l’animale esca dal dipinto e che non sia parte di esso. Gli occhi, messi in risalto ancora di più dai colori, affascinano e fasciano, te li senti 'addosso'. Alcuni incutono timore, altri tenerezza. Sembra quasi un’autobiografia su tela” (Gloria Porcella).
La ricerca di Simona Liberati non si esaurisce tuttavia nella rappresentazione di Animali, palesandosi anche in ritratti e figure umane. Uomini, donne, bambini sono sempre colti in “primo piano”, con lo sguardo fisso e perforante verso l’osservatore, capace di far riflettere sul mistero e l’importanza della vita e riscoprire emozioni sopite dalla quotidianità, per farci ritrovare individui, singoli ma uniti.
In queste opere l’artista abruzzese estrinseca una notevole capacità di comporre sulla tela o sulla carta atmosfere frutto di lunghi studi e applicazione, riuscendo a farci perdere nell’universo, per poi farci ritrovare immersi in un viaggio introspettivo, un percorso già intrapreso dalla pittrice che ha così riproposto sensazioni, emozioni, gioie e rancori della vita, attraverso l’espressione e gli occhi di Animali e Uomini, che altro non sono che le autobiografie di tutti noi, essendo in fondo il ritratto dell’intera umanità.
“L'arte di Simona Liberati è in costante divenire. Le immagini sono energicamente delineate e fissate e tuttavia è molto accentuata, in quest'artista, l'idea della folgorazione visiva, una folgorazione che scaturisce da una mano e una mente ben organizzate e strutturate e non è del tutto un caso che ella venga da una formazione di architetto e abbia per la dimensione tecnica un'attenzione ben più capillare di quanto si possa credere alla prima, osservando i suoi lavori” (Claudio Strinati).
I ritratti di Simona Liberati sono caratterizzati dalla loro personalità, avendo espressioni individuali non simboliche, ma reali, sono ritratti di Animali e Uomini, che senza esitazione possiamo definire “ritratti psicologici”.