Nel processo di evoluzione, cadere è inevitabile. Tutti noi quando abbiamo imparato a camminare abbiamo fatto innumerevoli tentativi, siamo caduti, ci abbiamo riprovato e alla fine siamo riusciti a metterci in piedi e a camminare. Nessuno ci ha mai giudicato per questo, noi per primi. Come cambierebbero le cose se riuscissimo a mantenere lo stesso grado di accettazione anche nella vita? Ogni caduta è un’opportunità per imparare e migliorare. Ecco allora come rialzarsi dopo le cadute in 5 passi!
1. Non confondere autostima e autoefficacia
Intorno al concetto di autostima c’è molta confusione. L’autostima è una consapevolezza che nessuno può offrirci dall’esterno. Per sviluppare l’autostima occorre fare una distinzione netta tra persona e comportamento. Quando impariamo a separare l’essere dal fare, possiamo non essere orgogliosi o soddisfatti del nostro operato e continuare comunque ad amarci e stimarci in quanto esseri umani. Avere un comportamento sbagliato, un risultato sbagliato, non significa essere sbagliati. Noi siamo molto di più dei nostri comportamenti, dei nostri risultati, delle nostre azioni, e se ci identifichiamo con esse finiremo per soffrirne. Fare degli sbagli è normale ed è parte del processo di apprendimento. Non possiamo aspettarci di non sbagliare. Il perfezionismo blocca l’azione e imprigiona lo sviluppo personale in una camicia di forza. È solo quando ci permettiamo di non essere perfetti, di sbagliare, di provare e riprovare che possiamo evolvere e migliorare. Ma siamo liberi di farlo solo quando in questo processo non mettiamo in dubbio il nostro valore come esseri umani.
2. Identifica i tuoi valori base
I valori base sono quelli che ci guidano e ci indicano la via, la nostra luce nei momenti più bui, quelli che ci fanno sentire completi e in pace con noi stessi e con gli altri. Se i nostri valori interni hanno radici solide e profonde, non ci lasceremo fermare dagli eventi esterni, anche quelli che consideriamo più negativi.
3. Sii centrata/o in te stessa/o
Trovare un centro in noi stessi significa poter raggiungere un’isola di pace e serenità anche quando c’è la tempesta intorno a noi. Sei con te stessa/o e non hai bisogno di niente o nessun altro. Ti basti da sola/o. Quando manca il nostro centro, ci sentiamo felici nei giorni belli e tristi in quelli brutti. E quando capitano i giorni orribili, ci sentiamo devastati, andiamo alla deriva. Ecco perché è importante ristabilire il baricentro in noi stessi. La meditazione e la respirazione consapevole sono due grandi strumenti per riportarci nel momento presente e ristabilire il centro in noi stessi. Ogni giorno, ritaglia almeno 5 minuti per te e dedicati alla pratica meditativa.
4. Apriti alla comunicazione
Non chiuderti in te stessa/o cercando di portare il fardello emotivo da sola/o. Lasciati supportare dalle persone intorno a te: partner, amici, gruppo di lavoro. Nel gruppo possiamo confrontarci, dare e ricevere supporto, amicizia, idee. Nel gruppo impariamo ad accogliere ed essere accolti, ascoltare ed essere ascoltati. Il gruppo è un grembo perfetto per far sbocciare i nostri talenti, rinfrescare la motivazione, crescere o rinascere a nuova vita. E ricordati che la comunità di BlessYou! è qui per accoglierti, ascoltarti e sostenerti.
5. Riconosci i tuoi punti di forza e di debolezza
È quando deponiamo le armi che usiamo per difenderci e ci mostriamo vulnerabili, con i nostri punti di forza e di debolezza, che riusciamo a vedere le cadute o i semafori rossi della vita come opportunità quegli ostacoli, ed è questa la chiave del successo. Avendo lavorato con migliaia di persone ho notato che quelli che meglio riescono a realizzare i propri sogni, anche contro ogni probabilità di successo, sono coloro che meno si preoccupano del fallimento. Sono le persone convinte che comunque vada avranno imparato qualcosa di nuovo. E in questo modo si godono il viaggio verso la meta almeno quanto l’arrivo alla meta stessa.
Una delle trappole in cui cadiamo più spesso e che ci rovina la vita è quella di comportarci come il primo della classe e voler essere perfetti a tutti i costi. Il problema vero non è se facciamo o meno errori. È quanto impariamo da essi. Senza errori come possiamo migliorare? In che modo possiamo imparare cose nuove se non ci diamo il permesso di sbagliare, se ogni errore lo vediamo come un fallimento? Gli errori ci insegnano cosa non funziona, cosa fare di diverso la prossima volta. Ci aiutano a chiudere le vecchie porte, quelle del comportamento che ci ha portato a sbagliare, e aprirne delle nuove.
Ci si sente male quando si sbaglia, ma non ci si sente ancora peggio a rendersi conto di non avere imparato nulla?